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Volley, Mondiali 2018: Italia, l’anello debole dei centrali. Serve un cambio di marcia rispetto alla Nations League 2018

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Non sarà mai una Nazionale di “muratori” quella targata Blengini che si prepara ad affrontare il Mondiale in casa. Il muro non è mai stata la specialità della casa per gli azzurri dell’ultimo corso e, miracoli esclusi, difficilmente potrà diventarlo al Mondiale ma, partendo dai dati impietosi della Nations League, Blengini e il suo staff avranno sicuramente dedicato tanto lavoro a questo fondamentale.

Se si parla di muro Simone Anzani nella Nations League è stato l’unico centrale azzurro all’altezza dei top team mondiali, mentre i suoi compagni di ruolo sono rimasti lontani dalle prime posizioni della classifica di rendimento: Tiziano Mazzone, Enrico Cester e Davide Candellaro non sono certo dei mostri a muro ma possono sicuramente fare meglio rispetto a quanto seppero fare nella manifestazione itinerante di giugno e luglio. Del resto Blengini ha fatto una scelta chiara, rinunciando ai migliori specialisti del muro del campionato italiano (Piano, Polo, Beretta, Alletti, tanto per fare quattro nomi di centrali che non vestiranno l’azzurro quest’anno ma si trovavano in testa alle classifiche di rendimento di questo fondamentale) puntando su altre qualità.

Non di solo muro vive un centrale ma anche qui i nodi sono venuti al pettine nell’unico termine di paragone che abbiamo a disposizione finora per poter analizzare il gioco azzurro, la Nations League. L’Italia dispone di quattro ottimi centrali in attacco, tutti sopra il 50% di positività, con punte elevate in particolare sul “solito” Anzani, che si spera di ritrovare nella stessa condizione di luglio anche tra una decina di giorni ma il problema è che il sistema di ricezione traballante della nazionale azzurra durante il torneo mondiale, non permetteva a Giannelli o Baranowicz di utilizzare con la giusta frequenza i centrali, con conseguente perdita di sintonia nel momento in cui sono stati chiamati in causa in attacco. E’ vero che una batteria di attaccanti come quella azzurra con Juantorena, Lanza e Zaytsev è capace anche di cavarsela in caso di moderato apporto dei centrali a livello offensivo ma, quando il gioco si farà duro, ci sarà veramente bisogno di tutto e un attacco dal centro credibile, costruito partita dopo partita nella prima fase, potrebbe permettere ai “bombardieri” di palla alta italiani di essere implacabili nei momenti decisivi.

 





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