Editoriali
European Championships 2018: medaglie dal profumo di Tokyo 2020. Gerarchie inscalfibili nel nuoto sincronizzato
Va in archivio una giornata tutto sommato positiva per l’Italia agli European Championships. A Glasgow il Bel Paese ha messo in cassaforte ben sei medaglie: nessuno ha fatto meglio. In molti casi, inoltre, i podi sono arrivati grazie ad atleti giovani e con margini di miglioramento notevoli.
Spicca su tutti il trionfo dell’inseguimento a squadre maschile di ciclismo su pista. Un gruppo ai vertici ormai da due stagioni, trainato da un Filippo Ganna che, a soli 22 anni, è già un veterano e dove si è rivelato utilissimo il rientro di Elia Viviani, campione olimpico di Rio 2016 che domani tornerà a cimentarsi anche nell’amato omnium. A spianare la vittoria degli azzurri è stata l’affermazione in semifinale sulla favorita Gran Bretagna, il cui quartetto era composto per 3/4 dagli uomini che lo scorso inverno si erano aggiudicati il titolo iridato. L’aver prevalso sui ‘maestri’ di questa specialità potrebbe dunque spianare nuovi orizzonti per gli azzurri, ora davvero consapevoli di potersela giocare ad armi pari contro chiunque.
L’argento rappresentava invece il massimo risultato possibile per l’inseguimento a squadre femminile. Troppo grande (e difficilmente colmabile da qui a Tokyo 2020) il gap tra le azzurre e la Gran Bretagna, anche se le nostre portacolori hanno provato a giocarsela fino in fondo, ‘scoppiando’ tuttavia negli ultimi 1000 metri. La giovanissima età delle ragazze allenate dal ct Dino Salvoldi (Marta Cavalli ed Elisa Balsamo sono del 1998, Letizia Paternoster del 1999) consente però di progettare un futuro a lunga scadenza, anche in proiezione del quadriennio che porterà a Parigi 2024.
Il nuoto ha regalato due argenti di una certa importanza. L’Italia, 10 anni dopo Alessia Filippi, ha finalmente ritrovato una grande mistista in Ilaria Cusinato, veneta di appena 18 anni che ha compiuto il salto di qualità sotto la saggia guida del tecnico Stefano Morini, guru di Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti. Resta il rimpianto per un oro che, in assenza della fuoriclasse ungherese Katinka Hosszu, sembrava alla portata: l’azzurra ha dovuto fare i conti con la sorprendente francese Fantine Lesaffre, riuscita ad abbattere addirittura 4 secondi al proprio primato personale e ad agguantare un titolo che sembrava impossibile alla vigilia.
Va salutato con entusiasmo anche il secondo posto della 4×100 sl: passano gli anni, cambiano i punti di riferimento (su tutti Filippo Magnini), eppure l’Italia resta altamente competitiva nella velocità. Impressionante la prestazione di Alessandro Miressi, unico capace di scendere sotto il muro dei 47 secondi (46″99), seppur in una frazione lanciata. Dovesse ripetersi anche nella gara individuale, il 19enne torinese potrebbe diventare la grande rivelazione azzurra di questa rassegna continentale. Con un Miressi così, la favorita Russia non è sembrata di certo fuori portata. Per l’oro è mancato quel qualcosa in più da parte del veterano Luca Dotto, mentre hanno offerto un rendimento poco più che sufficiente sia Ivano Vendrame sia Lorenzo Zazzeri.
Altre due medaglie, infine, sono giunte dal nuoto sincronizzato. Uno sport dove le gerarchie sembrano inattaccabili e la Russia la fa da padrona, vincendo praticamente tutte le gare. Sembrava ‘a rischio’ solo quella del duo misto tecnico, dove Manila Flamini e Giorgio Minisini si presentavano alla gara con il titolo di campioni del mondo in carica. Con un verdetto che non ha convinto appieno gli azzurri, ad imporsi sono stati proprio i russi, così come nel duo tecnico, dove Linda Cerruti e Costanza Ferro sono state brave a confermarsi sul podio.
federico.militello@oasport.it
Vanemar
3 Agosto 2018 at 22:19
Le medaglie juniores verranno conteggiate nel medagliere ufficiale?
Federico Militello
3 Agosto 2018 at 22:26
In quello ufficiale no, ma noi di OA riteniamo giusto e corretto conteggiarle.