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US Open 2018: Del Potro e Djokovic, una finale inedita tra il ritiro di Nadal e l’inferiorità di Nishikori

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Gli US Open 2018 hanno la loro finale maschile: Juan Martin Del Potro contro Novak Djokovic. L’argentino e il serbo hanno entrambi messo in mostra tutte le loro qualità nell’arco delle due semifinali che li hanno visti impegnati, sebbene con conclusioni differenti.

Non è possibile parlare della prima semifinale senza citare l’uscita di scena prima del tempo di Rafael Nadal. Va detto che, in ogni caso, anche prima che lo spagnolo trovasse eccessivi i problemi al ginocchio destro, Del Potro aveva comunque trovato modo di fargli capire che c’era, distribuendo quasi a ogni game una selezione dei suoi potentissimi dritti, alcuni recuperati dal mancino di Manacor, altri no. L’argentino, alla fine, è stato favorito anche dal fatto di esser stato in campo quattro ore in meno del suo dirimpettaio, che mai aveva fatto tanta fatica per arrivare in una semifinale Slam. Adesso per il numero 3 del mondo ci sarà la sfida più importante da nove anni a questa parte: una nuova finale Slam, ancora negli States. E dopo che ha perso tre anni per gravi infortuni di vario genere, rivederlo a questi livelli fa solo piacere. Sarà accompagnato da un’orda di argentini, pronti a sostenerlo in massa e rumorosamente dalle tribune, come già accaduto in semifinale e in generale nelle occasioni in cui si è presentato a Flushing Meadows.

La seconda semifinale, invece, ha perfettamente chiarito, una volta di più, perché Novak Djokovic ha vinto gli ultimi 14 (con questo) incontri con Kei Nishikori. Semplicemente, il serbo e il giapponese hanno un tennis piuttosto simile, ma il 13 volte campione Slam fa un po’ tutto meglio del finalista del 2014. Nell’occasione, l’attuale numero 6 del mondo (che a fine torneo tornerà nei primi 5, e se vincerà sarà numero 3) ha lasciato che il suo avversario commettesse 51 errori gratuiti e pagasse i cinque set giocati contro Cilic nei quarti; va inoltre detto che anche quando Nishikori ha provato a variare un po’ il gioco Djokovic si è fatto trovare pronto. L’unico, piccolissimo neo nella prestazione del serbo è legato alle palle break: è vero che ne ha sfruttate 4, ma ne ha avute 17. Resterà comunque il favorito nella finale di domenica, visto l’andamento in deciso crescendo di condizione del suo torneo: sarà l’occasione per tentare il terzo bis Wimbledon-US Open dopo quelli del 2011 e 2015, i suoi anni d’oro.

Del Potro e Djokovic si troveranno di fronte per la diciannovesima volta: comanda il serbo per 14-4, ma mai si sono affrontati in una finale Slam. Dei quattro match vinti da Del Potro, due sono giunti alle Olimpiadi (finale per il 3° posto di Londra 2012 e primo turno di Rio 2016, che segnò la rinascita dell’argentino), uno in Coppa Davis e uno a Indian Wells.





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federico.rossini@oasport.it

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Credits: Leonard Zhukovsky / Shutterstock

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