MotoGP
MotoGP, Mondiale 2018: tanti giovani interessanti per l’Italia. Ma, a quasi 40 anni, Valentino Rossi resta imprescindibile
Dopo aver tagliato la boa di metà stagione nel Motomondiale è tempo di fare un primo bilancio per quanto riguarda i colori italiani. Sono 26 i piloti che hanno preso il via ad almeno una gara in questo 2018, nelle tre classi (manca all’appello la wild card Michele Pirro che, al Mugello, non ha potuto correre dopo il terribile incidente nel corso delle prove libere) e, chi più chi meno, si sono distinti in queste prime 11 tappe del calendario. Si svaria tra giovani, se non giovanissimi talenti, piloti che stanno confermando una crescita importante, e “senatori” dal sicuro affidamento. La costante è una: Valentino Rossi, nonostante i 39 anni suonati, è ancora il faro del movimento italiano, e di gran lunga.
Il “Dottore”, infatti, nonostante non vinca un titolo iridato dall’ormai lontano 2009, e manchi l’appuntamento con il gradino più alto di un Gran Premio da ben 21 occasioni (Assen 2017) è, e rimane, il fiore all’occhiello dell’Italia nel mondo delle due ruote. Il nove volte campione del mondo sembra più in forma ora rispetto a qualche anno fa, ma per sua sfortuna non è assecondato da una M1 che è lontana in fatto di prestazioni rispetto a Ducati e Honda. Il fuoriclasse di Tavullia, nonostante questo, è l’unico in grado di mantenere aperti i discorsi in MotoGP. Una categoria nella quale Andrea Dovizioso, tra qualche alto e basso di troppo si sta confermando come un pilota veloce, solido e pronto a vincere in ogni occasione. Una speranza che il suo futuro compagno in Ducati, Danilo Petrucci, proverà a coltivare con maggiore frequenza sin dalla prossima stagione. La sua attuale permanenza in Pramac, ovviamente, non permette al pilota umbro di competere ad armi pari con i migliori ma, come dimostrato in numerose occasioni, può dire la sua e puntare anche al successo senza bisogno di miracoli.
Chi, invece, sta vivendo un presente complicato è Andrea Iannone. Il pilota di Vasto sta per chiudere la sua esperienza in Suzuki con minori soddisfazioni di quanto si sarebbe atteso, con un futuro in Aprilia che, almeno inizialmente, gli garantirà ben poche chance di emergere. Il talento dell’ex ducatista non si discute ma senza la giusta continuità, ed una moto performante, c’è il timore che per lui il meglio sia ormai passato. Pronti ad essere smentiti, come nel caso di Franco Morbidelli. La sua stagione da rookie in MotoGP ha fatto vedere guizzi, ma anche passaggi a vuoto, com’è normale che sia. Il campione in carica della Moto2 confida parecchio nella prossima stagione con il cambio di casacca; per il momento continua a fare esperienza utile per un pilota che non ha nulla da invidiare a nessuno in fatto di qualità e solidità.
Si passa alla classe mediana, dove i colori italiani stanno brillando in maniera particolare. Su tutti, ovviamente, Francesco “Pecco” Bagnaia. Il 21enne torinese sta confermando quanto di buono si pensava di lui. Con il passare degli anni ha messo in mostra una crescita esponenziale ed ora è pronto a battagliare per il titolo iridato in Moto2 e, soprattutto, allo sbarco in MotoGP nella prossima stagione quando arriverà nel team Ducati Pramac. Bagnaia sembra davvero uno di quei piloti destinati a lasciare un segno nel Motomondiale ma, per assecondare il suo talento, avrà bisogno di una moto valida quando affronterà il salto di categoria. Se il torinese si sta confermando, il suo grande amico Lorenzo Baldassarri sta stupendo. Il classe 1999, infatti, sta vivendo un’annata che va ben oltre le sue più rosee aspettative. Ad inizio campionato non poteva certo pensare di poter lottare per il vertice in Moto2 ed invece ci sta riuscendo con pieno merito. Anzi, senza qualche colpo di sfortuna…
Da questo punto di vista, per esempio, Mattia Pasini ha pagato ampiamente il suo conto. Il pilota romagnolo, infatti, dopo un 2017 sugli scudi, sta vivendo un 2018 con troppi bassi, e pochi alti. Una di quelle stagioni nate male e che non si raddrizzano più. A 33 anni, dopotutto, non fa piacere correre con poche chance in mezzo ai ragazzini della Moto2. Uno tra questi, Luca Marini, invece, sta muovendo passi da gigante in avanti. Negli ultimi anni è stato condizionato troppo spesso da cadute ed infortuni. Adesso che tutto sembra essere alle spalle, il “fratellino” di Valentino Rossi si sta scucendo di dosso questa etichetta e sta dimostrando che a 21 anni appena compiuti, è in grado, ampiamente, di procedere sulle sue gambe. Anche nel suo caso il futuro sembra radioso.
