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Wimbledon 2018: la regina è Angelique Kerber! Si infrange il sogno di mamma Serena Williams
Eravamo già pronti a raccontare la favola di Serena Williams. Era tutto apparecchiato perché l’americana, a quasi 37 anni, cementificasse la sua leggenda e il suo status di migliore giocatrice di tutti i tempi vincendo Wimbledon ed eguagliando il record di 24 titoli Slam, gli stessi di Margareth Smith Court. Un’impresa, resa ancor più preziosa dal fatto che la Williams solo 10 mesi fa rischiava la vita dando alla luce la piccola Alexis Olympia.
Tutto questo rimarrà soltanto una bella storia da raccontare e nulla più (ma l’appuntamento con la storia potrebbe soltanto essere rimandato), perché gli sceneggiatori non avevano fatto i conti con Angelique Kerber, che ha riscritto la trama prendendosi lei il ruolo di protagonista. A trionfare ai Championships è stata la tedesca, vincitrice con un netto 6-3 6-3 in appena 67 minuti di gioco. Un successo più che meritato perché oggi Angie è stata la miglior giocatrice in campo e a testimoniarlo non è soltanto il punteggio. La testa di serie numero 11 del torneo ha giocato una partita praticamente perfetta, mettendo a nudo tutte le difficoltà, più che comprensibili, della Williams.
Lo schema tattico alla tedesca lo ha “suggerito” Camila Giorgi, che fin qui era stata l’unica giocatrice a togliere un set alla Williams. Obiettivo chiaro: far muovere Serena, chiamandola a rete ma soprattutto spostandola lateralmente. Togliere tempo e spazio all’americana, proporle sempre un colpo in più. Praticamente il cibo di cui si nutre Kerber, una delle migliori del circuito nella difesa del campo e nel ribaltare gli scambi con un colpo solo.
La prima deviazione nella trama è arrivata così già nel primo gioco, quando Kerber ha sfruttato un avvio pigro di Serena per fare il break, restituito però soltanto pochi minuto dopo, a zero, nell’unico game in cui Williams non ha sbagliato nulla. Ma si è trattato di un’eccezione perché la regola ci ha detto di una Serena fallosa, come già le era capitato in questo torneo: i gratuiti sono stati 14 nel solo primo set, per un totale di 24 a fine partita. Sulla strada verso la finale, però, era arrivato puntualissimo il servizio a togliere le castagne dal fuoco all’americana, fondamentale che oggi è invece mancato. Passi il 63% di punti vinti con la prima (76% in campo), ma il 31% con la seconda (addirittura 14% nel primo set) è stato troppo poco per competere contro una Kerber perfetta. A costar caro sono stati due doppi falli, consecutivi, con cui Serena ha ceduto il break nel settimo gioco e, dopo qualche minuto, il primo set, con un altro break in chiusura.
Kerber, da par suo, è stata un treno. Non si è scomposta di fronte alle difficoltà della sua avversaria, ma anzi, ha continuato a martellare, mandando in tilt Serena, che si è vista costretta a forzare e quindi sbagliare, a volte anche goffamente, contro una giocatrice che invece respingeva tutte le palle al di là della rete. Solo 5 gli errori di una Kerber che nel secondo set non ha concesso nulla, mandando a segno 11 vincenti. Pochi, forse, specie se confrontati con quelli di Serena (23), ma selezionati nei momenti giusti. Come il dritto lungolinea con cui Angelique si è presa il break nel sesto gioco del secondo set, colpo ripetuto sul 30-30 del game decisivo.
L’altra deviazione rispetto alla trama originale, infatti, è stata il cinismo di Kerber, che stavolta non ha tremato nel momento decisivo e allo scoccare dell’ora e sette di gioco si è ritrovata stesa sul prato del Centrale di Wimbledon, in lacrime per la gioia. Serena non ha potuto fare altro che riconoscere, sportivamente, anche se forse un po’ a denti stretti, che oggi la migliore è stata la tedesca, vincitrice del terzo titolo Slam in carriera e seconda giocatrice di sempre (oltre a Venus Williams) a battere più di una volta nella finale di un Major la Williams (Australian Open 2016 l’altro precedente).
Niente lieto fine, dunque, ma appuntamento rimandato. Perché la sconfitta di oggi non toglie nulla a quanto fatto da Serena, tornata a giocarsi la finale di uno Slam a meno di un anno dalla maternità e soltanto al quarto torneo giocato. Ma in un Wimbledon femminile che ha fatto ecatombe di top player è giusto che abbia vinto Kerber, unica giocatrice capace di arrivare almeno ai quarti in tutte le tre prove dello Slam disputate, in un circuito WTA in cerca di campionesse costanti come accade invece al maschile. Il 2017 è definitivamente alle spalle: Kerber è tornata al top e per le altre non è una bella notizia.
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alessandro.tarallo@oasport.it
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Foto: Jimmie48 / Shutterstock.com