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Volley, Mondiali 2018: il canto degli undicimila del Foro Italico (con Mattarella) che ha spinto la Nazionale azzurra
11.170. Tanti sono stati gli spettatori accorsi al Foro Italico per assistere alla prima assoluta dell’Italia al Campionato del Mondo 2018. La terza volta della pallavolo sul Centrale normalmente destinato al tennis ha fatto ancora centro, dopo i match dell’allora World League contro la Polonia nel 2014 e contro il Brasile nel 2015.
Il Foro si è riempito d’azzurro fin dalle prime ore del pomeriggio: maglie, cappelli più o meno curiosi, gadget e tanta, tanta passione per la Nazionale allenata da Chicco Blengini. L’aria di pallavolo si è sentita ovunque s’andasse anche a poca distanza dall’impianto di gara: dalla stazione metro di Flaminio (di fronte a Piazza del Popolo) fino al ponte Duca d’Aosta, c’era azzurro ovunque, vuoi in solitario, vuoi in gruppi organizzati. S’è visto un unico, lungo e sorridente gruppo di persone che si è incamminato verso il Foro Italico passando dai due ingressi lasciati aperti, l’uno su Viale delle Olimpiadi, l’altro che passa accanto alla Curva Sud dello Stadio Olimpico. Molta gente, prima della partita, ha deciso di fermarsi negli stand posizionati appena fuori dal Centrale, portandosi via ogni genere di oggetto relativo alla manifestazione.
Poi, una volta dentro il Centrale, arrivano la presentazione, con particolare affetto per Ivan Zaytsev che proprio a Roma ha mosso i primi passi verso un mondo più vasto, quindi la coreografia tricolore a salutare l’inno di Mameli, cantato sostanzialmente da tutti senza freni. Durante il primo time-out tecnico, viene presentato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accolto da lunghissimi applausi da parte di tutti i presenti. Tra un punto e l’altro c’è spazio per tanti stacchi musicali: tra i meglio accolti, il ritornello eurodance di Blue (Da Ba Dee) degli Eiffel 65, che dopo quasi vent’anni pochi hanno dimenticato, e l’intro della storica Gloria di Umberto Tozzi, su cui buona parte del pubblico batte le mani a tempo.
Le urla, quelle vere, il Foro Italico le distribuisce un po’ ovunque nell’arco della partita, riservando anche degli applausi al Giappone durante gli scambi più spettacolari. