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US Open 2018: analisi tabellone italiani. Fognini nell’ottavo di Federer, rebus Cecchinato e Seppi, sfortunati Berrettini e Lorenzi
Gli US Open 2018 si rivelano mediamente benevoli per i cinque portacolori dell’Italia direttamente ammessi al tabellone principale. Per quattro di loro, il primo turno è alla portata o comunque un match tutto sommato giocabile, mentre più problematico si fa il discorso relativo ai turni successivi. Vediamo le prospettive dei nostri, in rigoroso ordine di tabellone.
Paolo Lorenzi è stato sorteggiato contro Kyle Edmund, numero 16 del seeding e del mondo. Per il senese, che non viene da una stagione proprio positiva, quello col britannico non è certo un accoppiamento fortunato. Edmund sta vivendo una buona annata, cominciata con la semifinale agli Australian Open persa contro Marin Cilic e proseguita con la finale a Marrakech e i quarti a Madrid. Il fatto che negli ultimi mesi non stia raccogliendo quanto potrebbe può giocare a favore di Lorenzi, che però viene da un anno che lo ha visto collezionare molte sconfitte al primo turno nel circuito maggiore e perdere il coach Claudio Galoppini, ritrovando fiducia solo in alcuni challenger disputati negli ultimi due mesi. L’ex numero 33 del mondo, negli Slam, di imprese ne ha sapute compiere, ma sembra difficile possa avanzare, questa volta. Dovesse farcela, avrebbe Guido Pella o un qualificato e poi eventualmente Jack Sock, che però è anch’egli in un momento che definire pessimo è poco.
Andreas Seppi ha avuto in sorte Sam Querrey, uno che ha una frequentazione del circuito ATP vecchia quasi quanto la sua. Oggi numero 35 del mondo, ma numero 11 nello scorso febbraio, Querrey ha raggiunto la finale al 250 di New York a febbraio e i quarti a Indian Wells, salvo poi infilare una lunghissima e quasi ininterrotta serie di primi e secondi turni: non si tratta di un bel viatico per la difesa dei quarti di finale del 2017. Per Seppi, nel frattempo tornato numero 50 del mondo, si prospetta un match piuttosto equilibrato, deciso su poche palle. Ci sono sette precedenti tra i due, ma l’ultimo risale a Indian Wells 2014: l’italiano è avanti 5-2 in questo senso. L’altoatesino, in caso di vittoria, troverebbe poi Denis Shapovalov, contro cui partirebbe certamente sfavorito.
Matteo Berrettini si trova davanti un primo turno da prendere con le molle contro Denis Kudla, oggi numero 73 del mondo e alla sua miglior stagione in carriera a 26 anni. I due si sono affrontati già due volte quest’anno: la prima a Melbourne, nelle qualificazioni, e vinse Kudla 7-5 al terzo set (Berrettini fu poi ripescato come lucky loser), la seconda nelle qualificazioni di Indian Wells, e in questo caso è stato l’azzurro a prevalere in due set. Nel frattempo, l’americano nativo di Kiev ha infilato una semifinale a Halle (battuto da Federer). Berrettini, in quest’occasione, parte con il pronostico leggermente a favore: il vero problema arriverebbe al secondo turno sotto il nome di Juan Martin Del Potro, che ha spostato l’obiettivo americano su focali particolarmente lunghe.
Marco Cecchinato, al suo secondo Slam da testa di serie (è numero 22 del tabellone), affronta Julien Benneteau. L’esperto francese non è mai da sottovalutare, anche se, dopo Wimbledon, ha ripreso a giocare soltanto a Winston-Salem, perdendo da Berrettini ed è a fine carriera: dopo quasi 20 anni, gli US Open saranno il suo ultimo torneo. Se Cecchinato sta bene, è in grado di battere il francese, ma il siciliano viene arriva da tre sconfitte di fila sul cemento per mano di Tiafoe a Toronto, Mannarino a Cincinnati e Struff a Winston-Salem (aggiungendo Monfils sulla terra di Amburgo, fanno quattro). Non c’è, in sostanza, un chiaro favorito. In caso di successo, Cecchinato potrebbe trovare uno tra Smyczek e (di nuovo) Struff, per poi incrociare eventualmente David Goffin, che evoca dolci ricordi parigini. Ci troviamo nell’ottavo di finale di Marin Cilic.
