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Tennis, Masters 1000 Cincinnati 2018: Novak Djokovic sfata il tabù e supera in Finale Roger Federer in due set
Novak Djokovic (n.10 ATP) conquista il suo primo titolo nel Masters 1000 di Cincinnati e chiude il cerchio in Finale contro Roger Federer (n.2 del mondo), che nei tre precedenti lo aveva sempre battuto. Stavolta è stato il serbo ad imporre la propria legge, aggiudicandosi con relativa facilità questo atto conclusivo sul cemento dello Stato dell’Ohio (6-4 6-4) in 1 ora e 25 minuti di partita. Djokovic, con questo successo, porta a casa l’unico 1000 che mancava in bacheca e al sesto tentativo centra il bersaglio grosso, unico ad avere tutti e 9 i tornei di questa tipologia. Per Federer una sconfitta pesante, lontano dai suoi standard e con troppi errori in tutti i fondamentali.
Nel primo set si comprende fin dal primo quindici che Nole ha qualcosa in più in risposta. Ad eccezione del terzo game, i turni al servizio di Roger sono sempre estremamente laboriosi a causa di tanti, troppi errori con il rovescio che non permettono allo svizzero di trovare continuità. Non è un caso che in apertura, solo grazie ad una sequenza di battute vincenti, l’elvetico riesca ad annullare due break point. Da par suo Djokovic è solido da fondo e concede pochissimo all’avversario in risposta. Nel settimo game, dunque, si concretizza la superiorità del serbo e, in conseguenza di un dritto steccato e di un doppio fallo del campione di Basilea, il n.10 del mondo crea lo strappo decisivo. Sul punteggio di 6-4, infatti, Nole, per effetto dell’80% dei punti ottenuti con la prima di servizio e dell’89% con la seconda, conquista la frazione.
Nel secondo set il rossocrociato prova ad alzare il livello del proprio tennis e, mettendo in mostra alcuni colpi del proprio repertorio, strappa il servizio a Djokovic (2-0). Tuttavia, il n.2 del mondo non trova continuità e commettendo un doppio fallo e due errori gratuiti di dritto concede l’immediato controbreak al suo avversario (2-2). Si muove meglio Nole e sul 3-3, indietro 40-0, il serbo si esibisce in alcuni recuperi memorabili che gli valgono il break, al cospetto di un Federer, ombra di se stesso. Tante cose non funzionano nel gioco dello svizzero e l’epilogo sul 6-4 è inevitabile.
giandomenico.tiseo@oasport.it
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foto: Dana Gardner / Shutterstock.com