Canottaggio
‘Italia, come stai?’: canottaggio, che squadra verso Tokyo! Conferma dalla ritmica, campanello d’allarme tiro a volo
Si è conclusa ieri una settimana molto intensa per l’Italia, con i Mondiali di diverse discipline che hanno fornito riscontri altalenanti in vista delle Olimpiadi di Tokyo 2020.
Le notizie migliori sono giunte indubbiamente dal canottaggio. Se guardiamo il medagliere generale, il Bel Paese ha conquistato il primato per il secondo anno di fila. Si tratta tuttavia di un successo platonico, perché due dei tre ori conquistati sono maturati in specialità non olimpiche e con pochi partecipanti al via (appena due nel 2 senza pl femminile delle sorelle Lo Bue). Molto più interessante il dato del medagliere che tiene conto delle sole gare a cinque cerchi: qui l’Italia è quarta con un oro e due argenti. Il fiore all’occhiello è rappresentato dall’imbattibile 4 di coppia composto da Filippo Mondelli, Andrea Panizza, Luca Rambaldi e Giacomo Gentili. Un equipaggio formatosi da pochi mesi, capace di regalare risultati strabilianti. Gli azzurri hanno partecipato a tre gare in stagione, vincendole tutte: Coppa del Mondo a Linz, Europei a Glasgow e Mondiali a Plovdiv. Decisiva si è rivelata la scelta coraggiosa dei tecnici di spostare sul 4 di coppia il doppio di Mondelli e Rambaldi che nel 2017 colse il bronzo nella rassegna iridata di Sarasota. D’incanto una barca in crisi da anni ha finalmente ritrovato smalto e, considerata la giovanissima età dei quattro elementi, esistono tutti i presupposti per gettare le basi per andare a caccia di quell’oro olimpico che all’Italia manca dal 2000, quando guarda caso fu proprio il 4 di coppia composto da Agostino Abbagnale, Rossano Galtarossa, Simone Raineri ed Alessio Sartori a prendersi la vetta dell’Olimpo.
Nel settore della punta l’Italia può contare su un fuoriclasse capace di spostare gli equilibri: Matteo Lodo. Il 23enne di Terracina è rimasto orfano in questo 2018 del fido compagno Giuseppe Vicino (ai box per problemi alla schiena), con cui vinse l’oro nel due senza ai Mondiali 2017. Nell’arco dei mesi il 4 senza tricolore ha faticato a trovare la giusta amalgama. L’inserimento in extremis di Lodo, insieme a quello di Bruno Rosetti (bronzo iridato lo scorso anno con l’otto), ha cambiato tutto. Insieme a Matteo Castaldo e Marco Di Costanzo è stato creato un quartetto che dopo gli Europei di Glasgow, nel giro di poco più di un mese, ha saputo agguantare un argento iridato a soli 25 centesimi dall’Australia. A questo punto i tecnici dovranno risolvere un importante dilemma: dal 2019, quando rientrerà anche Vicino, sarà opportuno puntare tutto sul 4 o sul 2 senza? La coperta, come visto negli ultimi mesi, è abbastanza corta e bisognerà riflettere sulla collocazione ideale di un campione come Lodo.
Conferma d’argento nei pesi leggeri per Stefano Oppo e Pietro Ruta, ai quali manca sempre qualcosa per provare davvero a compiere l’ultimo step che li separa dalla vittoria. Continua a mancare all’appello, infine, il settore femminile. Di rilievo il solo quarto posto di Alessandra Patelli e Sara Bertolasi nel due senza senior, mentre nessun’altro equipaggio ha saputo raggiungere la finale in specialità olimpiche.
