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Atletica, Europei 2018: Libania Grenot si spegne sul più bello, azzurre quinte nella 4×400
Si chiude nel peggiore dei modi una serata non particolarmente fortunata per l’Italia agli Europei di atletica a Berlino. Dopo i quarti posti di Gianmarco Tamberi e Yemaneberhan Crippa, c’era grande attesa per la staffetta 4×400 metri femminile, qualificatasi per l’atto conclusivo addirittura con il miglior tempo. Le azzurre sono rimaste a contatto per il successo nelle prime tre frazioni, prima che la capitana Libania Grenot si spegnesse completamente sul rettilineo conclusivo, chiudendo al quinto posto. Oro alla Polonia con il crono di 3’26″59: il quartetto del Centro Europa ha prevalso su Francia (3’27″17) e Gran Bretagna (3’27″40). Justyna Swiety-Erseric ha concluso una giornata memorabile, essendosi aggiudicata solo qualche ora prima anche il titolo individuale dei 400 metri.
Le azzurre partivano in prima frazione con Maria Benedicta Chigbolu. Prestazione discreta per la romana, che cambiava in sesta posizione. Risaliva in quarta una buonissima Ayomide Folorunso, ma il vero capolavoro lo realizzava una scatenata Raphaela Boaheng Lukudo, consegnando il testimone a Libania Grenot addirittura in seconda piazza, subito dietro la Polonia.
La falcata dell’italo-cubana risultava tuttavia sin da subito appesantita e non incisiva. La campionessa d’Europa del 2014 e del 2016 subiva prima il sorpasso da parte di Francia e Gran Bretagna, poi mollava completamente negli ultimi 100 metri, arrivando al traguardo priva di energie e facendosi scavalcare anche dal Belgio.
Un vero peccato, perché le azzurre hanno dimostrato di valere il podio. Oggi, tuttavia, si sono peggiorate di un secondo rispetto alla batteria (3’28″62 contro 3’27″63, che non sarebbe bastato comunque per il bronzo) e solo 2/4 della staffetta si sono espressi al massimo del potenziale. Non benissimo Chigbolu, mentre è mancata completamente proprio la donna più attesa Libania Grenot, a dire il vero lontanissima dai fasti del passato per tutta la stagione.
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ste86
11 Agosto 2018 at 22:58
La Grenot non è mai stata donna da staffetta nemmeno nei suoi anni d’oro, difficile lo possa diventare a 34 anni nella fase calante della sua carriera. Bene per il futuro avere trovato una Lukudo molto combattiva, urge trovare un paio di quattrocentiste nuove (il fatto di averne quattro contate e non potere fare cambi tra semifinali e finali, rappresenta un grande limite).
Passando alla staffetta maschile, la prestazione di stasera deve essere considerato un punto di partenza, considerato che i giovani Scotti, Aceti, Corsa, l’allievo Benati, affiancati dai veterani Re e Galvan, non possono che crescere.
Per cui il sesto posto va valutato positivamente, d’altronde era da un po’ di edizioni che mancavano nella finale della 4×400. Tempo effettivamente non eccezionale, ma la scelta dei tecnici di mettere i due nostri migliori nelle ultime due frazioni ha sicuramente inciso: nella 4×400 impostare una gara di rincorsa non paga, costringi gli ultimi due staffettisti a dribbling e contatti in zona cambi (che fanno perdere decimi) e sorpassi complicati (per loro diventato 410 metri più che 400 metri…). Se stai subito nel gruppo di testa e non crei buchi difficilmente colmabili, gli atleti più deboli si gasano e si fanno trascinare.