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Ciclismo, Gianni Moscon pronto a ritornare in strada dopo la squalifica: “Non me ne frega di quello che dicono. Voglio gareggiare senza paura”

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Termina oggi il periodo di squalifica lungo cinque settimane di Gianni Moscon, a causa della condotta irresponsabile nei confronti del francese Elie Gesbert al Tour de France. Il 24enne del Team Sky tornerà in azione questo fine settimana, sabato 15 settembre in occasione della Coppa Agostoni e il giorno seguente alla Coppa Bernocchi. Due appuntamenti importanti per prepararsi al meglio in vista del Mondiale a Innsbruck.

Il campione italiano nella cronometro l’anno scorso è stato intervistato per la Gazzetta dello Sport“Non ci sto pensando più. Non me ne frega niente, neppure di quello che dicono – ha detto Moscon riguardo all’accaduto al Tour – hanno continuato a buttarmi m… addosso, ma io con la testa sono tornato a quando ero dilettante. Quando c’era una salita scattavo e andavo da solo. Ho ricominciato a pensare così, in positivo. Voglio andare alle gare senza paura. Pensando ad attaccare, a scattare sui denti ai rivali. Mi è scattato qualcosa in testa. Voglio correre in maniera più aggressiva, senza paura”.

Il trentino ha continuato ad allenarsi intensamente anche durante il periodo di esclusione: “Ho fatto 8 e poi altri 10 giorni di altura allo Stelvio. Tutti i giorni, a parte quelli di scarico, sei ore in bici”. Il Mondiale di ciclismo è ormai alle porte e Moscon vuole dare il meglio per la propria nazionale, da buon gregario: “Il circuito è duro ma molto aperto, per me potrebbe decidersi prima dell’ultimo strappo. Non tolgo dal pronostico certo uno come Sagan. Cassani mi è stato molto vicino, è stato uno stimolo, un obiettivo. Io sono pronto a mettermi a disposizione, a fare ciò che mi verrà chiesto. Fosse per me, farei anche la crono. La leadership di Nibali non è in discussione”.

Infine, riguardo al suo futuro con il Team Sky, il 24enne azzurro continua a riporre fiducia nei confronti della casa ciclistica inglese nonostante qualche perplessità: Ho avuto l’impressione che mi avessero ‘sacrificato’ nonostante non fossi colpevole. Ma ci ho riflettuto. Non credo potessero fare altrimenti, e c’era il Tour da vincere. Poi mi sono stati vicino. Credo che con il mio stop abbiano voluto dimostrare che pure Sky fosse punibile, dopo che Froome per il sambutanolo era passato per un dopato che si è salvato solo perché aveva tanti soldi”.





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luca.montanari@oasport.it

Foto: Valerio Origo

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