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‘La battuta di Fabiola’: il giorno dopo che fa male. La grande motivazione ha paralizzato gli azzurri

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In qualsiasi campo ci viene insegnato che nella vita le motivazioni cambiano destini già segnati e ribaltano situazioni in apparenza impossibili. Una grande motivazione spesso porta a superarsi, altre volte crea un’enorme pressione che paralizza. L’Italia avrebbe dovuto compiere un’impresa e senza il permesso di sbagliare nulla contro la Polonia campione del mondo in carica. Le energie positive indirizzate a Torino ieri sera di tutti gli appassionati di volley e di chiunque sia venuto a conoscenza, grazie a un forte seguito mediatico, del percorso brillante che stava facendo la nostra nazionale, oltre a quelle dei 12000 presenti, non sono bastate a dare la spinta a una macchina in panne. Il peso è stato troppo e il primo set ha decretato la nostra uscita dalla rassegna iridata. La vittoria per 3-2 ringrazia un Paese per averci creduto fino alla fine.

Purtroppo ora è il momento dei commenti, le parole si sprecano e di argomenti ce ne sarebbero tanti, montagne di critiche e montagne anche di rassicurazioni. Un atleta non sente niente di tutto ciò ed è sacrosanto che sia così. È già abbastanza svegliarsi stamattina (e per chissà quante sere riaddormentarsi) con quel malessere difficile da spiegare a chi non fa sport. Le immagini vanno all’indietro e ogni azione viene sottoposta alla lente di ingrandimento. Quello che si è fatto, quello che si sarebbe dovuto fare, quello che si sa fare, quello che non si è riuscito a fare, gli attacchi della Serbia, l’approccio alla Polonia. Quando le motivazioni si eguagliano e in palio c’è una delle medaglie più importanti nella carriera di un pallavolista, non ci sono pronostici che tengano e tutto può succedere, comprese le esclusioni della Russia e dei padroni di casa dalla competizione.

Gli uomini del match questa volta sono due e sono i nostri telecronisti Maurizio Colantoni e Andrea Lucchetta. Il loro lavoro ieri sera come non mai è stato a dir poco delicato dopo il primo fatale set. Proprio loro che usano la voce in prima serata, su una rete nazionale, non avrebbero potuto trovare parole più adeguate per raccontare la conclusione di un sogno. Hanno contribuito al grande successo di pubblico di queste partite, hanno esaltato gli animi, ma soprattutto hanno buttato via immediatamente la lente di ingrandimento per prendere tra le mani, piuttosto, un binocolo e guardare al futuro. Come all’esordio al Foro Italico, siamo vicini ai nostri ragazzi, li abbiamo applauditi fino all’ultimo punto e siamo già pronti ad accompagnarli nei prossimi obiettivi. Anzi ora siamo di più.





Di Fabiola Facchinetti, giocatrice in A1 nella Vero Volley Monza

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Foto: Pier Colombo

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