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Tour de France 2018, la crisi di Chris Froome. Sfuma il sogno doppietta? Il britannico si gioca tutto sul Tourmalet

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Chris Froome è andato in crisi come gli era capitato poche volte nella sua personale carriera al Tour de France, vinto per ben quattro volte negli ultimi cinque anni. Il keniano bianco era chiamato a una prestazione di spessore nella mini tappa pirenaica da 65 chilometri e invece il Col du Portet lo ha respinto: il tratto finale della salita simbolo di questa edizione della Grande Boucle si è rivoltato contro il britannico, crollato sotto gli attacchi di Tom Dumoulin, Primoz Roglic e soprattutto del compagno di squadra Geraint Thomas che ha corso da padrone assoluto della corsa a tappe più importante al mondo.

Il 33enne doveva recuperare 1’39” al compagno di squadra e invece ha accusato le fatiche accumulate nel corso degli ultimi due mesi. Probabilmente l’uomo del Team Sky ha risentito degli sforzi fatti al Giro d’Italia e la terza settimane del Tour de France si sta rivelando per il momento più complicata del previsto: il suo connazionale ora si trova a 2’31”, ha rafforzato con autorevolezza il simbolo del primato e messo una seria ipoteca sul trionfo finale a Parigi. Chris Froome si era presentato in Vandea lo scorso 7 luglio con l’obiettivo di entrare nella leggenda del ciclismo: confezionare la doppietta Giro-Tour a venti anni di distanza dalle gesta di Marco Pantani, vincere la quarta grande corsa a tappe consecutiva eguagliando il record di Eddy Merckx, conquistare la quinta Grande Boucle personale come solo i più grandi della storia di questo sport sono riusciti a fare.

La frazione odierna sembra aver sopito tutti i sogni dell’ultima maglia rosa che ora deve davvero inventarsi una magia incredibile per ribaltare la situazione. Il britannico si gioca tutto nelle ultime due tappe di spessore che sono rimaste ma la situazione è complicata, gli servirebbe un numero stile Colle delle Finestre per mettere in croce Geraint Thomas che sta letteralmente volando: venerdì, quando sono in programma Aspin, Tourmalet e Aubisque (ma lontanissimi dal traguardo, rispettivamente a 122, 82 e 20 chilometri dall’arrivo di Laruns), Froome dovrebbe inventarsi un’azione personale a lunga gittata ma non potrà contare sull’aiuto della squadra visto che il suo ormai ex gregario è il padrone in giallo. Poi la cronometro conclusiva di 31 chilometri ma siamo sicuri che la gamba sostenga ancora il vincitore degli ultimi tre Tour de France? La crisi di oggi è un campanello d’allarme importante, il campione sembra ormai essere alle corde ma mai dire mai perché ci ha abituato a risorgere quando in pochi se lo aspettavano.

 





(foto Pier Colombo)

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