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Ryder Cup 2018: il percorso del Le Golf National di Parigi e le 18 buche ai raggi X. Si gira sul percorso dell’Open di Francia

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Il Le Golf National di Parigi (o meglio, del sobborgo a sud-ovest della capitale francese di Saint-Quentin-en-Yvelines), si avvia a ospitare per la prima volta la Ryder Cup, Il percorso, per gli appassionati di golf, è familiare, perché ha ospitato tutte le edizioni dell’Open di Francia tranne due dal 1991 a oggi. Il percorso, nel frattempo, qualche modifica l’ha subita: andiamo perciò a vedere com’è oggi il par 72 su cui si cimenteranno i 24 golfisti in competizione.

BUCA 1 – Par 4, 393 metri. Il green qui è stato accorciato da poco, ma rimane cruciale il tee shot, dal quale dipende tutto. Di fianco, a sinistra, c’è sempre l’acqua, a destra del green c’è un bunker. A proposito del green: è molto lungo anche da accorciato rispetto agli scorsi anni.

BUCA 2 – Par 3, 192 metri. Sembra semplice arrivare in green direttamente dal tee shot, ma la verità è che c’è da sorvolare tutta l’acqua che c’è prima del green. Più è lontana la bandiera dal bordo sinistro, meno è probabile subire conseguenze spiacevoli. Sarebbe ampiamente preferibile centrare i bunker oltre il lato destro, se proprio si deve scegliere un avverso fato.

BUCA 3 – Par 5, 510 metri. Buca allungata nel 2004. Nella prima parte ci sono parecchi avvallamenti, nella seconda un paio di alberi posizionati davanti al green e un bunker posto di fianco, sulla destra, appena prima dell’ingresso vicino alla bandiera.

BUCA 4 – Par 4, 444 metri. Una buca abbastanza tranquilla rispetto alla media del percorso. L’unico problema riguarda i bunker piazzati intorno alla buca, anche se non è impossibile cavarcisi fuori.

BUCA 5 – Par 4, 370 metri. Altra buca con pochi pensieri, e oltretutto più corta della precedente. Paradossalmente, però, non è del tutto scontata la possibilità di arrivare a un birdie.

BUCA 6 – Par 4, 347 metri. Qui le possibilità di birdie sono molto serie, anche se ci sono quattro dossi piuttosto netti da superare.

BUCA 7 – Par 4, 418 metri. Si ritorna a passare per una buca piuttosto complicata: bisogna colpire verso sinistra per avere una posizione accettabile in fairway col secondo colpo, dal quale serve un bel ferro per arrivare al green o quantomeno vicino.

BUCA 8 – Par 3, 190 metri. Problema numero uno: il vento. Problema numero due: il bunker che c’è davanti al green è profondo. Evitarlo è bene, regolarsi bene col vento è ancor meglio. Si può arrivare al birdie, ma possono succedere anche parecchi disastri in funzione della posizione della bandiera.

BUCA 9 – Par 5, 529 metri. Ci troviamo in presenza di una rientranza a destra per quella che è la buca più lunga dell’intero percorso. Si tratta di una buca fattibile, se si evitano i cinque bunker disposti sui due lati. Il green tende ad andare in discesa verso i lati superiore e inferiore.

BUCA 10 – Par 4, 343 metri. L’unico reale problema è il laghetto sul fianco sinistro. E’ vero che ci sono un ingresso molto stretto nel green e un bunker proprio prima dello stesso, ma è altrettanto vero che non è difficile arrivare al birdie qui.

BUCA 11 – Par 3, 162 metri. In poco tempo, dalla buca più lunga alla seconda più corta. Totalmente rifatta nel 2016, prevede lo stesso schema della 2: ostacolo d’acqua da superare. O si sta attenti o il colpo di penalità arriva.

BUCA 12 – Par 4, 395 metri. Conviene tenersi a centro fairway, perché oltre il rough ci sono i bunker e ai lati del citato fairway ci sono i dossi. Di base è fondamentale un buon tee shot.

BUCA 13 – Par 4, 379 metri. Qui c’è poco da fare, e bisogna seguire uno schema fisso: drive lungo dal tee shot per poi superare con una certa agilità l’ostacolo d’acqua. E’ l’unico modo per approcciare in maniera soddisfacente la bandiera.

BUCA 14 – Par 5, 497 metri. L’ultimo par 5 del percorso precede un quartetto di buche, diciamo così, niente male. Il green si può raggiungere con due colpi, ma non è semplice, soprattutto da quando è stato inserito l’enorme bunker a precederlo nel 2004.

BUCA 15 – Par 4, 373 metri. Benvenuti nell’Inferno. Di questa buca, basti dire che il green è completamente circondato dall’acqua: dovrebbe essere sufficiente per intuire la difficoltà dell’approccio alla bandiera.

BUCA 16 – Par 3, 162 metri. Appena più corta della 11, questa buca è intrigante più che altro per la combinazione che vede vicinissimi bunker, acqua e green. Quest’ultimo, nell’occasione, è in discesa, e come tale non è mai semplice da controllare.

BUCA 17 – Par 4, 439 metri. E’ praticamente dritta, come se fosse una specie di quiete prima della tempesta. Senza bunker o ostacoli d’acqua, ci sono solo gli avvallamenti a dare un po’ di movimento a questo par 4.

BUCA 18 – Par 4, 431 metri. Basti dire che nell’ultimo giro dell’Open di Francia 2017 si sono verificati 147 bogey solo in questa buca. Il fairway è difficile da approcciare, coi bunker a destra e l’acqua a sinistra; ancor più complicato è arrivare in green, con l’isolotto in questione piazzato in modo da rendere davvero difficile l’approccio.





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federico.rossini@oasport.it

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Credits: Twitter Ryder Cup

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