Ciclismo
Tour de France 2018: Italia sparita senza Vincenzo Nibali. E che digiuno: 31 tappe senza vittorie azzurre…
5 luglio 2017: questa è la data dell’ultima vittoria italiana al Tour de France. Nel mezzo 31 tappe ma nessun italiano è stato più capace di imporsi in una frazione della Grande Boucle. Bisogna risalire allo splendido trionfo di Fabio Aru alla Planche des Belles Filles per ritrovare il tricolore sul gradino più alto del podio di giornata: il Cavaliere dei Quattro Mori, sulla durissima ascesa finale (6 chilometri all’8,5% di pendenza media con vertiginose punte al 20%), scattò a 2,4 chilometri dal traguardo mettendo in croce i vari Chris Froome, Romain Bardet, Richie Porte e Daniel Martin. Un numero da autentico campione che precedette di qualche giorno la vestizione della maglia gialla.
Da quel momento il vuoto totale: l’anno scorso il sardo si spense nell’ultima settimana, questa volta invece ci affidavamo a Vincenzo Nibali ma la sfortuna lo ha perseguito. Lo Squalo era in uno stato di forma eccezionale, volava sull’Alpe d’Huez ma un tifoso fuori controllo ha provocato la caduta che ha costretto il siciliano a ritirarsi per una frattura vertebrale. Senza il capitano della Bahrain Merida, infatti, l’Italia sembra essere sparita dal Tour de France: Damiano Caruso e Domenico Pozzovivo ci hanno provato con delle fughe coraggiose, Sonny Colbrelli è stato bravissimo in volata ma siamo decisamente lontani dal vincere una tappa nella corsa più importante al mondo.
C’è il serio rischio di chiudere questa edizione della Grande Boucle con lo zero assoluto come successe già nel 2016 e come rischiammo di fare nel 2015, quando soltanto un maestoso Vincenzo Nibali ci salvò alla 19esima tappa imponendosi a La Toussuire-Les Sybelles con uno dei suoi proverbiali numeri da lontano, un anno dopo la passerella in giallo sui Campi Elisi di Parigi (vinse addirittura quattro tappe dominando la corsa in lungo e in largo). Anche nel 2011, 2012, 2013 concludemmo a bocca asciutta proprio come nel 2009 e nel 2008 (i successi “sul campo” di Riccò e Piepoli sono stati cancellati) mentre nel 2010 ci pensò Alessandro Petacchi con due volate. L’Italia, negli ultimi dieci anni, si è dimostrata sostanzialmente dipendente dalle magie di Vincenzo Nibali. E ora il digiuno continua…
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