In attesa di una prossima e (si spera) imminente rinascita dell’artistica, con le ragazze del 2003 in rampa di lancio, è la ritmica a tenere alta la bandiera dell’Italia nella ginnastica. Alessia Maurelli, Anna Basta, Martina Centofanti, Letizia Cicconcelli, Agnese Duranti e Martina Santandrea hanno conquistato un argento pesantissimo ai Mondiali, staccando con ben due anni di anticipo il pass per le Olimpiadi di Tokyo 2020. Una stagione che ha portato alla ribalta un gruppo giovanissimo, ma già straordinariamente competitivo, come testimonia anche il successo finale nella World Cup. Resta la sensazione di una disciplina filorussa, dove le giurie, un po’ come accade nel nuoto sincronizzato, tendono a premiare oltremisura le prestazioni delle ginnaste dell’Est Europa. Pur con esercizi ai limiti della perfezione, le azzurre non riescono mai realmente ad impensierire le russe nei grandi appuntamenti come Europei, Mondiali ed Olimpiadi.
Risultati storici si sono materializzati anche nelle prove individuali. Alexandra Agiurgiuculese, bronzo alla palla, e Milena Baldassarri, argento al nastro, hanno portato a casa delle medaglie straordinarie nelle finali di specialità non olimpiche. Le giovanissime azzurre si sono fatte valere anche nella prova all-around, l’unica che si disputa ai Giochi: settima Baldassarri, nona Agiurgiuculese. Se le sorelle russe Dina ed Arina Averina, neanche a dirlo, appaiono imprendibili, le nostre portacolori hanno ancora due anni di tempo a disposizione per crescere ulteriormente e provare ad andare a caccia di un bronzo a Tokyo 2020 che sarebbe sensazionale.
Un piccolo campanello d’allarme è suonato per il tiro a volo ai Mondiali di Changwon, in Corea del Sud. L’Italia aveva dominato le Olimpiadi di Rio 2016 (2 ori e 3 argenti in cinque gare) ed i Mondiali 2017 (addirittura 3 ori). Era difficile, quasi impensabile, mantenere quei ritmi, anche perché la concorrenza non resta a guardare. In Asia sono arrivati due bronzi ed altrettanti pass per Tokyo 2020, conquistati da Silvana Stanco (trap) e Riccardo Filippelli (skeet). Per una volta a deludere sono state le punte. Giovanni Pellielo e Jessica Rossi prima hanno mancato l’accesso alla finale individuale nel trap, poi si sono fermati ai piedi del podio nella prova mista che farà il suo debutto ai Giochi tra due anni. La prestazione più opaca è stata offerta poi dallo skeet femminile, dove le fuoriclasse Diana Bacosi e Chiara Cainero hanno mancato qualche piattello di troppo, vanificando l’accesso per l’atto conclusivo. Nulla da fare per il campione olimpico e mondiale Gabriele Rossetti, eliminato nonostante un comunque ottimo 122/125. Un dato che la dice lunga sull’elevatissimo livello raggiunto dai tiratori di tutto il mondo. Sempre più spesso è necessario avvicinare la perfezione anche solo per strappare l’accesso alla finale, il che implica livelli di concentrazione elevati ed esasperati, impossibili da mantenere per più di un paio di gare all’anno. Per questo, ora più che mai, gli azzurri dovranno selezionare con cura i prossimi appuntamenti di Coppa del Mondo che assegneranno le carte olimpiche. L’Italia ha tutto per conquistare tutti e otto i pass disponibili, ma non sarà semplice né scontato.
Senza il suo fuoriclasse Niccolò Campriani, ritiratosi dopo i due ori di Rio 2016 (ci sarà un ripensamento in extremis per Tokyo 2020?), l’Italia è sprofondata nell’anonimato nel tiro a segno. La sola Petra Zublasing ha raggiunto la finale nella specialità olimpica della carabina 10 metri, concludendo settima. La 29enne altoatesina, tuttavia, è ormai distante dai livelli che l’avevano portata nel 2014 ad arpionare il titolo mondiale. Non hanno brillato i veterani Giordano, De Nicolo e Mazzetti, mentre i giovani si sono rivelati ancora lontanissimi dall’elite internazionale. Se le medaglie in Giappone appaiono come un’utopia, alle Olimpiadi sarà complesso anche riuscire a qualificarsi.