Destino più complicato, invece, per Romano Fenati. Il pilota ascolano classe 1996, dopo tanti anni in Moto3 (con belle vittorie ma anche colpi mancati pesanti) sta scontando l’ambientamento in Moto2, con un campionato che dire anonimo è fare un complimento. Nella classe mediana troviamo anche Andrea Locatelli, Federico Fuligni e Stefano Manzi che, non disponendo di un mezzo valido, faticano a mettersi in luce. Il bergamasco, ad ogni modo, è una presenza fissa nella zona punti, ed in un campionato così competitivo, non è cosa da poco. Capitolo a parte per Simone Corsi. Il 31enne romano si sta avviando verso la conclusione della carriera con una nona stagione consecutiva in Moto2 senza guizzi degni di nota.
Se si parla di speranza future, però, non si può non porre l’attenzione sulla Moto3, con ben 11 italiani impegnati. Chi si sta segnalando in maniera eccellente è ovviamente Marco Bezzecchi, Il riminese classe 1998 sta dimostrando di avere velocità e continuità di rendimento e appare già pronto per lottare per il titolo mondiale. Il suo coetaneo Fabio Di Giannantonio, invece, sta crescendo prepotentemente. Dopo diversi anni così così nella classe leggera, sembra davvero aver cambiato passo ed ora è una certezza della Moto3. Non lo sta seguendo Enea Bastianini. Il romagnolo, infatti, è sempre stato additato come talento purissimo, ma non lo riesce a dimostrare. Questa stagione per lui doveva essere quella della consacrazione, invece, tra un errore e l’altro, rischia di sprecare l’ennesima chance.
Per tutti gli altri le possibilità sono minori, anche per colpa della moto a disposizione. Andrea Migno, per incominciare, sembra soffrire la pressione e non riesce a dimostrare un talento che, un anno fa, gli permise di vincere al Mugello. Lorenzo Dalla Porta prova a farsi largo sfruttando la Honda Leopard, ma non sembra ancora in grado di poter lottare per le posizioni che contano. Condizioni simili per Tony Arbolino che, vista anche la giovane età (classe 2000) sta solamente muovendo i primi passi. Come Dennis Foggia (classe 2001) che ha dalla sua il team Sky Racing VR46, o Manuel Pagliani (al momento appiedato dal suo team) e la new entry Stefano Nepa.
Le delusioni in Moto3 hanno due nomi: Niccolò Antonelli e, soprattutto, Nicolò Bulega. Il primo continua ad andare troppo ad alti e bassi, aggiungendo cadute che lo limitano a livello di fisico. L’emiliano, invece, sembra davvero in un tunnel senza fondo. Il classe 1999, alla terza stagione vera e propria in Moto3 (nel 2015 esordì con un 12esimo posto a Valencia) sta mettendo in mostra un’involuzione quanto mai preoccupante. Dopo un brillante settimo posto in classifica nel 2016, è arrivato un 12esimo l’anno scorso, mentre in questo campionato il suo score è allarmante: 5 ritiri, un decimo posto ad Assen, un 14esimo, e tre arrivi oltre la zona punti. Che fine ha fatto il talento dello Sky Racing VR46?
La situazione delle due ruote italiane, nel suo complesso, come abbiamo visto, è incoraggiante, con almeno un pilota in lotta per il titolo in ogni categoria, con solide certezze e tanti giovani pronti a farsi largo. Di Valentino Rossi ne rimane solo uno, è un altro simile. all’orizzonte, tutto sommato, non si vede ancora.
CLICCA QUI PER LEGGERE TUTTE LE NOTIZIE SUL MOTOMONDIALE
alessandro.passanti@oasport.it
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
FOTOCATTAGNI