Ciclismo
Tour de France 2018: Chris Froome abdica. La doppietta Giro-Tour resta tabù. Impossibile vincerle entrambe nel ciclismo moderno?
La doppietta Giro-Tour resta un tabù: l’ultimo a riuscirci è stato Marco Pantani nella magica estate del 1998, sono passati vent’anni e ancora nessuno ha eguagliato le gesta del Pirata. Chris Froome aveva iniziato la stagione proprio con l’obiettivo di centrare la mitica accoppiata, puntava a entrare nella leggenda dei pedali trionfando anche per la quarta volta consecutiva in una grande corsa a tappe (eguagliando così i record di Eddy Merckx) ma il britannico si è spento letteralmente nell’ultima settimana della Grande Boucle che ha vinto per ben quattro volte negli ultimi cinque anni (ha fallito soltanto nel 2014 quando si impose Vincenzo Nibali).
Il keniano bianco aveva conquistato il Giro d’Italia grazie alla memorabile azione sul Colle delle Finestre quando aveva attaccato in solitaria a 80 chilometri dal traguardo e recuperando uno svantaggio spropositato nei confronti degli avversari. Con un numero da antologia, il 33enne era riuscito a tingersi di rosa e a festeggiare sulle nostre strade in rimonta, nonostante le tante sofferenze patite durante la corsa. Proprio quelle fatiche si sono fatte sentire in terra transalpina: l’ultima settimana del Tour de France si è rivelata problematica per l’uomo del Team Sky, ha pagato dazio sul Col du Portet e sull’Aubisque dimostrando una condizione che purtroppo non era adatta per puntare al pokerissimo giallo.
La doppietta Giro-Tour sembra davvero impossibile nel ciclismo moderno: essere in perfette condizioni fisiche in entrambi gli appuntamenti, separati tra loro da poco più di un mese (quest’anno c’era anche una settimana in più a disposizione), si sta rivelando estremamente complicato. Riuscire a conquistare la Corsa Rosa, staccare mantenendo la condizione e poi brillare alla Grande Boucle sembra ormai una missione da fantascienza che neanche il ciclista più vincente dell’ultimo decennio è riuscito a compiere. Chris Froome si è trovato sulle strade un compagno di squadra come Geraint Thomas senza il quale avrebbe probabilmente lottato alla pari con Tom Dumoulin e Primoz Roglic sfruttando anche gli incidenti di percorso ma il verdetto della strada è inequivocabile: vincere Giro e Tour nella stessa stagione resta qualcosa di fantascientifico e mitologico, un’impresa destinata a restare nei meandri del passato, all’estate trionfale di Marco Pantani. A meno che non arrivi un fenomeno da un altro Pianeta…
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Luca46
27 Luglio 2018 at 20:40
Non credo che nel ciclismo moderno fare doppietta Giro e Tour sia impossibile. Un giorno qualcuno arriverà. Non valuto Froome al pari di ciclisti come Pantani o Indurain. Per quanto mi riguarda Froome non mi è piaciuto neanche al Giro. Ho qualche sospetto sull’impresa del Colle delle Finestre. Tuttavia al di la di questi dubbi resta un gradino sotto ai grandi della storia. Credo inoltre che meritasse la squalifica come fu per Contador. Allora anche Contador rivestiva una posizione molto importante ma non è bastata. Ritengo che la Sky vada oltre il limite del consentito in quanto a rapporto di forza con organizzazioni e team. Per conto mio non ha meritato neppure la vittoria a Giro e Vuelta. Questo non toglie nulla al grandissimo ciclista che è ma non va paragonato a certi mostri sacri. Froome forse poteva fare la doppietta nei suoi anni migliori ma ha sempre valutato il Giro come una corsa di secondo piano. A parer mio ci è venuto per ottenere consensi dopo la positività. Consensi non tanto verso il pubblico quanto alle organizzazioni che governano il circus. Come stile stile di ciclista ha assomigliato molto ad Armstrong, non infiamma la folla perchè la folla sente come un ciclista vive il ciclismo. Non era un Contador tanto per dire.