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US Open 2018: Novak Djokovic per la conferma, Juan Martin Del Potro per rivivere il 2009
Questa sera Novak Djokovic e Juan Martin Del Potro non si contenderanno solo la vittoria degli US Open 2018, ma anche quella possibilità di ridare una svolta alla loro carriera. Il serbo è rinato sull’erba di Wimbledon e da quel momento sembra essere tornato il giocatore dominante di qualche stagione fa, mentre l’argentino riassapora una finale Slam addirittura dopo nove anni, costellati da una serie di infortuni e da mille paure di non ritornare più quello di un tempo.
Djokovic va alla caccia del suo quattordicesimo titolo Slam e questa è anche l’ottava finale raggiunta a New York, eguagliando il record di Lendl e Sampras. Il nativo di Belgrado, però, vuole invertire una tradizione negativa sul cemento americano, visto che è stato sconfitto per sei volte, con le uniche vittorie datate 2011 e 2015. Nole non ha faticato nel torneo, lasciandosi dietro due set nei primi due turni contro l’ungherese Fucsovics (il serbo distrutto dal caldo) e l’americano Sandgren. Poi una serie di 3-0 fino all’ultimo in una semifinale dominata contro Kei Nishikori.
Nove anni dopo Del Potro torna nello stesso luogo che lo ha visto vincere il suo primo ed unico Slam. Ci sono tante similitudini con quel 2009 e non solo per la vittoria in semifinale contro Rafa Nadal. L’argentino entra in finale con grandi ambizioni e con la consapevolezza di potercela fare, ma anche con l’idea di non essere lui il favorito, proprio come era accaduto in quella circostanza con Roger Federer. Delpo sta veramente benissimo e forse non è mai stato meglio in carriera. Un torneo quasi ai limiti della perfezione se non fosse per il primo set perso nei quarti contro John Isner.
I precedenti, però, non aiutano l’argentino. Djokovic è nettamente avanti negli scontri diretti per 14-4. Inoltre il serbo ha vinto anche le due sfide giocate proprio agli US Open: nel 2007 al terzo turno e nel 2012 ai quarti. Storia e pronostici sono contro Del Potro, ma è tutta una finale da vivere e dall’esito ancora tutto da scrivere.
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Credits: Lev Radin / Shutterstock