Ciclismo
Vuelta a España 2018: la mina vagante Vincenzo Nibali. Mirino sui Mondiali, ma se conterrà il distacco nelle prime 2 settimane…
Vincenzo NIbali non si presenterà da capitano alla Vuelta a España che scatterà sabato 25 agosto da Malaga: per la prima volta nella sua recente carriera, lo Squalo non gareggerà con l’obiettivo di vincere la classifica generale di una grande corsa a tappe. O almeno, sulla carta. Dopo la caduta all’Alpe d’Huez provocata da un tifoso e l’operazione per ridurre la frattura alla decima vertebra toracica, si era pensato di volare in terra iberica per dei “semplici” allenamenti puntando il mirino sui Mondiali di Innsbruck, il grande obiettivo della stagione che rischiava di essere compromesso proprio per lo sciagurato episodio occorso al Tour de France.
Il siciliano deve sfruttare al meglio la Vuelta per ritrovare il colpo di pedale, la migliore condizione di forma possibile e il giusto stato d’animo per poi presentarsi ringalluzzito in Austria il prossimo 30 settembre per andare a caccia della maglia arcobaleno, la ciliegina sulla torta di una carriera già monumentale. Negli ultimi giorni, però, lo stato d’animo in casa Bahrain Merida sembra essersi risollevato e la situazione migliora ora dopo ora: i dolori sono quasi totalmente passati come ha dichiarato l’allenatore Paolo Slongo, le ultime uscite in allenamento sono state confortanti e c’è la velata convinzione che il fuoriclasse possa davvero disputare una grande Vuelta.
Vincenzo Nibali si presenterà come una potenziale mina vagante: il mirino è puntato sui Mondiali e la gestione tattica della corsa sarà incentrata sul trovare la migliore condizione in vista della rassegna iridata ma non verranno messe le briglie allo Squalo, sarà un po’ come un battitore libero che agirà in base alle sensazioni del momento. Il 33enne ci ha abituato a tante sorprese nella sua folgorante carriera, ha confezionato numeri d’antologia che hanno riscritto pagine della storia del ciclismo e nulla vieta che ci possa stupire anche in questa circostanza. Se nelle prime due settimane dovesse contenere il distacco nei confronti dei migliori (magari nell’ordine dei tre minuti), perché non provarci in ottica classifica generale nelle ultime frazioni quando la gamba dovrebbe essere al meglio?
Sognare in grande non è impossibile quando si parla di Enzo, atterrato a Malaga senza particolari pressioni e con grandi motivazioni. Oggi si è già allenato con i compagni e guarda con fiducia ai prossimi appuntamenti. Vero che nelle prime cinque tappe non si potrà stare tranquilli (si incomincia con una cronometro di 8 chilometri, poi quattro frazioni mosse di media montagna in cui spicca la Sierra de la Alfaguara nella quarta tappa), ma il primo tappone sarà soltanto domenica 2 settembre in chiusura della prima settimana con l’arrivo a La Covatilla. Superare quelle scoglio magari non troppo distaccato dai vari Nairo Quintana, Miguel Angel Lopez, Fabio Aru, Richie Porte e compagnia sarebbe ottimale. E l’ultima settimana con gli arrivi ad Andorra e al Coll de la Gallina (preceduti da quello ai Lagos de Covadonga in chiusura di seconda) fa paura a tutti…
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