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Ginnastica, Europei 2018: cosa ci lascia Glasgow? Italia, hai un futuro! Sfilza di infortuni, agonismo a mille, equilibrio sovrano. Tra reginette e rivelazioni

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Si sono conclusi gli Europei 2018 di ginnastica artistica in versione femminile, a Glasgow non è mai mancato lo spettacolo in quattro giorni come sempre avvincenti e appassionanti. Sono tanti i temi caldi emersi nel corso di questa rassegna continentale, si può già trarre un bilancio di quanto si è visto all’SSE Hydro della metropoli scozzese.

 

ITALIA, HAI UN FUTURO – Le nostre juniores hanno confermato sul palcoscenico più importante che le buone parole spese sul loro talento erano motivate. La nostra Nazionale ha dominato in lungo in largo, le azzurre hanno gareggiato da vere padrone del Vecchio Continente surclassando l’intera concorrenza: il nostro strapotere parla di 7 medaglie complessive (4 ori, 2 argenti, 1 bronzo) ma soprattutto abbiamo vinto le due gare regine (quella a squadre e quella all-around). Non c’è stata davvero storia, il nostro quintetto ha ribadito che può togliersi delle soddisfazioni importanti anche da seniores e ne vedremo delle belle verso le Olimpiadi di Tokyo 2020.

Intanto ci coccoliamo Giorgia Villa, Campionessa d’Europa nel concorso generale ma anche alla trave (attrezzo non propriamente suo) e a un passo da un poker antologico visto che al volteggio e al corpo libero si è dovuta accontentare di due argenti per 117 millesimi complessivi. Le gemelle Asia e Alice d’Amato (la prima trionfatrice alla tavola), Elisa Iorio (bronzo sui 10 cm) e Alessia Federici (unica classe 2004) completano una formazione da sogno che ha fatto suonare l’Inno di Mameli nel team event per la prima volta nella storia. Volteggio e parallele superlative, trave e corpo libero ancora migliorabili: il tempo parlerà per queste azzurrine ma intanto Russia, Romania, Francia e Gran Bretagna si inchinano.

 

TROPPI INFORTUNI – Prima e durante. Le assenze a questi Europei erano infinite, proviamo a riassumere quelle clou: Mustafina, Komova, Spiridonova, Eremina, Tutkhalyan, Kharenkova, Paseka per la Russia; le sorelle Rebecca ed Ellie Downie (la prima infortunatasi in prova podio) e Claudia Fragapane per la Gran Bretagna; Giulia Steingruber per la Svizzera; Lara Mori, Martina Maggio, Desiree Carofiglio e poi Sofia Busato in qualifica per l’Italia; Ellie Seitz per la Germania; Larisa Iordache per la Romania (postumo dei Mondiali); Eythora Thorsdottir per l’Olanda; il Belgio rimasto con quattro atlete e che rinuncia alla Finale a squadre. Di chi è la colpa? Non può essere tutta sfortuna. Dunque o si parla di preparazione errata oppure tutto è da ricercare nel tentativo esasperato di elementi sempre più complessi. La situazione va analizzata nel dettaglio, ne va della salute delle ragazze!

 

LIVELLO TECNICO BASSO? – Non abbiamo visto esercizi sbalorditivi salvo alcuni lampi come le parallele di Derwael e a tratti la trave di Wevers. Piace la solidità di Melanie De Jesus, Angelina Melnikova magnifica per classe ma questa edizione degli Europei non verrà ricordata per un livello pazzesco degli esercizi eseguiti.

AGONISMO PAZZESCO – Se il tasso tecnico non è mancato, l’equilibrio ha regnato sovrano. Abbiamo avuto delle Finali di Specialità con molto pathos, incerte fino all’ultimo con tanti duelli e testa a testa che hanno sicuramente divertito i 14000 spettatori dell’SSE Hydro, sempre pieno: la ginnastica femminile ha fatto centro ancora una volta.

EQUILIBRIO SOVRANO – Medagliere pazzo: cinque titoli in palio, cinque Nazioni vincenti differenti. Russia (squadra), Ungheria (volteggio con Devai), Belgio (staggi con Derwael), Olanda (trave con Wevers) e Francia (corpo libero con De Jesus) sono riuscite a fare risuonare il proprio anno. E abbiamo addirittura tre Nazionali con un record di 1-1-1 che si dividono il primato: non era mai successo.

COME STA IL CONTINENTE? – La Russia vince la gara a squadre anche con le seconde linee (tolta Melnikova), la Francia fa paura con una squadra solidissima e con delle individualità di spicco (De Jesus, Devillard, Boyer), la Gran Bretagna si stava salvando anche senza le stelle, l’Olanda ha lavorato tanto per essere competitiva e si prende il bronzo. L’Italia rimaneggiata e incerottata rimane fuori dalla finale, viene ripescata e chiude sesta portando anche Martina Basile in finale al corpo libero, poi bravissima quinta. Mancano meno di due mesi ai Mondiali, gli USA dipendono da Simone Biles e dalla Cina si hanno poche novità.

 

LA STELLA DEGLI EUROPEI – Difficile individuare una ragazza che è emersa sopra tutte. Sarebbe stata Angelina Melnikova per come ha trascinato la squadra verso l’oro e per le medaglie prese tra volteggio e parallele ma l’errore al suo corpo libero pesa tantissimo. Merita Nina Derwael che conferma il titolo sugli staggi e poi si prende anche l’argento alla trave. Melanie De Jesus ha una classe sopraffina e una completezza sui quattro attrezzi davvero ammirevole.

RIVELAZIONI – L’ungherese Boglarka Devai che vince al volteggio, la svedese Jonna Adlerteg che ritorna dopo cinque anni dall’argento continentale di Mosca e si ripete alle parallele, la belga Axelle Klinckaert che sfrutta l’occasione per vincere il bronzo al quadrato, la rumena Gulguta che porta a casa due medaglie risollevando il morale di una Nazione ai minimi storici.

 





(foto Federginnastica)

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