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Golf
Ryder Cup 2018: Parigi capitale del golf. USA con Tiger Woods a caccia del blitz, Francesco Molinari leader del team Europa
Parigi capitale del golf. Nel sobborgo di Saint-Quentin-en-Yvelines, sul par 72 del Le Golf National, si appresta ad andare in scena la Ryder Cup 2018, il più antico torneo a squadre del panorama golfistico internazionale. Tra venerdì 28 e domenica 30 settembre l’Europa e gli USA si sfideranno in un duello appassionante, che ogni due anni si ripete con momenti rimasti indissolubilmente incastonati nella leggenda del golf.
L’Europa, in particolare, ha una voglia matta di vendicare la disfatta di Chaska, nel Minnesota, quando nel 2016 gli USA si imposero nettamente, interrompendo il ciclo vincente del Vecchio Continente che durava da tre edizioni. Ma gli statunitensi appaiono decisamente attrezzati per imporre la propria legge anche in trasferta e possono disporre nuovamente del più grande giocatore di tutti i tempi, Tiger Woods, tirato a lucido grazie al trionfo nel Tour Championship, prima vittoria per lui dopo 5 anni di astinenza.
Woods sarà il leader di un gruppo che annovera anche Brooks Koepka, vincitore di ben due tornei dello Slam nel 2018 (US Open e PGA Championship), testimonianza evidente della sua capacità di esaltarsi nei momenti che contano. Ma anche Patrick Reed, Jordan Spieth e Justin Thomas rappresentano ormai tre straordinarie certezze della nuova generazione made in USA, con svariati Major in cascina e un talento strepitoso, espresso in tutta la sua pienezza nei grandi appuntamenti. Phil Mickelson è la classica scelta di esperienza per il capitano Jim Furyk, che ha puntato ancora sul veterano statunitense, alla sua 12a partecipazione alla Ryder Cup, per aggregare un gruppo di autentici fenomeni.
Sul fronte opposto, però, c’è un leader inedito: Francesco Molinari. Super Chicco è il numero 1 del team Europa, grazie alle straordinarie vittorie conseguite nell’anno in corso, ben tre tornei di altissimo pregio, a partire dal BMW PGA Championship e dal Quicken Loans National, fino al magico trionfo nell’Open Championship, primo successo di un italiano in un Major. Alla sua terza partecipazione alla Ryder, Molinari finora è stato una sorta di amuleto, avendo portato a casa il trofeo nelle due precedenti occasioni senza mai vincere un incontro: il suo score, infatti, è di 4 sconfitte e 2 pareggi, l’ultimo dei quali contro Woods ha regalato all’Europa il punto decisivo a Medinah nel 2012. Ma il team del Vecchio Continente dispone di qualità a sufficienza per puntare in alto. Lo spagnolo Jon Rahm e l’inglese Tyrrell Hatton rappresentano gli elementi di freschezza in un gruppo che può far leva sull’esperienza di Rory McIlroy, Sergio Garcia e Justin Rose, tre pedine fondamentali dello scacchiere costruito dal capitano Thomas Bjorn.
I tre giorni di gare si svilupperanno secondo il consueto format: i primi due giorni saranno dedicati alle coppie, che si sconteranno venerdì e sabato in 4 match play col criterio del foursome (colpi alternati tra i due giocatori fino alla buca, prevale chi arriva in buca in meno colpi) e altrettanti col criterio del fourball (ciascun giocatore completa il proprio percorso verso la buca, prevale la squadre del giocatore che imbuca in meno colpi); la giornata di domenica sarà caratterizzata invece da 12 match play individuali, che quasi certamente saranno decisivi per decretare la squadra vincente. Ogni vittoria singola vale un punto e occorreranno 14,5 punti all’Europa per sollevare la coppa al cielo, dato che in caso di parità saranno gli USA a conservare il trofeo in qualità di detentori del titolo. Molinari, però, ha tanta voglia di brindare ad un’annata leggendaria. E chissà che non sia lui l’eroe di un weekend in cui lo spettacolo è assicurato.
mauro.deriso@oasport.it
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Foto di Pier Colombo