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Canottaggio, Mondiali Plovdiv 2018: il sigillo dei Cavalieri delle Acque impreziosisce la rassegna iridata bulgara

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In casa Italia il simbolo dei Mondiali di canottaggio che si sono chiusi ieri a Plovdiv, in Bulgaria, è stato sicuramente il titolo iridato dell’imbarcazione dei Cavalieri delle Acque, la quale centra un fantastico tris, avendo vinto, in un crescendo rossiniano, le tre gare a cui ha preso parte in stagione, ovvero in Coppa del Mondo a Linz, agli Europei di Glasgow e, appunto, nella rassegna bulgara. Premiata la scelta (rischiosa) dei tecnici di far scendere Filippo Mondelli e Luca Rambaldi dal doppio e di farli salire, al fianco di Andrea Panizza e Giacomo Gentili sul quattro di coppia. Dopo 20 anni l’Italia torna a vincere in questa specialità olimpica ai Mondiali, e, a Tokyo 2020, saranno 20 anni anche dall’ultimo successo a cinque cerchi…

Le altre due medaglie in specialità olimpiche sono arrivate dal quattro senza senior maschile, che, anche grazie all’innesto di Matteo Lodo il quale, orfano di Giuseppe Vicino sul due senza, ha affiancato Bruno Rosetti, a sua volta sceso dall’otto, Matteo Castaldo e Marco Di Costanzo, in una formazione che ha preso vita dopo la rassegna continentale, ha ottenuto un argento in rimonta che solo per un quarto di secondo non si è trasformato in un oro, e dal doppio pesi leggeri di Stefano Oppo e Pietro Ruta, che ancora una volta si devono accontentare dell’argento. Peccato invece per il legno rimediato da Alessandra Patelli e Sara Bertolasi nel due senza, ma dopo un anno di stop forse non si poteva neppure chiedere di più: a Tokyo sicuramente potranno essere in lotta per il podio. Non ha difeso invece la medaglia di bronzo dello scorso anno l’otto senior maschile: l’ammiraglia azzurra ha chiuso quinta senza mai essere in gara per il podio.

Non ci sono state altre finali in specialità olimpiche per l’Italia: Valentina Rodini e Federica Cesarini l’hanno sfiorata nel doppio pesi leggeri, e poi hanno vinto la Finale B, mentre poco più indietro sono finiti il quattro senza senior femminile (decimo) ed il quattro di coppia senior femminile (dodicesimo), segno di un settore femminile in miglioramento, ma al quale manca ancora qualcosa per essere ad alto livello in campo internazionale. Da rivedere inoltre saranno i due doppi, i due singoli, ed il due senza senior maschile, in attesa di capire cosa ne sarà di questo equipaggio nel 2019, quando rientrerà alle gare Giuseppe Vicino, ora che Matteo Lodo sembra aver trovato una nuova collocazione sul quattro senza.

La fucina di allori che ha consegnato all’Italia la vetta del medagliere generale, risiede nelle specialità non olimpiche dove però, va detto, proprio per questo, la concorrenza è minore: sono arrivati due ori dai due senza pesi leggeri, con le sorelle Giorgia e Serena Lo Bue che hanno dovuto battere soltanto gli USA, e con Giuseppe Di Mare ed Alfonso Scalzone che, dopo l’argento di Sarasota, si sono messi alle spalle Grecia ed USA, arrivando al titolo iridato. Grida vendetta invece l’argento della giovanissima Clara Guerra,nel singolo pesi leggeri, che, non ancora ventenne, ha sfiorato la medaglia più preziosa al termine di una fantastica rimonta che è rimasta incompleta per un soffio. L’altra piazza d’onore è del quattro di coppia pesi leggeri maschile, mentre al femminile le nostre ragazze non sono andate oltre il sesto posto. Piccola delusione per Martino Goretti, che non è entrato in Finale A e poi ha chiuso settimo vincendo la Finale B.

Passando al paracanottaggio, nelle specialità paralimpiche va segnalato il quinto posto di Anila Hoxha nel singolo PR1, con l’azzurra che però è arretrata di un posto rispetto a Sarasota, mentre Fabrizio Caselli non è andato oltre l’ottavo posto assoluto nel singolo PR1 maschile. Nelle specialità non paralimpiche ecco una bellissima medaglia di bronzo da parte di Daniele Stefanoni nel singolo PR2 maschile. Peccato infine, per il ritiro, alla vigilia della rassegna, del quattro con PR3 misto e del due senza PR3 femminile, che certamente avrebbero portato medaglie al forziere italiano.

Per gli azzurri si tratta comunque di una rassegna iridata positiva, che conferma come l’Italia sia una potenza a livello mondiale in questo sport.





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Foto:Federcanottaggio Mimmo Perna

roberto.santangelo@oasport.it

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