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Ciclismo su pista, FULMINE AZZURRO! Il quartetto maschile demolisce la Svizzera ed è CAMPIONE D’EUROPA!

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Dominio totale dell’Italia nella finale dell’inseguimento a squadre maschile agli Europei di ciclismo su pista in corso di svolgimento a Glasgow, in Scozia. Dopo il capolavoro della semifinale, dove erano riusciti ad eliminare addirittura i campioni del mondo della Gran Bretagna, gli azzurri hanno completato l’opera con un atto conclusivo mai in discussione, sconfiggendo nettamente la Svizzera e conquistando un oro meritatissimo.

Il ct Marco Villa effettuava un cambio alla vigilia della finalissima: Michele Scartezzini prendeva il posto di Liam Bertazzo, affiancando Filippo Ganna, Elia Viviani e Francesco Lamon.

Gli azzurri, contrariamente alle abitudini, partivano forte sin dal primo chilometro. Cresceva costantemente il divario del quartetto elvetico, composto da Cyrille Thiery, Stefan Bissegger, Frank Pasche e Thery Schir, fino superare i due secondi ai 2500 metri. A quel punto la compagine rossocrociata alzava definitivamente bandiera bianca, con i nostri portacolori che andavano ad imporsi con il crono di 3’55″401, ben 4″3 meglio rispetto agli avversari.

Dopo i due bronzi consecutivi conquistati ai Mondiali, arriva finalmente un prestigioso trionfo per una squadra ormai da anni nell’elite del ciclismo su pista internazionale. Un gruppo solidissimo, trascinato da un fenomeno assoluto come Filippo Ganna e dove si è rivelato utilissimo il ritorno di Elia Viviani: il veronese era al rientro nei velodromi dopo due anni, ma non si è vista alcuna ruggine.

A questo punto il mirino si posa sulle Olimpiadi di Tokyo 2020. Questi ragazzi chiedono solo di poter essere supportati al meglio per fare il proprio lavoro. Tradotto: andrà risolta al più presto la vicenda del velodromo di Montichiari. Risultati alla mano, lo meriterebbero. Eccome.

federico.militello@oasport.it





3 Commenti

1 Commento

  1. Andry84

    4 Agosto 2018 at 09:36

    Mi permetto di aggiungere che , come detto anche da Martinello in telecronaca, il problema sarà ancora più grande per il prossimo quadriennio in quanto si creerà un buco generazionale con atleti juniores che difficilmente verranno portati in giro per l’ Europa ad allenarsi.Per quanto riguarda invece questo gruppo penso e mi auguro che ormai Coni e federazione facciano tutto il necessario a livello economico per garantire la migliore preparazione possibile per provare a cogliere il podio a 5 cerchi tutt’ altro che facile in quanto i tempi dei record italiani andranno abbassati parecchio per le medaglie in Giappone. Al maschile sono abbastanza convinto che Danimarca, Australia, GB e Nuova Zelanda si presenteranno con trenini in grado di girare tutti fra il 3.49 in 3.52 e al femminile considerando GB e Stati Uniti fuori portata rimane 1 posto da giocarsi con Australi e Nuova Zelanda ed anche qui probabilmente servirà qualcosa sotto i 4.15

    • ale sandro

      4 Agosto 2018 at 10:41

      Australia al maschile sono d’accordo con te. Ha una profondità del movimento spaventosa e ha già prestazioni di quel livello.
      Gran Bretagna anche, sebbene li veda leggermente dietro gli australiani.
      Danimarca e Nuova Zelanda forse, non sono così sicuro sinceramente. I neozelandesi quest’anno me li aspettavo decisamente meglio sia al mondiale che al Commonwealth al quale puntavano. I danesi in formazione tipo e al top non sono così lontani dagli azzurri.
      Al femminile invece disamina che mi trova pienamente d’accordo, l’Australia tra l’altro parrebbe rimessa in carreggiata quindi il muro dei 4’15 sembra fondamentale da superare se si vuole puntare il podio.
      In ogni caso queste cose saranno più evidenti, non con le sfide a distanza, ma con la coppa del mondo e i mondiali prossimi, dove le squadre non potranno più fare prove ma dovranno tirare a tutta e si fronteggeranno tutte insieme.
      Ecco perchè è fondamentale poter lavorare con i raduni costanti come si è fatto finora. In due anni i miglioramenti sono stati importanti in entrambe le gare, con medaglie mondiali.
      Certi programmi da Coni e Federazione andavano fatti già 5 mesi fa, con i primi problemi. Vedremo cosa combineranno.
      Intanto Tanfield-Ganna domani, con Oliveira terzo incomodo.

  2. ale sandro

    3 Agosto 2018 at 21:00

    Bellissimo torneo dell’inseguimento a squadre per gli azzurri (e anche per le azzurre che hanno provato a tener testa ai fenomeni britannici , rischiando).
    Sempre superiori a tutti, con un rientro ottimo di Viviani che non correva un inseguimento a squadre proprio dal mondiale 2016, quando trascinò gli azzurri in batteria sotto i 4 minuti per la prima volta (con Ganna a riposo).
    Un gruppo di 6 uomini perché potrà contare anche su Consonni, non convocato per questo europeo, ma assolutamente in gioco visto anche il regolamento di qualificazione olimpica e l’obbligo di scelta per madison e omnium tra i 4 inseguitori. Questa assurdità del CIO vorrei sperare preveda almeno la presenza di una riserva da poter utilizzare come ad Europei e Mondiali.

    Insomma una grande vittoria , e grandi prospettive e tutto diventa paradossale , vista la rifinitura improvvisata su un monumento storico come il Vigorelli, con misure però ormai lontane dallo standard internazionale.
    Io mi chiedo davvero che cosa passi nella testa di istituzioni politiche, Coni, Federazione, che ancora non si sono resi conto di quanto sportivamente importante sia mettere nelle migliori condizioni gli atleti e le atlete di questo sport, invece di aspettare la chiusura o la non agibilità degli impianti.

    Uno sport che ha visto l’Italia dominare nel ventesimo secolo, e dopo il buio di una dozzina d’anni al maschile inframmezzato qualche sprazzo di luce al femminile, sta risorgendo almeno nel settore endurance, non merita di vedere gli azzurri/e andare in difficoltà col lavoro da fare ,perchè impegnati ad andare da una parte all’altra a caccia di velodromi stranieri disponibili e arrangiarsi , mentre tutte le nazioni avversarie dalle grandi alle piccole, hanno il loro velodromi coperti con misure attuali, o possono contare su strutture efficienti.

    A quello che si sa fino a inizio 2020 sembra sia questo il destino della nazionale.

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