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MotoGP, GP San Marino Misano 2018: Andrea Dovizioso sfata il tabù, Marc Marquez si avvicina all’iride, Yamaha in crisi

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E’ lunedì e come sempre è tempo di bilanci. Il tredicesimo round del Mondiale 2018 di MotoGP è andato in archivio e gli spunti che ci ha lasciato il tracciato di Misano non sono certo pochi.

IL TRIONFO DEL DOVI – Opportuno partire da chi ha trionfato ovvero Andrea Dovizioso. Su una pista sulla quale il forlivese non aveva mai vinto, si è visto un pilota abile a leggere i momenti della gara e capace di trovare il giusto equilibrio tra velocità e controllo. Uno status raro che nel GP di San Marino e della Riviera di Rimini il ducatista ha saputo trovare. Di sicuro i test privati svolti poco prima del round di Silverstone (Gran Bretagna) hanno dato informazioni importanti ma il centauro italiano è stato in grado di trasferirle quando contava. E così è arrivata per lui l’undicesima vittoria nella classe regina, la terza in questa stagione, a conferma dell’ottimo momento vissuto dalla GP18, sempre vincente nelle tre corse disputate dopo la pausa estiva. Riscontri che non si verificavano da dieci anni, quando era soprattutto un pilota a fare la differenza, ovvero Casey Stoner. Dovizioso, sfatando il tabù di Misano, si è portato in seconda posizione in questo campionato a 67 punti da Marc Marquez (secondo in gara), mentre il suo compagno di squadra Jorge Lorenzo, in lotta con la Honda del campione del mondo per buona parte della corsa, ha perso l’anteriore della sua Ducati, alla frenata della “Quercia“, senza ottenere punti (17°). Un Lorenzo che ora guarda da ancor più lontano Marquez (quarto a 91 punti di distanza).

MARQUEZ VICINO ALL’IRIDE – Parlavamo di punti e il buon Marc anche in quest’occasione può essere soddisfatto. Su un tracciato dove il suo pacchetto ha sempre fatto fatica, arrivare secondo, contro una “Rossa” così forte, vale una vittoria. Lo spagnolo si era presentato alla vigilia del round con 59 lunghezze di vantaggio su Valentino Rossi (il secondo della classifica generale) e ora ne ha 67 su Dovizioso che è appunto il primo degli inseguitori. Un andamento frutto dell’eccezionale costanza del numero 93, che ha portato a casa il decimo podio dell’anno ed il 73° in carriera in MotoGP. Numeri impressionanti che avvicinano l’iberico al suo settimo titolo in carriera (il quinto nella massima cilindrata). Tra due settimane si andrà ad Aragon (Spagna), in uno dei feudi dell’asso di Cervera (due successi consecutivi negli ultimi due anni e quattro in totale nella propria carriera), e le chance per allungare e porre un altro mattoncino per il proprio castello dorato, a 6 GP dal termine, ci sono tutte.

LA CRISI YAMAHA – 22 gare senza vittorie, record negativo uguagliato. E’ questo il dato che spicca su tutto in casa Yamaha. La quinta e settima posizione di Maverick Viñales e Valentino Rossi, a 16″016 e a 19″086 dal vincitore, descrivono una situazione a cui il team nipponico non riesce a porre rimedio. E dire che sabato i presupposti per fare una bella gara c’erano: Viñales era stato il migliore nella simulazione del passo gara delle PL4 e la prima fila dell’iberico e un Rossi settimo ma vicinissimo al vertice lasciavano presagire una corsa da protagonisti. Niente di tutto questo. “Moto difficile da guidare, instabile in frenata e con poco grip. Non sappiamo i motivi. Di fatto gli altri nel corso della stagione migliorano mentre noi no“. Con queste parole Rossi ha analizzato la situazione di una squadra in crisi di identità.

 

 





 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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