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Ciclismo, Mondiali 2018: Alejandro Valverde corona il sogno e conquista l’iride a 38 anni. 5° Moscon, Nibali alza bandiera bianca

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Il coronamento di carriera eccezionale. Alejandro Valverde all’età di 38 anni chiude un palmares eccezionale andando a prendersi in modo incredibile anche il titolo iridato: non c’è stata storia nel Mondiale di ciclismo di Innsbruck 2018. Su un percorso davvero perfetto per le proprie caratteristiche, l’iberico se l’è giocata alla perfezione con le proprie qualità e con un’esperienza davvero di gran lunga superiore a tutti i rivali. Pura gestione e poi una volata strepitosa: non poteva perdere oggi lo spagnolo. Una super Italia si è dovuta accontentare di una quinta piazza senza davvero sfigurare e correndo da protagonista, con un Gianni Moscon che ha ceduto proprio sul finale. 

Qualche scatto iniziale, ma si è formata relativamente presto la prima fuga di giornata. Undici uomini all’attacco: Karel Hnik (Repubblica Ceca), Laurent Didier (Lussemburgo), Jacques Janse Van Rensburg (Sudafrica), Ilia Koshevoy (Bielorussia), Vegard Stake Laengen (Norvegia), Ryan Mullen e Conor Dunne (Irlanda), Daniil Fominykh (Kazakistan), Kasper Asgreen (Danimarca), Rob Britton (Canada) e Tobias Ludvigsson (Svezia). Il gruppo si è completamente rialzato, facendo raggiungere un vantaggio massimo di addirittura 20′. Poco dopo si sono organizzate con un uomo a testa Francia, Slovenia, Gran Bretagna ed Austria che sono andate a ridurre il gap.

Poco spettacolo e tanta noia nei primi 100 chilometri di gara. A circa 70 dal traguardo sono iniziate le scaramucce in gruppo: il primo a muoversi tra gli azzurri è stato Dario Cataldo, a seguirlo lo spagnolo Jesus Herrada e il tedesco Emanuel Buchmann. Tanti i possibili favoriti che hanno salutato molto presto la compagnia: l’irlandese Daniel Martin, l’olandese Woet Poels, il lussemburghese Bob Jungles, il polacco Michal Kwiatkowski, l’inglese Simon Yates e, poco dopo il tre volte campione del mondo Peter Sagan che ha dovuto dare addio alla possibilità di poker iridato.

Gianluca Brambilla e Alessandro De Marchi ci hanno provato sulla salita di Igls, ma il gruppo con Francia e Spagna è riuscito a chiudere bene. Davanti sono rimasti, alla campana dell’ultimo giro, in due: Kasper Asgreen (Danimarca) e Vegard Stake Laengen (Norvegia). A dettare il ritmo nell’ultima tornata c’è stata l’intera squadra tricolore: il primo a scattare sull’ultima scalata di Igls è stato Steven Kruijswijk (Olanda), seguito da Alejandro Valverde (Spagna), Thibaut Pinot (Francia) e Gianni Moscon (Italia), mentre si è staccato subito Vincenzo Nibali, purtroppo non in condizione. Scatti e controscatti, il primo a scollinare in quel di Igls è stato il danese Michael Valgren, davanti al britannico Peter Kennaugh. Attivissimo, per gli azzurri, il solito Moscon.

Super discesa in solitaria per Valgren che è riuscito a guadagnare una trentina di secondi sul gruppo principale. Tutto ovviamente si è andato a decidere sull’ultimo muro, quello di Gramartboden, 2,8 km all’11,5% di pendenza media e con punte del 28%. Francia a prendere in mano la corsa: due uomini per Julian Alaphilippe, con alla ruota un mostruoso Gianni Moscon. Nel tratto più duro è crollato il più atteso dei francesi, ma è riuscito a scattare Romain Bardet, con lui sono rimasti in tre: Michael Woods (Canada), Alejandro Valverde (Spagna) e un super Moscon. Il trentino proprio negli ultimi 200 metri ha pagato dazio, arrendendosi e pagando circa una quindicina di secondi sul trio all’attacco.

A due chilometri dall’arrivo al termine di una rimonta eccezionale è riuscito a rientrare Tom Dumoulin (Olanda), che aveva già ripreso e staccato un Moscon in crisi. Nessuno ha anticipato lo sprint e un magnifico Valverde nell’ultimo chilometro ha gestito al meglio la situazione, andandosi a prendere un trionfo più che meritato. Battuti Bardet e Woods, quarto Dumoulin, quinto un super Moscon.

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gianluca.bruno@oasport.it

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By Paul Wilkinson from London, United Kingdom – Olympics Mens Road Race 2012, CC BY 2.0, Link

1 Commento

  1. Luca46

    30 Settembre 2018 at 17:41

    Valverde infinito. Moscon sovrumano. Doumulin non in perfetta condizione ha dimostrato che sono saliti sul podio corridori straordinari ma che in tracciati di questo tipo dovrebbero trovarsi dietro. Sono convinto che senza quell’inconveniente Nibali avrebbe vinto a mani basse. Ne sono convinto col senno del poi vedendo come si è sviluppata la corsa. Mi aspettavo di più da Pozzovivo. Tanti papabili vincitori più di Valverde non si sono colpevolmente fatti trovare pronti per un mondiale come questo. Un demerito per chi corre il ciclismo con passione. Doumulin corridore straordinario, Froome una nullità al confronto. Mi riferisco soprattutto all’essere ciclista.

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