federico.militello@oasport.it
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
carlumu
21 Settembre 2018 at 09:55
Lungi da me l’idea di fare polemica , ritengo solamente più difficile parlare di singoli atleti nel canottaggio ,che non è uno sport individuale (tranne il singolo ) ma neanche di squadra in quanto l’equipaggio è un blocco omogeneo ed inoltre non è immediato confrontare i risultati ,come ad esempio in atletica ed ancor di più nuoto , perchè influenzati sensibilmente da fattori esterni. I dati di valutazione e comparazione dei vari atleti sono invece raccolti dai tecnici per effettuare le loro scelte ,quindi se qualcuno ne è in possesso sarei lieto di analizzarli e commentare insieme partecipando ad una costruttiva discussione su questo sito così interessante che ci permette di condividere la comune passione per tali sport . A proposito qualcuno ha informazioni aggiornate sul recupero di Vicino che ritengo importante per aggiungere una freccia al nostro arco per i prossimi impegni.
ale sandro
21 Settembre 2018 at 12:48
Infatti uno dei commenti che avevo fatto prima dei mondiali,dopo le convocazioni, riguardava la possibilità di conoscere qualche dato sui test effettuati per saperne di più sulle scelte finali. Sarebbe stato bello averlo per esempio per capire se Montesano era infortunata oppure si è optato per una scelta tecnica schierando Tontodonati con Iseppi, ma è solo un esempio. Non sempre la federazione scende nel dettaglio, per carità la federcanottaggio non è la sola a riguardo.
So bene che conta più la resa dell’equipaggio in quel dato momento che il singolo di per sè, anche se è innegabile il valore di alcuni canottieri rispetto ad altri, altrimenti tu stesso non parleresti di Vicino come così importante, come del resto tutti quanti noi.
E mi sembra naturale evidenziare come si siano ottenuti risultati con determinati canottieri in una data specialità, pensando che in futuro magari possa anche accadere di nuovo, esattamente come è auspicabile in altre specialità puntare sui giovani , come tu stesso hai scritto.
cavabara
21 Settembre 2018 at 16:17
Ne approfitto per chiedere info riguarda i nostri atleti assenti al mondiale:
Alessandra Montesano ha fatto i mondiali under-23 a Poznan e gli europei senior di agosto ma non i mondiali senior di settembre…qualcuno sa se è infortunata o è stata una scelta tecnica? Su internet non ho trovato nessuna notizia a riguardo.
Per quanto riguarda Giuseppe Vicino in un suo post di inizio maggio dichiara di aver iniziato la riabilitazione in palestra….abbiamo altre notizie a riguardo?
ale sandro
21 Settembre 2018 at 08:54
I tecnici faranno indisturbati il loro lavoro come sempre e come è giusto che sia.
Non capisco però quale problema ci sia nello scambiare quattro chiacchere e/o esprimere la propria opinione su un argomento che appassiona.
Si può anche provare ad andare al di là del “forza azzurri” , “è difficile”, o ritenere che si possano fare certi risultati senza dover essere accusati di improvvisarsi allenatori, da parte di chi tra l’altro vuole dare pure lui la sua opinione opinabile come quella di chiunque. Se si ragionasse così nessuno dovrebbe commentare più nulla.
