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Tennis, Matteo Berrettini: “Voglio costruire le basi per diventare un giocatore sempre più forte”

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Un 2018 da urlo quello di Matteo Berrettini. A 22 anni e 3 mesi il giovane tennista italiano ha completato la sua “Settimana da Dio” in quel di Gstaad (Svizzera), aggiudicandosi il primo titolo ATP in carriera, sconfiggendo un top20 come Roberto Bautista Agut, senza perdere un set e concedere break, terminando il torneo senza mai aver perso il servizio. Il tutto arricchito dal successo in doppio con Daniele Bracciali.

Un dominio assoluto quello di Matteo valso il best ranking nel circuito ATP (n. 54 ed attualmente n.60) e la consapevolezza di poter giocare ad alto livello su qualsiasi superficie. Il tennis è uno sport complicato che richiede tutto: fisico, testa e varietà tecnica. Il signor Berrettini tornerà in scena da domani a Winston-Salem (Stati Uniti) per prepararsi al meglio sul cemento in vista degli US Open 2018 (27 agosto – 9 settembre 2018)

Devo realizzare bene quanto sta accadendo. La scalata è stata molto rapida. Di sicuro è il frutto del lavoro duro e dell’impegno che ci ho messo. Il successo a Gstaad è stato più importante del terzo turno al Roland Garros perché comunque un titolo che rimane in bacheca, nessuno potrà mai toglierlo. E ho vinto battendo giocatori forti. Da Parigi a Londra sono comunque andato via da sconfitto“, ha dichiarato il tennista romano in un’intervista a Sport Week, il settimanale di Gazzetta dello Sport.

Un giocatore che sta crescendo un passo alla volta, acquisendo esperienza e cercando di costruirsi fisicamente e mentalmente per match probanti: “L’anno scorso ho perso contro Fognini al primo turno di Roma, dove quest’anno sono uscito al secondo turno contro Sascha Zverev nel Centrale. A Parigi mi ha battuto Dominic Thiem al terzo turno sul campo n.1. In questi casi so che sto affrontando uno importante, ma sono anche convinto di potergli dare fastidio. Con Zverev sentivo la palla molto pesante,  mi dicevo: “Cavoli, non so se posso continuare a tenere questo livello per 2-3 set”. Con Thiem siamo stati alla pari per tre set, al quarto ha ingranato la settima ed è andato va sia di fisico che a livello tecnico. Devo costruire un corpo e un bagaglio tecnico per durare cinque set al loro livello“.

Pensando poi agli imminenti US Open, Matteo confessa: “Mi piace giocare sul cemento, sarà emozionante. L’anno scorso è stato il mio primo Slam, ma non ho superato le qualificazioni, quest’anno ci torno nel tabellone principale. E’ già una prima vittoria. Lo considero però come parte del percorso, non punto a giocare il miglior US Open della mia vita ma a gettare le basi per poterlo giocare altri dieci anni sempre meglio“.

 



Foto: livephotosport / Claudio Bosco

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