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“La battuta di Fabiola”: Blengini l’artefice di un’Italia non perfetta, ma concreta

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Si è conclusa ieri sera la prima fase della rassegna iridata con l’ennesima vittoria azzurra per 3 set a 1 ai danni della Slovenia di Boban Kovac. Percorso netto quello della nostra nazionale, che saluta il meraviglioso pubblico di Firenze e si prepara a proseguire la competizione a Milano forte dei 15 punti conquistati in 5 partite.

L’uomo della serata, ma vorrei dire l’uomo di questo inizio, è il ct Gianlorenzo Blengini, che ha saputo presentare all’appuntamento mondiale una squadra italiana solida e affamata di vittorie.
Si potrebbe parlare dell’utilizzo di Gabriele Maruotti, il quale è subentrato a Lanza e può dedicare al figlio Brando un’altra prestazione da sogno, contribuendo a dare la svolta in una gara iniziata in maniera tesa e fallosa. Si potrebbe parlare dei 7 muri di Simone Anzani e delle prestazioni formidabili a cui ci ha abituato soprattutto nel corso dell’ultimo anno. Si potrebbe parlare del cuore del nostro libero Massimo Colaci, che lo ha spinto a rincorrere palloni impossibili e a trascinare i compagni.

Scelgo Blengini per aver rispettato ogni avversario e per aver centrato obiettivi impostati giorno dopo giorno. Il bottino di punti ottenuto sarà un bagaglio prezioso per le prossime fasi e non vi è dubbio che un tale approccio al Mondiale di casa nostra sia il frutto di un’estate di intensi sacrifici.
Il ruolo dell’allenatore è sempre molto delicato, ancor di più quando si ha a che fare con atleti tra i più forti al mondo. La gestione di grandi squadre non è per nulla scontata e la compresenza di fortissime individualità non è sempre sinonimo di unione. Sono convinta che la famosa “amalgama” in un gruppo non sia casuale, bensì sia la naturale conseguenza di un’elevata qualità delle ore passate in palestra. E’ proprio lo staff tecnico a costruirne le basi e a far sì che gli ingranaggi funzionino. I mesi trascorsi in ritiro a Cavalese si sono visti tutti. Li hanno visti in campo gli 11.170 spettatori del Foro Italico, le 30.000 persone delle quattro partite di Firenze e i milioni di telespettatori da casa.

L’uomo dietro a questi successi appare concentrato, con i piedi piantati bene a terra, che si staccano solo per fare un piccolo passetto successivo. L’Italia per ora ha lasciato solo briciole agli avversari, ma non è stata perfetta, è stata concreta! Già dal prossimo weekend le sfide saranno più insidiose, nessuno osa immaginare come andrà a finire, ma a noi piace questo team e ci piace vederlo affrontare ogni gara con umiltà e determinazione.

Di Fabiola Facchinetti, giocatrice in A1 della Vero Volley Monza





Foto: Valerio Origo

 

1 Commento

1 Commento

  1. Nany74

    19 Settembre 2018 at 12:08

    Sono d’accordo, soprattutto sulla premessa: il ritiro, gli allenamenti e la qualità del tempo trascorso insieme, creano anche quella voglia di vincere non solo per te stesso e per il tuo ego, ma anche per il compagno che ti sta a fianco e che magari entra solo per due rotazioni a prendere pallonate in seconda linea. Tutti contribuiscono, per cui tutti meritano di essere rispettati ed aiutati, in campo ed in spogliatoio! L’ambiente è buono e si vede, le reazioni alle difficoltà ci sono ed è una diretta conseguenza dell’ambiente. Ora si comincia a fare sul serio…per cui forza azzurri e testa bassa…Non so voi, ma io ho voglia di vedere un bel colore scintillante al collo di questi ragazzi!!

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