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Basket femminile, Mondiali 2018: USA e Australia in finale, battute Belgio e Spagna in due combattute semifinali

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Le semifinali dei Mondiali femminili non hanno deluso le attese, ma hanno cambiato il finale già scritto: doveva essere finale USA-Spagna, e invece l’Australia, sotto la spinta di una spettacolare Liz Cambage, si è andata a prendere la seconda finale della sua storia dopo quella del 2006, quando batté la Russia (che aveva fatto fuori le americane; è l’ultima loro sconfitta in un incontro ufficiale) per prendersi il titolo iridato. Sarà dunque la prima battaglia per un titolo importante tra queste due scuole cestistiche così lontane e diverse: l’una perfettamente conosciuta nel mondo, l’altra meno nota, ma parte di un Paese in cui la pallacanestro ha un seguito alto che tantissimi, in altre parti del mondo, semplicemente ignorano.

BELGIO-USA 77-93

Il punteggio finale dice USA, ma per 25 minuti il Belgio regge abbondantemente il ritmo delle stelle della WNBA. Anzi, in realtà l’inizio è un assolo del trio Meesseman-Kim Mestdagh-Allemand, che firmano il 7-2 belga, poi Bird serve chiunque, Griner in primis, e crea il ribaltamento della situazione (9-14). Il ritmo, però, non s’abbassa e i sorpassi si susseguono, con Allemand ispiratissima anche negli assist (alla fine saranno 12) e Meesseman che ce la mette tutta per scardinare le tante capacità delle americane. Il Belgio chiude avanti 26-21 il primo quarto e non trema di fronte alla presenza degli armamenti pesanti degli USA (Stewart e Taurasi, 20 e 26 punti per loro), passando praticamente tutto il secondo periodo in vantaggio e approfittando anche di una buona Linskens: all’intervallo, però, il punteggio dice 39-40 Stati Uniti. Sul 52 pari il Belgio concede diversi tiri liberi alle americane e finisce dentro un black-out realizzativo di due minuti e mezzo: tanto basta perché Taurasi, Griner e Stewart suonino la carica che porta al 57-72 dopo trenta minuti. Le belghe provano a non mollare la partita, ma lasciare 15 punti agli USA vuol dire firmare la dichiarazione di incontro terminato. Resta ancora, per loro, la possibilità di agguantare la medaglia di bronzo.

SPAGNA-AUSTRALIA 66-72

Il primo quarto direbbe che non c’è partita: in sette minuti l’Australia, sospinta dalla solita Liz Cambage, vola sul 6-21, mentre la Spagna non riesce a trovare quasi mai la via pulita per il canestro. Poi cambia qualcosa con Casas in campo, che mette insieme qualche piccola cosa che serve alle iberiche per rimettersi in carreggiata. Cambage, inoltre, decide di mettersi a più riprese a duellare col pubblico, il che fa soltanto il gioco della squadra che ospita questi Mondiali. La rimonta è figlia di Alba Torrens, che per pareggiare si serve di due triple di fila. A mettere del pepe in più ci pensa Anna Cruz, che a fil di sirena regala il 35-34 alle spagnole: è il punteggio che porta tutti all’intervallo.

Al rientro in campo Cambage e Allen provano a far ripartire l’Australia, ma a quel punto la Spagna entra di nuovo in ritmo con la presenza di Astou Ndour e lo spettacolo offerto da Laia Palau, che prima si mette a inventare assist e poi trova la tripla che vale il 58-50 con cui si va agli ultimi 10 minuti. Le aussie, con coach Sandy Brondello che a ogni time-out urla di più, non ci stanno e piazzano un parziale di 0-9 che le riporta avanti. Ndour interrompe l’emorragia da tre punti, salvo poi commettere venti secondi dopo il quinto fallo. La partita si trasforma in una battaglia, Cambage prima stoppa, poi prende tecnico per urla, quindi trova un gioco da tre punti per arrivare al 64 pari: dei punti australiani, 31 sono suoi. Non è finita qui: è lei a piazzare due stoppate consecutive fondamentali, mentre Cayla George, tra lunetta e arco dei tre punti, ne fa cinque di fila per il 64-69. Palau non molla e tira fuori un movimento di rara maestria per appoggiare il 66-69, poi ancora Cambage realizza i punti numero 32 e 33, proprio in mezzo a uno scambio di stoppate tra Torrens e Allen. L’Australia porta fino in fondo la sua missione, si riversa tutta in campo e vola in finale a sfidare gli USA. In palio, oltre al titolo mondiale, c’è un posto a Tokyo 2020.





 

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federico.rossini@oasport.it

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Credit: FIBA Official Website / Women’s Basketball World Cup

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