Formula 1

F1, GP Italia 2018: è sfida totale tra Ferrari e Mercedes. Motori a confronto a Monza, tra sviluppo e affidabilità

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È il Tempio della Velocità, una pista di motore se ce n’è una. A Monza va in scena la gara più attesa per gli appassionati della F1, non solo italiani, desiderosi di vedere all’opera le vetture di quest’anno, che già stanno facendo incetta di record, sul circuito più veloce del Circus.

Le caratteristiche del motore sono ovviamente alla base della competitività di una monoposto di Formula 1 e questo aspetto viene esaltato ancor di più sul circuito di Monza. Ferrari e Mercedes si stanno sfidando da inizio stagione a suon non solo di prestazioni, ma anche di sviluppo e affidabilità. Ecco perché la lotta tra le due scuderia assumerà un sapore diverso nel prossimo fine settimana, perché nel GP d’Italia saranno a confronto anche le due power unit.

Entrambe si presentano a Monza con l’ultima evoluzione, la power unit “Evo 3”, già montata a Spa, da sempre l’antipasto ideale per il weekend italiano. Le sensazioni, però, sono diverse. Il lavoro in casa Ferrari è andato secondo le previsioni: la nuova power unit è stata anticipata da Haas e Sauber in Ungheria dando un esito positivo, e soltanto dopo è stata montata dai due piloti ufficiali. Più incertezza in casa Mercedes, che fino a pochi giorni prima del Belgio non erano certi di portare in tempo la nuova evoluzione, rischiando quindi di aver affrettato i tempi. È uno dei leit motiv della stagione. La Rossa ha ricucito il gap e la scuderia di Brackley non sempre ha dimostrato di saper gestire il fiato sul collo dei rivali.

Passando alla situazione dei piloti, i due duellanti per il titolo, Sebastian Vettel e Lewis Hamilton non rischiano penalità, a meno di rotture e incidenti di percorso. Il tedesco non ha avuto intoppi fin qui, mentre il britannico è invece riuscito a salvare le componenti della sua power unit dopo il ritiro in Austria e i problemi in qualifica in Germania. Diversa, invece, la situazione dei due “gregari”, che un ruolo decisivo nella lotta costruttori, ma anche in quella piloti, ce l’hanno.

Valtteri Bottas è incappato nella penalità in Belgio, avendo montato tutte e sei le componenti della quarta power unit, superando quindi il limite di tre. Qualcosa di già ampiamente previsto dopo i problemi occorsi nella famosa gara di Spielberg. È al limite, invece, Kimi Raikkonen, che a Spa ha montato soltanto l’unità ICE “evo 3”: nel momento in cui il finlandese decidesse di sostituire il turbocompressore, però, andrebbe incontro ad una penalità di 10 posizioni, avendo già raggiunto il limite dopo la rottura di Barcellona.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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