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Atletica, la triste resa di Stefano Baldini. Lo specchio di un mondo che non vuole cambiare

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Stefano Baldini alla fine si è dovuto arrendere, ha dovuto alzare bandiera bianca di fronte a una crisi sempre più profonda e che sembra inguaribile. L’atletica leggera è allo sbando più totale, i risultati sono sempre più lacunosi e ogni anno va sempre peggio, si continuano a riscrivere record negativi al termine di ogni grande competizione internazionale ma tutto sembra procedere bene, con continue scuse e difese dai vertici federali che purtroppo non rispondono correttamente ai numeri estremamente deludenti a cui gli atleti ci hanno abituati già da qualche stagioni.

Le zero medaglie alle Olimpiadi di Rio 2016 (quarant’anni dopo Montreal 1976), le zero finali raccolte in pista ai Mondiali 2017 (peggior risultato all-time, ci salvò il bronzo di Antonella Palmisano nella marcia) e in conclusione i miseri quattro bronzi degli Europei 2018 dove è mancato l’oro per la prima volta dopo 60 anni in una rassegna continentale (non si può considerare tale il titolo ottenuto nella prova a squadre di maratona). Uno scivolone totale che mette in evidenza un movimento incapace di reagire ma che soprattutto non riesce a fare autocritica nemmeno di fronte a certe prestazioni gravemente insufficienti.

Oggi è arrivato lo scossone totale in seno alla FIDAL. Stefano Baldini, che dal 2010 ricopriva il ruolo di referente tecnico del settore giovanile all’interno della Federazione, ha rassegnato le proprie dimissioni: il Campione Olimpico nella maratona ad Atene 2004 si è trovato in totale disaccordo con la dirigenza tecnica, non ha accettato (giustamente) che il suo nome fosse accostato a persone per cui tutto va sempre bene e che non hanno la minima ambizione. L’emiliano si è chiamato fuori dai giochi, ha ottenuto dei buoni risultati con i più giovani ma è chiaro che il valore di un movimento si misura con i risultati assoluti e questi oggettivamente non arrivano: l’era Alfio Giomi verrà ricordata come la meno vincente della storia della nostra atletica, quella in cui non si riconoscono i propri fallimenti e in cui si trova sempre il modo per difendersi.

L’addio di Stefano Baldini, che qualche stagione fa aveva rinunciato al mandato di guida assoluta dell’atletica italiana perché il suo ambizioso progetto venne bocciato, è lo specchio perfetto di un mondo che non vuole cambiare, di un panorama tutto italiano in cui non si riesce a fare tabula rasa e non si riesce a ripartire da zero, sperando sempre in una qualche magia dal nulla e nell’arrivo di qualche fenomeno che naturalmente senza un duro lavoro non può palesarsi. Fa specie poi che qualsiasi analisi sia stata rimandata a settembre, come se il Ferragosto e le ferie rimanessero ugualmente sacrosante nonostante il momento critico attraversato da questa disciplina dentro i nostri confini.

 





(foto pagina Facebook Stefano Baldini)

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1 Commento

  1. maurizio maria gianni

    16 Agosto 2018 at 00:37

    In un commento precedente ho già detto quel che penso della gestione Giomi e Locatelli.Diversamente sono molto dispiaciuto dalle dimissioni di Baldini che aveva trasmesso entusiasmo alle diverse compagini giovanili rilevatasi quest’ anno vero squadroni alla pari degli inglesi e superiori ai francesi . PUrtroppo, se il quadro tecnico a livello superiore si mantiene tal quale questi giovani non potranno esprimere le loro potenzialità. SErve organizzazione,programmazione e supporto tecnico sopratutto nei lanci e nei salti. inoltre certe decisioni strategiche vanno prese con coraggio. la Grenot e una buonissima atleta individuale ma ogni volta che partecipa alla 4×400 vedi perché delusa bevi perché demotivata ,non ha mai reso a dovere …da sempre …si doveva considerare un’altra atleta anche di livello inferiore per rimpiazzarla tipo la Spacca o la Milani o una giovane. CRedo che anche questo no no sia piaciuto a Baldini.

  2. Gabriele Dente

    15 Agosto 2018 at 22:52

    Orgoglioso di Baldini, tanto quanto lo fui quel 29 agosto… Anch’io spesso penso che ci si debba rassegnare al triplo zero. Ma giustizia vuole che l’obbiettivo sia un altro: cacciare Giomi! Subissiamolo di fischi!

  3. ghost

    15 Agosto 2018 at 20:38

    purtroppo non posso che concordare con @Federome87.
    che tristezza.

  4. Federome87

    15 Agosto 2018 at 19:41

    Non commento per rispetto dell’età avanzata di giomi e locatelli che dovrebbero andare a godersi una meritata pensione. Mi dispiace tanto per baldini , enorme atleta e grande uomo, come per altro ha dimostrato questa scelta. Ormai tanto ho fatto pace con l’idea che alle olimpiadi l’Italia si presenta senza atletica (salvo miracoli di gimbo e matrimoni o gravidanza permettendo di palmisano che cmq anche al top, alle olimpiadi non troverà di certo il parterre di berlino) per cui avanti con gli altri sport…

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