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Vincenzo Nibali: “Operazione la strada più giusta verso il Mondiale. Potrei sacrificare la Vuelta”

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Dopo la caduta sfortunatissima nella tappa dell’Alpe d’Huez al Tour de France, Vincenzo Nibali sarà costretto ad operarsi: ieri è stata infatti presa la decisione, in accordo con lo staff medico, di effettuare una “vertebro-plastica” (iniettare un “cemento” per saldare la frattura rimediata con la botta presa in salita). Cambiano però così i tempi di recupero: sarà davvero dura farcela con soli 20 giorni di stop, c’è il serio rischio di dover saltare la tappa di avvicinamento più importante verso l’appuntamento dell’anno, quello dei Mondiali di Innsbruck. 

“Sono ottimista. Il morale è buono. Ma il rischio di non prendere il via alla Vuelta c’è e complicherebbe la corsa verso il Mondiale di Innsbruck” esordisce così lo Squalo in un’intervista alla Gazzetta dello Sport. “Ho trovato un bel aiuto nel centro Rehability di Lugano, la Technogym mi fornirà di accessori a casa e si stava pensando di utilizzare non appena possibile una sorta di idrobike per pedalare in piscina senza gravare troppo sulla parte infortunata”. 

Ad entrare nel dettaglio è Emilio Magni, medico della Bahrain-Merida: “Ci sono delle previsioni più ottimistiche, e altre un po’ più reali. Il punto della situazione si dovrà fare dopo l’intervento. È abbastanza semplice, ma rischi ce ne sono sempre. Io spero che possa ricominciare con un paio di settimane, ma con quale intensità e frequenza è difficile da capire. Sulla Vuelta direi che siamo 50 e 50”.

Prova a delineare la situazione Paolo Slongo: “Certezze non ce ne sono. Se Nibali non riuscisse ad essere pronto per la Vuelta, bisognerebbe studiare un piano alternativo, con un ritiro e poi partecipazione ad altre gare. La strada migliore comunque sarebbe quella della Vuelta. Ma per avere una tempistica più certa bisognerà aspettare dopo l’intervento”. 

 





gianluca.bruno@oasport.it

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Foto: Pier Colombo

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