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Wimbledon 2018: è il giorno della finale femminile. Serena Williams favorita, ma la solidità di una ritrovata Kerber…

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In una giornata che sarà inevitabilmente segnata anche dalla ripresa della seconda semifinale maschile tra Rafael Nadal e Novak Djokovic, col serbo avanti per due set a uno, verrà il tempo della finale femminile dei Championships, con Serena Williams opposta ad Angelique Kerber nella riedizione della finale del 2016.

Curiosamente, gli ultimi due incontri tra le due giocatrici si sono svolti in finali Slam: nella prima occasione, agli Australian Open 2016, a spuntarla è stata la Kerber dopo una lotta di tre durissimi set. Quel successo è stato il preludio all’anno che avrebbe portato la tedesca al numero 1 delle classifiche mondiali e alla vittoria degli US Open. In mezzo, c’è stata la finale di Wimbledon, ancora contro Serena. In questo caso, però, a prevalere è stata l’americana, vincitrice per 7-5 6-3.

Da questa finale, ci si aspetta una Serena Williams in un insolito stato di calma relativa. Certo, è sempre una finale Slam, è sempre la trentesima apparizione a questo punto del torneo per lei, è sempre la possibilità di eguagliare Margaret Court a quota 24 Slam vinti. Tuttavia, la Serena di questo Wimbledon è una donna che sembra tranquilla con sé stessa, senza pressioni, in buona parte perché il ruolo di rientrante dalla maternità (con tanto di dono della testa di serie numero 25, vittima la Cibulkova). Questo status le ha quasi portato vantaggio: nel silenzio s’è fatta strada, ha lanciato chiari messaggi nel match contro Kristina Mladenovic, ha atteso che la partita venisse a lei contro Camila Giorgi, ha controllato la foga di Julia Goerges che, nel secondo set della semifinale, stava per riacchiapparla. La Williams ha recentemente chiesto al suo allenatore Patrick Mouratoglou di silenziare le proprie dichiarazioni alla stampa, ma se Mouratoglou potesse parlare, è più che probabile che non sarebbe cattivo nei confronti della sua assistita, anzi.

Serena, però, l’ultimo ostacolo deve ancora superarlo. Quell’ostacolo è lo stesso di due anni fa, e si chiama Angelique Kerber. La tedesca, dopo un 2017 disastroso, ha ritrovato fiducia, costanza e punti: nei sette tornei più importanti da lei giocati quest’anno ha sempre raggiunto almeno i quarti di finale. Ai Championships, ha sfoderato una volta di più la sua arma migliore, quella della solidità: è così che ha mostrato tutte le crepe di una Jelena Ostapenko che ha sì fatto un gran torneo, ma che è andata troppo a intermittenza contro una giocatrice che quel genere di intermittenza lo fa pagare con interessi altissimi. Chiaramente tutti i discorsi si fanno differenti contro Serena, ma la Kerber aveva imparato a vincerci già nel 2012, ed è una delle poche giocatrici che non vuole neanche sentir parlare di timore reverenziale nei di lei confronti. Chissà se un ulteriore incentivo per provarci possa darglielo la proiezione di classifica a fine torneo: vincendo, la tedesca si ritroverebbe numero 4 del mondo, con la Stephens 103 punti più avanti. La motivazione più importante di tutte, però, è sempre una: quel piatto d’argento che si può alzare di fronte al Centre Court.





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Foto: Jimmie48 Photography / Shutterstock.com

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