Artistica
Ginnastica, Olimpiadi Tokyo 2020: i prospetti da medaglia dell’Italia. Vanessa Ferrari ci riprova, si sogna con la squadra delle giovani
La corsa verso le Olimpiadi di Tokyo 2020 è ufficialmente incominciata, mancano due anni all’appuntamento sportivo più importante e il cammino di qualificazione sta per entrare nel vivo. Gli occhi dei vari atleti sono già rivolti verso il Sol Levante dove tra ventiquattro mesi si lotterà per la conquista delle ambite medaglie, quelle che cambiano una vita intera. L’Italia della ginnastica artistica ha iniziato il suo cammino da molto lontano, lavorando su giovanissime/i già da qualche stagione proprio con l’obiettivo di arrivare preparati nella capitale nipponica e giocarsi qualcosa di importante.
Si sono appena conclusi gli Europei a Glasgow dove tra i seniores non siamo riusciti a salire sul podio (per la terza stagione consecutiva) ma abbiamo dominato nella categoria juniores, esibendo una nidiata di talenti e promesse che potrebbero davvero farci sognare nel momento cruciale dell’intero quadriennio. Ma quali sono gli azzurri della ginnastica che possono vincere una medaglia alle Olimpiadi di Tokyo 2020? Ricordiamo che a Rio 2016 chiudemmo a mani vuote mentre a Londra 2012 arrivò il bronzo di Matteo Morandi agli anelli, nelle ultime due edizioni Vanessa Ferrari pianse lacrime amare a causa del quarto posto al corpo libero.
E partiamo proprio dalla nostra capitana che è tornata ad allenarsi dopo l’operazione dello scorso autunno che si era resa necessaria a causa dell’infortunio patito ai Mondiali. La nostra punta di diamante ha deciso di riprovarci per l’ennesima volta, di regalarsi ancora un’opportunità per cercare di conquistare l’unico alloro che le manca in una carriera già monumentale. La Campionessa del Mondo 2006 si deve ormai chiamare fuori dal discorso di squadra e deve seguire un percorso da individualista per ottenere la quarta qualificazione ai Giochi (sarebbe un record alle nostre latitudini): la bresciana sarà dunque chiamata a partecipare alla Coppa del Mondo sfruttando il nuovo regolamento della FIG che prevede dei posti per le individualiste anche di quelle Nazioni che hanno già qualificato la squadra. La quasi 28enne cercherà di lottare contro il meglio del movimento internazionale sull’amato quadrato, dovrà essere perfetta per non avere rimpianti e portare a casa una medaglia che al femminile manca addirittura da Amsterdam 1928 (argento con la squadra).
Si punta poi tutto sulla classe 2003, un quartetto costruito meticolosamente da Enrico Casella che crede nell’impresa: l’obiettivo è quello di lottare per il podio nella gara a squadre, sarebbe un’impresa stratosferica e senza eguali. Il lavoro da fare è ancora tanto ma le nostre juniores, dominatrici agli Europei dove hanno vinto 4 ori sui 6 in palio, possono davvero fare la differenza: Giorgia Villa, le gemelle Asia e Alice d’Amato, Elisa Iorio sembrano avere il talento giusto per regalarci della emozioni, sono ultra competitive tra volteggio e parallele, sono molto complete e si migliorano costantemente. Il prossimo anno diventeranno seniores, spetterà a loro staccare la qualificazione alle Olimpiadi tramite i Mondiali magari anche con l’aiuto di qualche veterana come Lara Mori, Elisa Meneghini, Martina Maggio. Per Sofia Busato bisognerebbe pensare a un percorso da individualista al volteggio ma prima la comasca deve recuperare dall’infortunio patito proprio a Glasgow la scorsa settimana, da comprendere anche quali saranno le scelte definitive di Carlotta Ferlito e di altre big viste nelle ultime stagioni come Erika Fasana e Martina Rizzelli.
E al maschile? Dopo la mancata qualificazione a Rio 2016 il movimento ha attraversato un’importante fase di crisi e solo ora si stanno affacciando dei giovani interessanti che in futuro potrebbero fare bene. Nicolò Mozzato ha vinto l’all-around continentale, la squadra ha conquistato il bronzo, Edoardo De Rosa si è imposto al cavallo con maniglie ma la sensazione è che questi ragazzi abbiamo bisogno di più tempo per formarsi anche fisicamente, si potrebbe parlare più di Parigi 2024 che di Tokyo 2020 dove ci affideremo soprattutto a Marco Lodadio: quella volta i suoi anelli dovranno essere perfetti perché ha fatto capire che in determinante condizioni può puntare davvero in alto.
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