Nuoto
Nuoto, Europei 2018: IL PAGELLONE dell’Italia. Promossi e bocciati della rassegna continentale di Glasgow
SIMONA QUADARELLA 10: Più di così non le si poteva chiedere. Vittoria con record italiano negli 800, dominio assoluto nei 1500 e vittoria all’ultimo respiro nei 400 che non sono mai stati realmente la sua gara. In Europa ha aperto una nuova era, in attesa del confronto con sua maestà Ledecky che potrebbe non essere più così impietoso come in passato.
PIERO CODIA 10: Al friulano il massimo dei voti perché ha fatto sobbalzare tutti i tifosi del nuoto italiano con una prestazione strepitosa in una gara che storicamente non ha mai arriso all’Italia. A 29 anni si può fare la gara della vita ma l’impressione è che questa non resterà isolata: c’è un percorso dietro la super prestazione dell’uomo che non sorride mai. Mai, tranne quando vince l’oro nei 100 farfalla agli Europei.
ALESSANDRO MIRESSI 9.5: Oro, argento, bronzo: non male per il piemontese che a 19 anni prende in mano il testimone dei grandi velocisti italiani del passato e anche del presente. Domina i 100 stile libero con l’autorità di chi è ben consapevole dei propri mezzi. Manca di poco il record italiano, che poi ritocca al campionati tricolori, come è giusto che sia perché il migliore adesso è lui, la “pertica” torinese che sembra migliorare ogni volta che scende in vasca.
MARGHERITA PANZIERA 9.5: In un anno ha tirato giù 3 secondi: una progressione da campionessa se si pensa che si è migliorata costantemente ed è arrivata sul terzo gradino della graduatoria mondiale stagionale alle spalle di due fenomeni come la canadese Masse e la statunitense Baker che hanno fatto al massimo due decimi meglio di lei. Una vittoria che vale un podio mondiale. La sfida in vista di Tokyo 2020 è lanciata!
ILARIA CUSINATO 8: Tra i nomi nuovi del nuoto azzurro, quello più altisonante è proprio quello della veneta, due volte argento nei misti. Le è mancato davvero poco per l’oro: nei 400 ha trovato una delle grandi sorprese dell’Europeo, la francese Lesaffre che ha fatto la gara della vita, nei 200 ha sbattuto contro l’orgoglio del suo idolo Katinka Hosszu che non voleva lasciare Glasgow a mani vuote. Migliora il record italiano già fatto segnare a Roma dei 200 per ben due volte e ha il sorriso stampato sul volto di chi sa che, prima o poi, toccherà anche a lei cantare l’inno di Mameli.
GREGORIO PALTRINIERI 7: L’Europeo più difficile da affrontare. Già la condizione non era strepitosa, poi ci si mette un virus o intossicazione alimentare che sia ma il campione sa trasformare anche i momenti più difficili in attimi di gioia e il bronzo e l’argento dei 1500 e 800 sono medaglie conquistate, non occasioni perse per il campionissimo modenese, pronto per affrontare il biennio olimpico con un pizzico di rabbia in più
FABIO SCOZZOLI 8: Rimettersi in gioco a 30 anni in un mondo che premia l’esuberanza dei giovani in primis non è mai facile. E’ sempre lui, meticoloso, pacato, scattante, tenace: ha solo sei anni in più di quando in Europa dominava la rana e riesce a conquistare un podio nei 50 e un quinto posto in quei 100 sui quali, c’è da giurarci, lavorerà tanto da qui a Tokyo perchè è vero che il treno più veloce è passato a Londra ma proprio a Londra sul podio olimpico c’era Brendan Hansen, 31 anni, alla seconda o anche terza possibilità…
ARIANNA CASTIGLIONI 8: Salire due volte sul podio in una gara in cui le avversarie si chiamano Meilutyte, Efimova, O’Connor, Clark e chi più ne ha più ne metta, non è facile ma per essere competitiva a livello mondiale ha bisogno di salire un altro gradino. Se il fisico non le crea problemi, si può fare eccome.
ANDREA VERGANI 8: E’ un bronzo dal peso specifico elevatissimo quello del milanese che sbriciola il record italiano in semifinale e si mette al passo con i grandissimi della specialità. fra cui anche l’amico Caeleb Dressel, conosciuto in Florida per motivi di studio. Bravo a prendersi la medaglia anche con una gara non perfetta in finale. Dà l’impressione di avere ancora ampi margini di miglioramento e questo lascia ben sperare in prospettiva mondiale.
FEDERICO BURDISSO 8: Tutto tranne che inconsapevole. Ha 16 anni, il ragazzo ma sa benissimo chi è e dove può arrivare. Sfrutta l’occasione del ripescaggio e fa la gara che doveva fare in semifinale, tutta d’attacco nel 200 farfalla dove chi parte forte spesso arriva pianissimo. Lui dimostra di avere le qualità giuste per diventare un grande della specialità e non solo perché è poliedrico e potrebbe cimentarsi su più discipline.
MATTEO RESTIVO 8: Tra tutte le sorprese al maschile, la sua è fra le più grandi. Di professione fa lo studente di medicina, con il desiderio di diventare cardiologo. Il nuoto è un diversivo ma lui ama fare le cose per bene, non si è fatto abbattere dalla brutta figura di Budapest e si è fatto trovare per due volte quest’anno, con la forma giusta al posto giusto, al momento giusto. Chapeau!
