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Formula 1
F1, GP Italia Monza 2018: Sebastian Vettel l’anello debole della Ferrari? Nel “Tempio della velocità” un altro ko
Questa domenica 2 settembre ci sta quasi per salutare e i tifosi della Ferrari avevano segnato la data odierna con il circoletto rosso. Oggi era il giorno del giudizio, oggi si decideva una fetta importante del Mondiale. In uno dei teatri celebri della Formula Uno, a Monza, Mercedes e Ferrari si esibivano per l’ennesimo episodio della saga e il proemio era stato ben augurante per i colori del Cavallino Rampante: prima fila tutta “Rossa” e un digiuno interrotto dopo 18 anni.
Kimi Raikkonen dalla pole e Sebastian Vettel dalla seconda piazza erano pronti a regalare ai supporters della scuderia di Maranello una grande soddisfazione. La risposta della pista non è stata quella che ci si aspettava e soprattutto il leader del team ha deluso. Si, perchè Seb ancora una volta è incappato in un errore. Troppa foga in ingresso alla variante della Roggia, colto di sorpresa da un grande Lewis Hamilton, lucido e motivato dai fischi prima del GP.
Il rumore dei nemici ha reso più forte il britannico che ha azzannato la sua preda non dandogli scampo. E così Vettel è andato in testacoda, dovendo ripartire praticamente dal fondo. Chiuderà quarto il teutonico, con una macchina danneggiata, costretto però ad assistere al trionfo del rivale che, anche per una tattica perfetta della squadra di Brackley, ha avuto la meglio su di un coriaceo Kimi Raikkonen, fermato da problematiche alle gomme.
L’impressione è sempre la stessa, come accaduto a Baku, in Germania, in Ungheria e in Francia: tanti punti persi quando si sarebbe potuto e dovuto fare meglio. Sembra quasi paradossale ma con una vettura ritenuta da tutti gli addetti ai lavori la migliore, Sebastian si sta dimostrando l’anello debole. Il pilota di riferimento a cui manca il sangue freddo nel momento decisivo? Certo, ora è facile vedere solo nel quattro volte campione del mondo l’unico colpevole ma oggi, ad essere onesti, si fa fatica a trovare altri responsabili perché la storia del “non gioco di squadra” va bene fino ad un certo punto.
Il Mondiale sembra una chimera per la valenza psicologica di questo round. Un colpo da ko quello inferto da Lewis. Vettel saprà rialzarsi o la gioia di Spa rimarrà un caso isolato?
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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