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Nuoto, Federica Pellegrini e il piano per Tokyo 2020: solo divertimento e nessuna ambizione?

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Gli Europei 2018 di nuoto a Glasgow hanno chiuso i battenti e il bilancio della spedizione italiana è a dir poco trionfale: 22 medaglie, miglioramenti cronometrici sostanziali e gruppo delle “nuove proposte” ricco di elementi giovani e meno giovani, che hanno tanta voglia di emergere e di dimostrare di essere all’altezza della situazione.

Una rassegna in cui il tridente offensivo, sposando una terminologia calcistica, non ha potuto incidere come avremmo sperato: Gabriele Detti ai box, fermato da un problema alla spalla (fortunatamente risolto), Gregorio Paltrinieri condizionato da febbre e gastroenterite nella settimana scozzese (un argento e un bronzo negli 800 sl e nei 1500 sl) e poi Federica Pellegrini nel suo anno di transizione.

Approfondendo gli aspetti legati alla campionessa di Spinea, è chiaro che una competizione internazionale che non la vede andare a medaglia desti sensazione: l’ultima volta era capitato 12 anni fa a Budapest. E questo porta ad interrogarsi sul futuro della fuoriclasse veneta e su quello che sarà il suo prossimo futuro. Il progetto sulla velocità non convince e il ritorno ai 200 sl è quello che vorrebbero tutti, anche se il resto del mondo non sta fermo e le atlete capaci di nuotare 1’54” sono numerose. E allora che cosa fare?

Decriptando le parole di Federica sembra quasi che il suo gareggiare non sia guidato dall’ambizione ma dal puro divertimento. In sostanza ai Mondiali dell’anno scorso si è raggiunto l’apice, ed ora si va avanti su una distanza nuova, senza pressioni e senza dover vincere ad ogni costo. L’altro quesito che deriva è il seguente: si potrà andare ai Giochi di Tokyo 2020 solo per questo?

Di sicuro, fin quando il livello delle velociste italiane sarà dal 54″alto al 55″, l’azzurra “potrà dormire sonni tranquilli” ma questa ricerca di deresponsabilizzazione è il modo migliore per concludere la propria carriera? Campioni come Michael Phelps a Rio de Janeiro sono andati per vincere e non solo per “piacere”. Forse sarà necessario chiarirsi le idee sui programmi del biennio e su cosa valga la pena fare o non fare.

 





 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: ANDREA DELBO / Shutterstock.com

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