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Ciclismo, Mondiali 2018: la forma e il borsino dei favoriti. Julian Alaphilippe al top, dubbi su Alejandro Valverde

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Un percorso durissimo, tantissimi dubbi su chi possa vincere: quello di Innsbruck sarà uno dei Mondiali più insidiosi degli ultimi anni, come di consueto il pronostico sarà apertissimo. Piuttosto ristretta, almeno secondo addetti ai lavori e bookmakers, la cerchia dei favoriti: quattro o cinque uomini che, sulla carta, dovrebbero giocarsi il titolo iridato. Andiamo a scoprire la forma e il borsino: chi sta meglio e chi sta peggio in vista di domenica 30 settembre?

Borsino favoriti Mondiali Innsbruck 2018

Alejandro Valverde

Ci sono alcuni dubbi sulla condizione dell’iberico. È, molto probabilmente, l’ultima occasione della carriera per sfatare uno dei più grandi tabù: quello iridato. L’Embatido infatti è andato più volte vicino al colpaccio (addirittura sei volte sul podio), ma è sempre mancato un centesimo per fare un euro. Il percorso, con lo strappo conclusivo molto simile al Mur de Huy, è davvero ideale alle caratteristiche di uomo da classiche del capitano della Movistar. Da capire però con quale stato di forma sarà uscito dalla Vuelta, dove ha cercato con tutte le forze il podio senza riuscirci: all’età di 38 anni non sarà stato forse un fuorigiri esagerato?

Julian Alaphilippe

È l’uomo più in forma del momento, il favorito numero uno per tutti. Il transalpino aveva già sfiorato l’impresa l’anno scorso a Bergen, nonostante un’annata non del tutto positiva. Questo 2018 invece sta procedendo in maniera molto differente: già dodici vittorie, tutte davvero di qualità eccezionale (Freccia Vallone, Classica di San Sebastian, due successi al Tour de France). La preparazione è stata incentrata sull’obiettivo iridato: la squadra francese poi è davvero di livello stellare e può mettersi al servizio del proprio capitano. Assentarsi alla Vuelta sarà stata la scelta giusta?

Michal Kwiatkowski

Il polacco un titolo iridato nel palmares ce l’ha già: quello di Ponferrada 2014. Percorso completamente diverso da quello austriaco: era duro, ma non per scalatori puri. Il corridore del Team Sky si è testato alla Vuelta sulle grandi salite e non è riuscito a tenere il passo dei migliori: la condizione è tutta da scoprire. Sulle lunghe distanze e nelle classiche sa davvero gestire la situazione al meglio: l’unica incognita è quella della durezza del percorso. Una spalla come Rafal Majka non può che togliergli pressione ed aiutarlo, il polacco può davvero far paura.

Vincenzo Nibali

Capitolo italiano. La condizione dell’azzurro, almeno al momento, è sotto gli occhi di tutti: davvero molto lontana dal 100%. La caduta sull’Alpe d’Huez al Tour de France è stato il punto più basso forse della carriera dello Squalo, che ha dovuto quasi abbandonare il sogno iridato, cullato da mesi, visto un percorso ideale alle caratteristiche dell’isolano. La partecipazione alla Vuelta ha dato nuove speranze a Davide Cassani e la sua nazionale, ma, andando a vedere anche le dichiarazioni, a 10 giorni di distanza dalla prova in linea, arrivare al top sembra essere utopia. Cuore e coraggio potranno aiutare: lo Squalo ci proverà sicuramente fino alla fine.

Primoz Roglic

Un nome a sorpresa, almeno fino ad un certo punto, quello dello sloveno. Crescita esponenziale, che l’ha portato a sfiorare nel giro di pochi anni il podio al Tour de France. Nelle classiche non ha ancora dimostrato nulla, ma sembra essere adattissimo ad un percorso così duro. Al Giro di Gran Bretagna ha già messo in mostra una condizione piuttosto interessante: può puntare al colpaccio, soprattutto sfruttando l’ultima salita durissima.

 





gianluca.bruno@oasport.it

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By Paul Wilkinson from London, United Kingdom – Olympics Mens Road Race 2012, CC BY 2.0, Link

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