carlumu
20 Settembre 2018 at 20:18
Avendo il canottaggio la fortuna di disporre di ottimi tecnici sarebbe opportuno farli lavorare e non improvvisarsi tutti allenatori di calcio. Purtroppo la realtà attuale ,a mio modesto avviso, non vede un parco atleti tale da poter aspirare a qualificare tante barche anche perchè la quantità si scontra con la qualità (ai recenti mondiali il maggior numero di finalisti lo hanno avuto Nuova Zelanda e Gran Bretagna , con otto armi ,che non hanno vinto nessuna medaglia d’oro al contrario l’Irlanda con tre atleti su due armi ha vinto altrettanti ori) . Di sicuro è importantissimo il ritorno al 100% di Vicino che può sicuramente contribuire a rendere nuovamente competivo il due senza . Per il resto essendo il canottaggio una disciplina con un bacino di praticanti sicuramente ridotto ma con la capacità di non disperdere i talenti ,vedasi i risultati degli juniores e under 23, si potrebbe puntare su equipaggi giovani per fare almeno esperienza per il prossimo quadriennio . Per quanto riguarda il tiro a volo spero si sia trattato solo di un passo falso ma certamente non possiamo pensare di vincere sempre 2 o 3 medaglie d’oro in una disciplina cosi difficile ed anche aleatoria .Per quanto riguarda le buone notizie aggiungerei quelle di Paltrinieri in acque libere . Proporrei inoltre di aggiornare il medagliere virtuale di Tokio 2020
ale sandro
17 Settembre 2018 at 11:50
Mi piacerebbe rivedere i 4 campioni del mondo di Aiguebelette ’15, visto che non fu possibile schierarli tutti a Rio nel 4 senza.
Quindi se Vicino dovesse tornare dall’operazione al suo massimo valore, sarebbe un’ipotesi da tenere in considerazione secondo me, con magari Abagnale-Montrone nel 2 senza chiaramente con altre velleità, comunque sicuramente da finale.
In generale ci sono possibilità di lavorare bene per centrare la finale con 6 barche, 4 di queste per giocarsi il podio (in un paio di casi anche l’oro). Nel settore femminile dalla stagione prossima vorrei rivedere in via definitiva il doppio con Montesano-Iseppi, che continuo a pensare abbia margini di miglioramento.
Il tiro a volo ha fatto gli stessi risultati dello scorso metà quadriennio. Due carte olimpiche e due medaglie nelle gare olimpiche anche allora, nel mondiale 2014, con la conferma anche nel mondiale 2015. Poi sappiamo come andò a Rio.
Diventerebbe particolarmente allarmante non trovare i pass nelle prossime prove di coppa del mondo, ma per il momento non credo sia il caso.Importante in ogni caso qualificarsi quanto prima nel trap, visto che , se ho capito bene il regolamento, a Tokyo nella mista , esclusi i qualificati, andranno solo coloro che saranno convocati per la gara individuale. Perciò meglio mettere le cose in chiaro da subito e stabilire le gerarchie ,con una selezione interna chiara.
I problemi seri però li ha il tiro a segno. Zublasing può ritornare ai livelli che le competono , però dal resto non vedo particolari prestazioni, a differenza di 4 anni fa , dove avevamo già tre pass ottenuti.
Visto il difficile emergere di Di Martino, spero facciano a tempo Benetti e Suppini a “esplodere”.
Splendida la ritmica come sempre e anche di più, visto il contesto e i progressi notevoli delle individualiste.
cavabara
17 Settembre 2018 at 15:43
Concordo con Ale Sandro, sarebbe bello rivedere Di Costanzo, Castaldo, Lodo e Vicino assieme nel Quattro Senza, magari provando un Montrone – Abbagnale o Rosetti nel due senza ( bisogna riportare in finale A questa imbarcazione ), inoltre riproporrei Martini – Battisti per un due di coppia ( non mi è piaciuta l’imbarcazione in questo mondiale ).
Cosi facendo si potrebbe veramente puntare a 6 finali maschili su 7.
Nell’ambito femminile mi è piaciuta molto la coppia Patelli-Bertolasi e Rodini-Cesarini, rimetterei nel singolo Tontodonati e nel due di coppia Iseppi-Montesano ( ottimo il loro ultimo europeo per entrambi le imbarcazioni ); sperare in un 8 femminile per il prossimo mondiale è chiedere troppo?
