Atletica
European Championships 2018: Italia all’esame atletica. Serve rinascere nella regina dello sport
Finora ci siamo divertiti con gli European Championships 2018: l’Italia ha raccolto medaglie in tutte le discipline, compresa la ginnastica dove le nostre juniores hanno fatto incetta di trionfi.
Se il nuoto è una garanzia da ormai due decenni, il canottaggio, seppur a fasi alterne, mantiene sempre livelli di eccellenza, il ciclismo su pista è tornato a recitare un ruolo da assoluto protagonista nonostante la chiusura del velodromo di Montichiari, mentre su strada è arrivata la splendida affermazione della rediviva Marta Bastianelli, oggi la musica cambia. Comincia l’atletica, la regina dello sport in cui da troppi anni stiamo vivendo una crisi agonizzante.
I numeri parlano chiaro: appena due medaglie vinte negli ultimi tre Mondiali (l’argento di Valeria Straneo nella maratona 2013 ed il bronzo di Antonella Palmisano nella 20 km di marcia 2017), zero podi alle Olimpiadi di Rio 2016, evento che non si verificava addirittura da Melbourne 1956. Insomma, terra desolata o quasi.
In questa stagione, tuttavia, il vento sembra finalmente cambiato. Diversi volti nuovi si sono affacciati alla ribalta con prestazioni di altissimo livello. L’attesa sarà tutta per Filippo Tortu, erede di Livio Berruti più che di Pietro Mennea, primo italiano della storia capace di infrangere la fatidica soglia dei 10 secondi nei 100 metri, proprio la gara più prestigiosa dello sport in generale. In prospettiva futura l’evoluzione naturale di questo talento di appena 20 anni potrebbe portarlo a misurarsi in pianta stabile nei 200 metri, dove con un lanciato formidabile potrebbe anche dare filo da torcere ad americani e giamaicani. Intanto c’è un Europeo tutto da vivere per provare ad agguantare un podio importantissimo e prestigioso. E chissà che per vincere non possa bastare anche un crono superiore ai 10 secondi: in queste gare, più che il tempo, conta il piazzamento.
L’effetto Tortu ha dato nuova linfa al settore della velocità e, non a caso, anche la 4×100 si presenterà a Berlino con fondate ambizioni di medaglie. Tra i quattro frazionisti sarà presente anche Marcel Jacobs, sceso fino a 10″08 e riscopertosi sprinter in attesa di poter tornare ad abbracciare il salto in lungo.
Chi ha compiuto un vero e proprio salto in alto, e non solo in senso figurato, è Elena Vallortigara. Superare quota 2,02 metri, ad appena 1 cm dal record italiano di Antonietta Di Martino, significa essere entrati non solo nel gotha della specialità, ma anche di potersi giocare sempre le medaglie in qualsiasi appuntamento, Olimpiadi comprese. A questo punto la 26enne veneta dovrà mostrare personalità e carattere per effettuare questo tipo di misure nelle gare che contano. Anche per lei l’Europeo può davvero rappresentare lo spartiacque della carriera.
Tortu e Vallortigara sono le pietre angolari di un movimento che sta faticosamente cercando di risorgere dalle ceneri e che vuole tornare dove storia e tradizione impongono ad una nazione come l’Italia. Non va poi dimenticato un personaggio come Gianmarco Tamberi, il cui unico problema attuale è di natura mentale: riuscisse a sbloccarsi, liberandosi di tutte le paure, potrebbe davvero tornare a volare.
Grande attesa per la marcia. Se Antonella Palmisano ed Eleonora Giorgi (in recupero dopo l’infezione alle vie urinarie) non si discutono, la piacevole novità potrebbe arrivare dal settore maschile: Massimo Stano deve dimostrare che il terzo posto nella 20 km ai Mondiali a squadre dello scorso mese di maggio non era stato un caso isolato.
Qualcosa di buono potrebbe arrivare anche dalle lunghe distanze: Yemaneberhan Crippa può giocarsi il podio sia nei 5000 sia nei 10000 metri, così come è attesa ad una prestazione importante Sara Dossena nella maratona, ex-triathleta rivelatasi al mondo nel 2017 con la sesta piazza nella 42 km e 195 metri di New York.
La ciliegina sulla torta potrebbe poi giungere dalle staffette 4×400 metri, soprattutto quella maschile ha mostrato una solidità tale da poter fare più di un pensierino alla top3.
Certo, gli Europei non possono venire paragonati ad un Mondiale o ad una Olimpiade: troppo inferiori come livello e concorrenza. Tuttavia far bene a Berlino potrebbe davvero gettare le basi per tornare a vedere la luce dopo anni di buio totale. Servono dei lampi azzurri per rinascere.
federico.militello@oasport.it