Fabio Fognini, infine, è stato inserito nell’ottavo di finale di Roger Federer, nella parte più bassa del tabellone. Il ligure, testa di serie numero 14, ha due turni teoricamente non difficili contro Michael Mmoh, che ha usufruito di una wild card, e uno tra l’altra wild card di casa Jenson Brooksby e l’australiano John Millman (che, recentemente, ha espresso vibranti opinioni contro il nuovo format della Coppa Davis voluto da ITF e Kosmos, la società del calciatore Gerard Piqué). Sarebbe interessante vedere un terzo turno con il coreano Hyeon Chung, che si è finora ben distinto a Winston-Salem. Poi arriverebbe Federer, e lì il discorso diventerebbe complicato, ma si potrebbe vedere davvero del gran bel tennis (nel caso, verosimilmente sull’Arthur Ashe Stadium). Soprattutto, si supererebbe il grande pasticcio dell’anno scorso, quando, nel corso del match perso contro Stefano Travaglia, sottolineò con parole pesantissime l’operato da giudice di sedia di Louise Engzell.
Dopo la compilazione del tabellone principale, tre azzurri si sono aggiunti ai cinque di cui abbiamo parlato: si tratta di Federico Gaio, Stefano Travaglia e Lorenzo Sonego. I primi due hanno superato le qualificazioni, il terzo aveva perso l’ultimo turno, ma è stato ripescato come lucky loser.
Federico Gaio ha ricevuto in omaggio un appuntamento con David Goffin, numero 10 del mondo e recentissimo semifinalista a Cincinnati, dove si è ritirato nel secondo set contro Roger Federer. Pur non avendo vinto nessun torneo quest’anno, il belga è risultato molto costante, e non sembra impossibile vederlo difendere i 180 punti degli ottavi raggiunti l’anno scorso. Gaio andrà in campo senza nulla da perdere, dopo aver spezzato la maledizione chiamata Trungelliti (con cui aveva perso due volte quest’anno): a 26 anni, il tempo per acciuffare quella top 100 rincorsa e poi allontanatasi c’è ancora: la prima qualificazione in un torneo dello Slam può fungere da molla non indifferente.
Stefano Travaglia torna per la seconda volta di fila in main draw a New York: l’urna è stata abbastanza benevola con lui, perché troverà il polacco Hubert Hurkacz, ventunenne numero 109 del mondo e proveniente, come l’italiano, dal torneo cadetto. Hurkacz è un giocatore che rende bene sia sulla terra che sul cemento: è arrivato in finale in un challenger a Zhuhai (cemento) e ne ha vinto un altro a Poznan (terra) contro Taro Daniel. La massima notorietà, però, l’ha raggiunta quando ha fatto passare un paio d’ore non semplici a Marin Cilic al secondo turno del Roland Garros, strappandogli il terzo set e contendendogli a lungo il quarto. Travaglia ha avuto un anno un po’ discontinuo in termini di risultati, ma può ben giocarsi le proprie carte in questa occasione. Una vittoria lo proietterebbe, Copil permettendo, tra le fauci del succitato Cilic.
Lorenzo Sonego è stato fortunato: pur perdendo nell’ultimo turno delle qualificazioni contro Colin Altamirano (di nuovo in tabellone dopo 5 anni, stavolta senza wild card), è rientrato dalla finestra come lucky loser. La sorte gli ha riservato un incontro con Gilles Muller, che a 35 anni è giunto all’ultimo Slam della sua più che onorevole carriera. Il lussemburghese, quest’anno, è sceso al numero 128 del mondo e in una sola occasione ha vinto più di una partita in un torneo (Australian Open, 3° turno perso contro Carreño Busta). Muller rimane favorito, certo, però Sonego ha le armi per giocarsi la partita, specialmente dopo aver giocato quella che, ad oggi, è la sua miglior annata, che l’ha portato a ridosso dei primi 100. Una vittoria porterebbe Sonego a giocare contro Albert Ramos-Vinolas o, più probabilmente, contro Karen Khachanov.
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Credits: jctabb / Shutterstock