MotoGP
MotoGP: la crisi irreversibile della Yamaha. Serve la rivoluzione e Valentino Rossi può aspettare?
Record e lacrime in casa Yamaha dopo il GP di Aragon (Spagna), quattordicesimo round del Mondiale 2018 di MotoGP. Reduce dall’ottavo posto di Valentino Rossi e dal decimo di Maverick Vinales, la squadra di Iwata ha toccato il fondo con 23 round senza vittorie e non si era mai verificato nella top-class. L’essere giunta alle spalle di Suzuki e di Aprilia è un campanello d’allarme chiaro che in Giappone hanno sicuramente sentito ma le soluzioni faticano a trovarsi.
La moto nipponica non va: poca trazione, eccessivo consumo delle gomme ed incidenza dell’elettronica scarsamente premiante. Criticità identificate a cui però non si riesce a porre rimedio. Da diverso tempo il “Dottore” lamenta questi aspetti e nei fatti la creatura 2018 è quella che, nel confronto con quella dell’anno passato, è migliorata meno.
Se infatti gli altri hanno compiuto degli step in avanti sensibili, in tutte le aree, la M1 evolve lentamente e non tiene il passo dello sviluppo dei concorrenti. Un male da identificare nel progetto e, forse, nella filosofia di lavoro. Si vorrebbe un’altra rivoluzione, come quella che avvenne nel 2004, nel periodo dell’avvento del Valentino vincente con la Honda.
Seguirono stagioni entusiasmanti, condite dai Mondiali del 2004, 2005, 2008 e 2009 del campione di Tavullia. Ora però la polvere nasconde le immagini di quei trionfi e bisogna ripartire da capo. Cambiare il motore? Cambiare il telaio? I punti interrogativi sono tanti e, regnando la poca chiarezza, il prototipo 2019 parte in ritardo. In questo contesto Rossi che cosa farà? Il suo contratto scade nel 2020 ma sarà in grado di aspettare e vivere un’annata da comprimario, ricordando per certi versi gli anni difficili vissuti in Ducati.
Solo il tempo saprà fornire delle risposte ma di sicuro vedere un marchio così prestigioso in difficoltà mette tristezza perchè questo Valentino potrebbe ancora farci divertire in sella alla sua moto.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: Valerio Origo