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MotoGP, Mondiale 2018: con Marc Marquez ad un passo dal titolo, cosa ci attende in questo finale di campionato?

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Con la vittoria di Marc Marquez ad Aragon il Mondiale MotoGP 2018 può definirsi ufficialmente in ghiaccio. Il campione del mondo in carica, infatti, porta a +72 il suo vantaggio nei confronti di Andrea Dovizioso a sole cinque gare dalla fine della stagione. Per questo motivo al Cabroncito non rimane che decidere dove festeggiare il suo quinto titolo iridato nella classe regina. Cinque tappe che, a questo punto, perdono di interesse al massimo livello, ma che hanno ancora spunti di interesse importanti.

In primo luogo le trasferte di Thailandia, Giappone, Australia, Malesia e Valencia, sanciranno chi potrà conquistare la piazza d’onore alle spalle del numero 93. Andrea Dovizioso si trova a quota 174 punti, con 15 di vantaggio su Valentino Rossi, mentre Jorge Lorenzo, al secondo “zero” di fila, accusa 44 lunghezze di distacco. Vedendo classifica e condizione attuale, sembra che il pilota della Ducati sia il grande candidato a centrare la seconda posizione in graduatoria, con il “Dottore” che, in crisi nera con la propria Yamaha, ormai ha ben poco da dire in questo 2018. Jorge Lorenzo, invece, sembra tornato quello di inizio anno. Dopo una lunga fase fatta di vittorie e ottime prestazioni, il maiorchino sta sprecando molto, con due cadute pesanti che lo hanno allontanato da chi lo precede.

La Ducati, al momento, sembra la moto migliore del lotto ed è in grado di battagliare per il successo in ogni appuntamento. La Desmosedici, come confermato dai piloti, sta effettuando passi in avanti notevoli ed ormai è divenuta una moto solida, veloce e che si sa adattare nel migliore dei modi ad ogni condizione e situazione. Nelle ultime cinque gare la Rossa può puntare ad altrettanti successi di tappa, anche se a Philip Island si annuncia, come sempre, un vero e proprio tallone d’Achille. La Honda, invece, è cucita addosso a Marquez ed al suo stile di guida e, a sua volta, è diventata un mezzo impeccabile che consente al campione di Cervera di essere l’uomo da battere in tutti i tracciati del globo.

Discorso totalmente opposto per la Yamaha. La crisi in seno alla scuderia di Iwata, se possibile, si sta addirittura acuendo. La M1, ad inizio campionato, quantomeno, permetteva a Valentino Rossi (più che a Maverick Vinales) di piazzarsi stabilmente sul podio. Ora come ora, invece, la moto nipponica non va più avanti, in quasi nessuna condizione. Nonostante un telaio eccellente, per i due piloti i problemi sono infiniti. Il loro mezzo, infatti, non si esprime al meglio su piste con poco grip, quando è troppo caldo o è troppo freddo, non va bene in uscita di curva per colpa dell’elettronica e, non ultimo, consuma le gomme in pochissimi giri. I risultati stanno diventando letteralmente drammatici con l’ottavo posto del “Dottore” che, quasi, viene festeggiato come un buon bottino. I sogni di conquistare una vittoria possono andare assolutamente in archivio e, visti i presupposti, anche in 2019 non partirà certo sotto i migliori auspici.

In casa Suzuki, invece, Andrea Iannone ed Alex Rins proveranno a confermare nelle ultime cinque uscite l’ottimo risultato di Aragon. La moto giapponese, com’è ben noto, non ha un motore competitivo come quello di Ducati e Honda, ma in alcuni tracciati potrebbe nuovamente inserirsi nella lotta. Anche in casa Aprilia, il sesto posto del MotorLand conquistato da Aleix Espargarò, fa ben sperare, per un finale di stagione che potrebbe gettare basi importanti in vista del 2019. 

 

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alessandro.passanti@oasport.it

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