Ciclismo

Tour de France 2018: Francia, un lungo digiuno di 33 anni. Sarà l’anno buono per trovare l’erede di Hinault?

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Edizione numero 105 per il Tour de France che si appresta a partire sabato 7 luglio dalla Vandea. I padroni di casa vogliono sfatare un tabù che ormai va avanti da fin troppo tempo: un lunghissimo digiuno di 33 anni per la Francia che non riesce a vincere la corsa a tappe di casa dal lontanissimo 1985 quando Bernard Hinault andò a prendersi la quinta ed ultima delle sue Maglie Gialle in quel di Parigi.

La nazione di casa è ovviamente il Paese con più vittorie alla Grande Boucle: sono 36, con 31 secondi posti e 34 terzi posti (c’è anche dunque il record di podi raggiunti). La prima inseguitrice, il Belgio, è staccatissima a quota 18, l’Italia è ferma a 10 con il capolavoro timbrato Vincenzo Nibali nel 2014. Assieme al Belgio (addirittura fermo al trionfo di Van Impe nel 1976), tra le più titolate la Francia è la nazione che attende la vittoria da più tempo. Riproverà ad andare all’assalto del trionfo anche in questo 2018, ma non sarà assolutamente facile.

La carta più importante da giocare è ovviamente quella di Romain Bardet. Il capitano dell’AG2R è reduce da due podi consecutivi nella corsa di casa e, dopo una seconda e una terza piazza, vuol finalmente centrare il gradino più alto del podio. Avrà un’ottima squadra a disposizione per andare all’attacco su un percorso particolarmente favorevole (davvero pochi chilometri a cronometro). In salita ne ha, da capire però se potrà battere un fenomeno come Chris Froome, a caccia della doppietta. Difficile puntare in alto con i giovani Pierre Latour (gregario di Bardet) e Guillaume Martin, ancora troppo acerbi. Aveva fatto ben sperare Warren Barguil che nell’ultima stagione però si è clamorosamente perso.

 





gianluca.bruno@oasport.it

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Di Frederic Legrand – COMEO – shutterstock

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