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Atletica
Atletica, Stefano Tilli risponde a Salvino Tortu: “Dispiaciuto per l’attacco personale. Rimango della mia idea”
Salvino Tortu contro Stefano Tilli? Sembrerebbe proprio di sì. Se in pista le prestazioni degli atleti azzurri nella specialità regina alle Olimpiadi non sono esaltanti, a tenere banco sono gli screzi tra tecnici ed addetti ai lavori dopo l’ennesima brutta prestazione del Bel Paese ai recenti Europei di Berlino.
Sul banco degli imputati è finito anche Filippo Tortu e il suo tecnico, papà Salvino, l’allenatore dell’uomo simbolo dell’atletica italiana (ad aver corso i 9.99 sui 100 metri). Un riscontro però non ripetuto nell’occasione che davvero contava, come il quinto posto dimostra. Per questo le critiche sono state tante, in particolare di Stefano Tilli che ha messo in dubbio l’efficacia di un rapporto così personale anche dal punto di vista agonistico: “Ricordo a Tilli che il 17enne svedese Duiplantis salito a 6.05 nell’asta a Berlino è allenato da papà e mamma. Dietro ai fratelli norvegesi Ingebrigtsen dominatori nei 1500 e 5000 c’è il papà, idem per i fratelli belgi dei 400 Borlée e che è stata la nonna Anne Botha a portare il sudafricano Van Niekerk sul trono del giro. Non sono eccezioni, la lista è molto lunga e cito anche Seb Coe, attuale Presidente IAAF, seguito passo passo da papà Peter”, aveva affermato il tecnico, intervistato dal Corriere dello Sport, aggiungendo: “Mi sorprende che Tilli abbia detto che difficilmente un padre possa essere il migliore allenatore per un figlio. Non so proprio cosa lo abbia spinto a fare certe affermazioni. Gli ricordo che dopo il 9.99 ha ipotizzato per Filippo grandi tempi su 100 e 200 ma l’anno scorso mi rise in faccia quando gli dissi che sarebbe passato da 10.15 a meno di 10 secondi“.
La risposta del commentatore Rai, ex atleta, non si è fatta attendere, sempre sul Corriere dello Sport: “Francamente sono sorpreso e anche dispiaciuto. Ho paragonato addirittura Filippo (Tortu ndr.) a Mennea, gli ho fatto i complimenti più volte rincorrendolo per telefono e rispondendo a mille interviste. Ho solo introdotto un generico argomento di riflessione ed approfondimento sul difficile rapporto genitore-allenatore e atleta. Invece mi trovo a fronteggiare un attacco personale. Poco male se servo da parafulmine per scaricare un pizzico di delusione, va benissimo. Ma ciò non toglie che rimango della mia idea. Pensate quante tensioni si portano a casa e viceversa. Chiedete ad uno psicologo, vi sorriderà. Per ognuno degli esempi virtuosi che ho letto ci sono altrettanti fallimenti. Aggiungo che la sua previsione del sub 10″00 e 20″00 era di un anno più vecchia della mia, fatta in diretta Rai al Golden Gala quando corse in 20″34. Mai riso in faccia a nessuno”.
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