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Ginnastica, World Challenge Cup 2018: Chusovitina vince a 43 anni! De Jesus e Black festeggiano a Parigi

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All’AccorHotels Arena di Parigi (Francia) si è disputata l’ultima tappa della World Challenge Cup 2018 di ginnastica artistica, competizione che ha visto la presenza di alcune big a meno di un mese di distanza dai Mondiali (a Doha dal 25 ottobre al 3 novembre).

VOLTEGGIO – Una maestosa Oksana Chusovitina non smette più di stupire e a 43 anni suonati ha ancora la forza per vincere a livello internazionale. La ginnasta più longeva in attività, che insegue ancora le Olimpiadi di Tokyo 2020, si è imposta con la media di 14.250 riuscendo a battere la quotata canadese Ellie Black (14.200) e la grande specialista Tjasa Kysselef (13.600).

PARALLELE ASIMMETRICHE – Il pubblico di casa si aspettava lo show di Melanie De Jesus Dos Santos ma purtroppo commette degli errori e chiude all’ultimo posto (12.450) nella gara vinta dalla connazionale Juliette Bossu (14.200, 5.8), oggi capace di avere la meglio sulla svedese Jonna Adlerteg (13.850) che era stata seconda agli Europei. Podio completato dalla canadese Ellie Black (13.600), era presente anche la britannica Ellie Downie che si è però fermata in settima piazza (13.100).

TRAVE – Ellie Black non delude sui 10 centimetri e si porta a casa una pesante vittoria (13.900) da vera vicecampionessa mondiale all-around. La nordamericana è riuscita a regolare la padrona di casa Marine Boyer (13.350 per il fresco bronzo continentale), terza la spagnola Helena Bonilla (13.050).

CORPO LIBERO – Melanie De Jesus non poteva mancare all’appello dopo aver vinto agli Europei e trionfa con un perentorio 13.750 (5.6) battendo ancora una volta Ellie Black (13.050) e l’inattesa ceca Aneta Holasova (12.850).

Francesi assoluti protagonisti tra gli uomini con le vittorie di Cyril Tommasone al cavallo con maniglie (14.850), di Samir Ait Said agli anelli (15.100), di Loris Frasca al volteggio (14.825). Alla sbarra festeggia il giapponese Seiya Taura (14.300) che si replica alle parallele (14.600), al corpo libero sigillo dell’israeliano Artem Dolgopyat (14.950).

 





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