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Golf, Ryder Cup 2018: Francesco Molinari si carica l’Europa sulle spalle, ora va caccia di un magico tris

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Tornare da leader, 6 anni dopo. Francesco Molinari si appresta a prendere in pugno l’Europa in occasione della Ryder Cup 2018, che avrà luogo tra venerdì 28 e domenica 30 settembre sul Le Golf National, in un sobborgo a due passi da Parigi.

Una scalata strepitosa da parte di un atleta che ha vissuto l’inferno e il ritorno nell’empireo dei grandi, in maniera ancor più entusiasmante rispetto agli anni scorsi, quando riuscì ad impadronirsi di un ruolo da protagonista nel Vecchio Continente, prima di ritrovarsi imbrigliato tra le catene di una crisi che sembrava irreparabile.

Il 2018 è stato l’anno magico di Chicco Molinari: la vittoria nel BMW PGA Championship ha rappresentato il dolce preludio al suo primo trionfo nel circuito PGA, nel Quicken Loans National. Ma il meglio doveva ancora venire. E Molinari ha deciso di passare dalla storia alla leggenda in un baleno, portando a casa l’Open Championship e diventando il primo italiano a vincere un torneo dello Slam.

Un traguardo memorabile per un atleta che approda alla Ryder Cup da numero 1 del team Europa, con l’obiettivo dichiarato di riportare l’ambita coppa nel Vecchio Continente a seguito della batosta incassata nel Minnesota. Nelle due precedenti edizioni a cui ha preso parte, Molinari si è rivelato una sorta di jolly per la squadra europea, avendo sollevato al cielo il trofeo sia nel 2010 in Galles sia soprattutto nella trionfale trasferta del 2012 a Chicago, quando un suo pareggio con Tiger Woods regalò all’Europa la matematica certezza della vittoria.

Lo score di Chicco in Ryder Cup, tuttavia, non è memorabile. Nei sei incontri disputati, individualmente o in coppia, l’azzurro annovera due pareggi e quattro sconfitte. Ma i progressi compiuti nel putt, che fino agli anni scorsi era il suo punto debole, hanno consentito a Molinari di compiere un ulteriore salto di qualità, proiettandolo al quinto posto del ranking mondiale. Ed ora Chicco è l’avversario che tutti vorrebbero evitare. La sua continuità di rendimento è disarmante per chi prova a resistere ai ritmi di un atleta che ha ridotto al minimo la percentuale di errore ed è in grado di reggere la pressione nei momenti più delicati.

E chissà che sul Le Golf National non possa arrivare la prima vittoria personale in Ryder Cup dopo i due successi di squadra. E magari anche la seconda e la terza. Molinari, in fondo, ha abituato bene gli appassionati italiani di golf e un sigillo in Ryder Cup renderebbe ancor più luccicante un’annata da scolpire nel mito.





mauro.deriso@oasport.it

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Foto di Pier Colombo

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