Cmq forma permettendo potremmo avere anche nel femminile 3-4 imbarcazioni da finale A…
Solo elogi per la nostra ginnastica ritmica, annata fantastica, mondiale europeo e coppa del mondo….speriamo di averli in questo stato di forma per molto molto tempo…
Il tiro a volo non dovrebbe e non DEVE aver problemi a qualificare 8 atleti per tokyo 2020, ci sono tante gare nel prossimo biennio per centrare questo obiettivo. A proposito, qualcuno sa dirmi come funzionano le qualificazioni per il trap misto? oltre le 2 coppie qualificate tramite il mondiale 2018, quali saranno le altre presenti nella nuova specialità?
Il tiro a segno non passa momenti rosei, l’uscita di scena di Campriani ci ha penalizzato tantissimo, facciamo fatica a sfornare nuovi talenti ( la fatica maggiore è il passaggio tra junior e senior dei nostri tiratori ), speriamo nel ritorno di Zublasing e di De Nicolo e magari in qualche “esplosione” dei nostri junior.
ale sandro
17 Settembre 2018 at 16:22
Dal regolamento delle qualificazioni, l’unica possibilità di pass diretto nel trap misto era appunto il mondiale.
I successivi pass saranno legati a quelli ottenuti nelle gare individuali.
Nel caso dell’Italia se Defilippis o un altro italiano dovessero ottenere la carta olimpica,ecco che l’Italia potrebbe schierare la sua prima coppia, avendo già portato una carta al femminile la Stanco.
Ovviamente è così per tutti, anche in caso di seconda carta olimpica ottenuta in entrambe le prove maschili e femminili. Almeno questo è ciò che capisco dal regolamento, se mi sbaglio qualcuno mi corregga, così almeno sappiamo la versione giusta 😀
Rosetti mi piaceva anche nell’otto, comunque le barche di punta sono in grado di dare un segnale importante perchè possono contare su 6-7 canottieri molto forti.
Tanto dipenderà da condizione generale e nel particolare del rientrante Vicino.
Non so se al maschile possano saltare fuori 6 finali , perchè il doppio senior deve tornare a girare molto più forte di così, ma penso che 6 comprendendo anche le donne si possa assolutamente fare.
cavabara
18 Settembre 2018 at 11:18
Grazie per le info sul trap misto Ale 🙂
Quindi se riusciamo a portare 4 atleti nel trap possiamo disporre di 2 coppie nel misto?
Vedendo l’ultimo mondiale abbiamo 5 imbarcazioni da finale A, più il due di coppia leggeri femminile che ci è andato molto vicino ( a proposito, fantastico mondiale di Clara Guerra, la potremmo vedere sul due di coppia? ), in più spero che il rientro di Vicino porti di nuovo ad alti livelli il due senza quindi potenzialmente 7 imbarcazioni da finale…sarebbe una bella cosa in vista di Tokyo 2020….senza contare la coppia Iseppi-Montesano, il 4 femminile e il due di coppia Martini-Battisti…
Che ne pensi Ale Sandro?
ale sandro
18 Settembre 2018 at 15:06
Prego, dovrebbe essere così e cioè due coppie se in entrambe le specialità del trap individuale si conquistano i due pass. Ovviamente gareggerebbero gli stessi tiratori selezionati anche per la gara individuale.
Sul canottaggio intanto sarà fondamentale ottenere più carte olimpiche possibili ai prossimi mondiali , ed eventualmente a Lucerna ’20 nell’ultima prova di selezione. Non sarà una cosa scontata o da sottovalutare, specie in alcune specialità.
Per il resto ci sono diverse soluzioni come ho già detto , sia per le barche di punta che per il settore femminile (o per l’otto che con Gabbia e Rosetti era particolarmente competitivo a mio modo di vedere), magari faranno altri test anche con Guerra nel doppio.
Però sono d’accordo con te che sia certamente possibile anche avere più di 6 barche da finale al mondiale prossimo e di conseguenza anche ai giochi.
Speriamo il livello della squadra aumenti con l’ingresso nel biennio olimpico. Per adesso bene così.