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Ciclismo
Ciclismo, Mondiali 2018, Alessandro De Marchi: “Non saremo favoriti, ma potrebbe essere un vantaggio. Giusto dare fiducia a Nibali”
Oggi alle 14.11 Alessandro De Marchi lascerà la pedana di Rattenberg per iniziare la suo cronometro ai Mondiali di ciclismo a Innsbruck (Austria). Il 32enne friulano sarà l’unico azzurro a partecipare sia alla cronometro che alla prova in linea ed è pronto ad essere protagonista. Il Rosso di Buja è tornato al successo alla Vuelta a España dopo un digiuno di tre anni e ora vuole chiudere in bellezza questa stagione.
In una lunga intervista a Tuttobiciweb, De Marchi parla delle sue ambizioni per questa rassegna iridata, a partire dalla cronometro odierna: “Magari in tanti non se ne sono accorti, ma quest’anno ho iniziato a investire tempo in questa specialità, anche grazie a Marco Pinotti, che è una risorsa per questo settore e mi ha seguito tantissimo. La crono la facevo anche da ragazzo, così mi sono rimesso sotto perché avevo bisogno di nuovi stimoli. A livello personale cerco conferme del livello che ho raggiunto. Finalmente un po’ di cose si sono sistemate: quelli come me sono bravi, lo dicono tutti, ma se ogni tanto non vinci diventa dura. Il successo alla Vuelta è stato importante”.
Domenica De Marchi si metterà a disposizione dei compagni, cercando di dare il suo massimo contributo per centrare l’obiettivo comune: “Purtroppo non saremo favoriti, ma in fondo potrebbe essere anche un vantaggio. Ma è comunque giusto dare fiducia a Nibali perché ha dimostrato di essere quello che regge certe responsabilità, lui è il faro del nostro movimento. Poi è perfetto che Moscon abbia questa condizione, e alla fine ci siamo noi sei, tutti sullo stesso piano, pronti a sacrificarci per questi due uomini. Nessuno di noi può pensare di avere un ruolo diverso, nè io, nè Caruso nè altri: non abbiamo mai dimostrato di poter reggere una responsabilità del genere. Poi bisogna vedere quello che succede in corsa”.
La squadra da battere per il friulano sarà la Francia, ma non scarta nemmeno l’ipotesi di un poker di Sagan: “Come squadra i francesi sulla carta sono i più pericolosi: Alaphilippe e Pinot soprattutto. Poi direi i fratelli Yates, Roglic, qualche spagnolo anche se Valverde a fine Vuelta era un po’ cotto. Fra i colombiani forse Uran. Credo che sarà una gara da singoli. Sagan fa paura sempre. Alla Vuelta l’ho visto pedalare molto bene in salita, sull’ultima era rimasto con i migliori trenta corridori, non è proprio da scartare, anzi”.
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alessandro.farina@oasport.it
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Foto: strenghtofframeITA / Shutterstock.com