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‘Italia, come stai?’: Gerhard Kerschbaumer non è più Godot. De Gennaro, un raggio di luce dalla canoa

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Gerhard Kerschbaumer, da quasi 10 anni, era il Godot della mountain bike italiana. Un talento annunciato, un predestinato che però non arrivava mai…Si erano create aspettative elevate, e forse esagerate, dopo i tanti trionfi nelle rassegne giovanili. L’altoatesino vinse prima l’oro ai Mondiali juniores nel 2009 e poi quello Under23 nel 2013.

Come spesso accade ai giovani italiani, non solo nella mtb ma in svariati sport, il passaggio nel mondo dei grandi si rivela traumatico e la crescita subisce un brusco e repentino arresto. Lo ha ammesso lo stesso Kerschbaumer: “Mentalmente è stata dura. Ero abituato a vincere, invece tra i seniores il livello era molto più alto e mi ritrovavo indietro. Non ero pronto ad accettarlo“.

Per diverse stagioni l’azzurro ha brancolato nell’anonimato, faticando persino a raggiungere le prime venti posizioni. I primi e concreti miglioramenti si sono intravisti nel 2017: il nativo di Bressanone riuscì a cogliere il primo podio della carriera in Coppa del Mondo. La vera consacrazione si è poi materializzata nel 2018, a 27 anni: Kerschbaumer prima ha conquistato quattro podi nel circuito maggiore, con tanto di vittoria ad Andorra, poi l’argento ai Mondiali dopo aver impensierito sino all’ultimo giro il fuoriclasse elvetico Nino Schurter, al settimo titolo iridato della carriera.

Ha avuto bisogno dei suo tempo, di sbattere la faccia contro una realtà ben diversa dai ‘balocchi’ delle competizioni giovanili e di acquisire gradualmente consapevolezza nei propri mezzi. Ora Gerhard Kerschbaumer è finalmente arrivato (in pianta stabile) nell’elite della mountain bike internazionale e promette di restarci a lungo. Di sicuro una carta importantissima per l’Italia in vista di Tokyo 2020.

A La Seu d’Urgell (Catalogna) è arrivato finalmente un raggio di luce per la canoa slalom tricolore in una stagione opaca. Giovanni De Gennaro ha vinto la tappa di Coppa del Mondo nel K1, festeggiando così il terzo successo in carriera nel circuito maggiore e riscattando un’annata sin qui molto al di sotto delle attese. Il classe 1992 sinora ha dimostrato di possedere qualità enormi, tuttavia solo sporadicamente riesce e metterle in mostra.

Negli ultimi tre anni il bresciano ha collezionato una affermazione a stagione, senza però riuscire mai a lasciare il segno nelle grandi manifestazioni: Olimpiadi, Europei e Mondiali. A fine mese, nella rassegna iridata di Rio de Janeiro, De Gennaro dovrà dimostrare di essere davvero pronto per giocarsi una medaglia: a 26 anni i tempi sono maturi per il definitivo salto di qualità, un po’ come accaduto per Kerschbaumer.

federico.militello@oasport.it





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