LUCA PIZZINI 8: ha fondato l’associazione dei “ranisti anonimi”: si ama definire così per via del suo carattere schivo che nasconde un leone quando scende in acqua. A Glasgow aveva il podio e il record italiano nel mirino: il primo centrato, il secondo no ma ha tutte le carte in regola per riprovarci. Zitto zitto, ha già due bronzi europei nel palmares e di questo passo la finale mondiale o addirittura olimpica può essere un obiettivo plausibile.
CARLOTTA ZOFKOVA 8: La sorpresa delle sorprese! Tira giù sei decimi al personale, si prende due finali europee e due record italiani pesanti come quelli dei 50 e dei 100 dorso e sale per la prima volta sul podio individuale in una rassegna continentale. Matteo Giunta ha fatto un piccolo miracolo perché la gigante romagnola era ferma sui suoi tempi da un lustro e sembrava non potersi schiodare da lì e invece eccola nelle prime 15 del mondo in una stagione dove tutte vanno fortissimo e con il lavoro sulla subacquea i miglioramenti sono dietro l’angolo.
ELENA DI LIDDO 8: Un’altra esponente del partito di quelli per cui è valsa la pena aspettare senza bocciature premature. E’ scoccata finalmente la scintilla e sono arrivati i risultati: bronzo nei 100 farfalla, bronzo nella mista mista per la pugliese che, dal Sud, spesso inadeguato per strutture e ricettività di atleti, lancia un grido di gioia che speriamo contagi qualcuno.
FILIPPO MEGLI 7.5: E’ un voto che accomuna il suo quarto posto individuale con personale migliorato e la staffetta 4×200 stile libero, una delle poche squadre “vere” viste a Glasgow che porta a casa un bronzo insperato e lascia molto ben sperare per il futuro, con il plausibile inserimento di un certo signor Detti che potrebbe tirare giù altri due secondi buoni.
FEDERICA PELLEGRINI 6: Non è facile chiamarsi Federica Pellegrini, presentarsi ad un Europeo dove si è sempre recitato il ruolo di star assoluta e affrontare una gara dove si sa già in partenza che la medaglia è tabu. Lei lo fa con coraggio, naturalezza e serenità. L’unico momento di tensione dopo la 4×100 mista perchè quelle due che la superano nel finale di un 100 nuotato tutto sommato bene la fanno un po’ arrabbiare ma l’esame è superato brillantemente. L’anno sabbatico è alle spalle. Ora o si dà il massimo nella gara che più le si addice, i 200 stile, o andare avanti non avrebbe alcun senso.
THOMAS CECCON 6: E’ uno dei giovani più interessanti dell’ultima nidiata azzurra ma c’èp ancora qualcosa che non funziona nel suo meccanismo mentale. Va in finale nei 100 e si migliora fino ad arrivare a 13 centesimi dal podio, poi nella prima frazione della mista concede agli avversari quasi un secondo e mezzo consegnando ai compagni un fardello difficile da indossare. Da registrare perchè può regalarsi e regalare soddisfazioni enormi
ILARIA BIANCHI 5.5: Lascia un po’ di rammarico il record italiano fatto segnare ieri fuori dal contesto Europeo perché quel tempo avrebbe significato argento alle spalle di Sjostroem ma l’emiliana è così, incontrollabile. Nuota bene, chiude una delle migliori stagioni della carriera ma esce dall’Europeo senza medaglie dopo due bronzi consecutivi e questo le darà la spinta per arrivare a Tokyo 2020 con tanta rabbia in corpo.
SIMONE SABBIONI 5: Ha nelle braccia e nelle gambe il bronzo europeo. Il bronzo, non l’oro! Un errore di presunzione fatale il suo, quello di volersela giocare con quelli molto più forti e lo schiaffo arriva, pesantissimo con un quinto posto che grida vendetta. La vendetta arriverà da qualche altra parte perché l’attesa staffetta 4×100 mista non fa neppure la finale.
LUCA DOTTO 5: L’argento nella 4×100 non basta a cancellare un finale di Europeo da incubo. Nel giro di 24 ore fallisce la finale dei 50 stile ampiamente alla portata, manda alla deriva la 4×100 stile libero mista con una prima frazione da incubo e non riesce a rimettere in piedi la 4×100 mista dopo il mezzo disastro dei primi tre frazionisti (ma sarebbe bastato superare una delle squadre davanti (gli avversari si chiamavano Krasochka e Pijnenburg, non Morozov e Scott, tanto per fare due nomi a caso). Dovrebbe essere un trascinatore ma si perde ancora una volta e piace di più quando non sta bene e si prende la finale dei 100 che quando sembra aver smaltito il malanno che lo ha colpito il secondo giorno della manifestazione.
MATTEO RIVOLTA 4: Che fine ha fatto il campione debordante che aveva strabiliato nei 100 farfalla a Copenhagen? Europeo impalpabile e anche un po’ dannoso per la squadra perchè la responsabilità dell’eliminazione della 4×100 mista è soprattutto sua. Vale la pena aspettarlo perchè ha fisico e qualità ma iniziano ad essere troppi i buchi neri in una carriera che sarebbe potuta essere sfavillante e invece al momento è da incompiuto.