Formula 1

F1, GP Singapore 2018: il circuito cittadino di Marina Bay ai raggi X. Muretti e 23 curve per una gara infinita

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5065 metri, 23 curve, muretti, temperature ed umidità altissime, corsa in notturna. Benvenuti al Gran Premio di Singapore 2018 di Formula Uno, una delle gare più difficili, a livello fisico e mentale, di tutto il calendario, se non la più complicata, dato che si gira al limite delle due ore per 58 giri e 297 chilometri. 1554 curve per completare il Gran Premio della città-stato asiatica, in un circuito cittadino quanto mai complesso. Un Montecarlo, ma lungo più di due volte il tracciato monegasco. Andiamo a conoscerlo con maggiore accuratezza.

La pista posizionata nella zona di Marina Bay (la baia che si trova davanti al fiume Singapore) è la classica cittadina, con muretti ovunque e tratti molto lenti e stretti. Ma, a differenza di Montecarlo, riesce ad avere diversi tratti di scorrimento nei quali si toccano, anche, i 300 km/h. Su uno di questi è posizionato il traguardo. Il primo rettilineo del circuito, sul quale si toccano velocità importanti, ma che viene subito spezzato da una lunga chicane 1-2 la “Sheares” che anticipa curva 3, molto lenta a sinistra. Dopo un altro breve allungo si arriva alla prima curva a gomito, la 5, che si effettua a circa 150kmh e da il via al tratto veloce più lungo di Marina Bay.

Passando anche la leggera piega a destra numero 6, si arriva ai 300 km/h prima della curva 7, a sinistra, a gomito, la “Memorial corner”. Si effettua a circa 100 km/h e da il via ad un settore fatto di brevi rettilinei e curve ad angolo retto come la 8 “Stamford”, la 9 “Padan” e la 10 “Singapore sling” dopo un altro tratto veloce da circa 280 km/h.

Usciti da curva 10 si affronta la chicane stretta 11-12 che porta sul ponte che porta alla curva a gomito numero 13. Da questo punto trazione e velocità per tornare ai 290 km/h, prima dell’ennesima piega a gomito numero 14 la “Connaught” da circa 100kmh di percorrenza. Nuovo allungo che porta alla lunga chicane 16-17 che porta alla zona dello stadio. Si passa sotto il tunnel con la 18-19 da bassa velocità, prima dell’ultimo tratto guidato.Breve rettifilo e ancora una chicane, la 20-21, quindi ultimo tratto veloce prima dell’ultima curva raccordata, la 22-23 a sinistra, che porta nuovamente sul rettilineo d’arrivo.

Come si può capire dalla descrizione, il Singapore Street Circuit è un tracciato davvero complicato, che non permette il minimo errore e nella quale freni e cambio sono portati allo stremo. Per eccellere su una pista simile sono fondamentali carico aerodinamico e trazione, per ripartire nel migliore dei modi dalle (tante) curve lente o da Stop&go. La Ferrari sotto questo punto di vista sembra poter essere la vettura migliore unendo questi due aspetti, ma la Mercedes saprà farsi trovare pronta, e la Red Bull, com’è ben noto, è la migliore quando si parla di tracciati lenti e ricchi di curve, come successo a Montecarlo.

Il livello di stress a livello di pneumatici è minimo, ma l’asfalto è comunque abrasivo e porta, quasi sempre, a dover effettuare due soste ai box. Quest’anno le gomme scelte sono HyperSoft, UltraSoft e Soft, qualcuno in questo modo potrebbe puntare sul qualificarsi nel Q2 con la UltraSoft e puntare sul secondo stint con la Soft, per evitare il secondo cambio gomme.

 

 

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alessandro.passanti@oasport.it

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