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Basket, Qualificazioni Mondiali 2019: le chiavi tattiche di Italia-Polonia. Azzurri favoriti, ma occhio alla vena di Mateusz Ponitka

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5 settembre 2007: Italia e Polonia si trovano di fronte in un autentico spareggio da dentro o fuori nell’ultima partita del primo girone degli Europei di Spagna. Da allora sono passati 11 anni e, nel frattempo, sono cambiati quasi tutti i giocatori. L’unico superstite di allora è anche il solo azzurro che non mise piede in campo: Gigi Datome, che guiderà gli azzurri nella sfida del PalaDozza di Bologna di venerdì, con cui inizierà la seconda fase delle qualificazioni ai Mondiali di Cina 2019.

Il sardo è diventato capitano della Nazionale, nonché punto di riferimento principale in attacco assieme a Nicolò Melli. Saranno loro gli osservati speciali della difesa polacca, che ha mostrato nel corso delle qualificazioni una certa tendenza a focalizzarsi più sulle linee esterne che non sotto canestro, sia con che senza Maciej Lampe, che non è mai stato un difensore di primissimo livello nemmeno nel suo miglior anno in Eurolega (2012-13, in maglia Baskonia, allora Caja Laboral Vitoria).

La presenza di Datome e Melli sarà d’aiuto ad Amedeo Della Valle, che pur essendo rientrato in gruppo da pochi giorni ha alle spalle qualche piccolo acciacco e potrebbe non rendere allo stesso modo dei precedenti impegni: nella prima fase l’ex Reggio Emilia era risultato il quarto miglior marcatore con 18,4 punti di media (sarebbero stati 23 se non avesse depositato un uovo contro la Croazia). Resta da vedere, invece, cosa farà Meo Sacchetti con Jeff Brooks: lo schiererà subito o lo lascerà a riposo (mandando quindi in campo Christian Burns) per farlo esordire in Ungheria? Ai posteri l’ardua sentenza.

Sebbene depotenziata da tre anni dall’assenza di Marcin Gortat, che si è concentrato sulla carriera in NBA, la Polonia le sue frecce nell’arco le ha. Se Lampe, come detto, in difesa non è mai stato un totem, in attacco ha ancora molto da dire: le due partite della prima fase in cui ha giocato lo hanno visto andare a 12 di media, segno che, nonostante i 33 anni, lui c’è ancora, soprattutto se si tratta di stare vicino al canestro. L’ex Maccabi avrà al proprio fianco uno che l’Italia la conosce bene, Jakub Wojciechowski (che, fra l’altro, in Serie A gioca da italiano perché ha completato i quattro anni delle giovanili): a meno di exploit come i 27 punti contro Trento nell’andata dell’ultimo campionato, però, con lui è più facile ragionare su una difesa.

Nel reparto esterni, stante l’assenza di Lukasz Koszarek (altro elemento che in Italia è rimasto per anni), il pericolo numero uno si chiama Mateusz Ponitka: seppur non gran tiratore da tre, è molto pericoloso ogni volta che parte dentro l’arco dei 6.75. Ponitka, che ha giocato a Tenerife e sarà a Kuban nella stagione di club, può fare davvero qualsiasi cosa: prendere la linea di fondo, penetrare da qualunque zona del campo, tirare cadendo indietro. Ed è anche molto veloce. Dalla sua vena dipenderà gran parte della partita della Polonia. Con l’Iberostar è stato il sesto miglior realizzatore da due dell’intera Liga ACB, nonché il quinto per valutazione e il sesto miglior realizzatore in senso assoluto.

Tutto questo senza dimenticare la presenza di AJ Slaughter, chiamato per la prima volta in causa in queste qualificazioni: il naturalizzato ha superato i 31 anni, ma non è venuta meno la sua vena realizzativa (è sempre andato in doppia cifra di media da quando è in Europa, si trattasse di Serie A, Pro-A francese, Eurolega, Eurocup o campionato greco), anche se le sue medie sono, se vogliamo, più “normali”: nell’ultima stagione con l’ASVEL di Villeurbanne ha terminato col 49% da due e il 38,2% da tre.

Attenzione anche ad Adam Waczynski, di cui sarà importante fermare la vena realizzativa nel caso in cui cominciasse a tirare da tre senza interruzioni. Nell’ultima stagione all’Unicaja Malaga ha chiuso col 42% dall’arco, il che lo ha posto tra i primi venti nell’intera ACB.





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federico.rossini@oasport.it

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Credit: Ciamillo

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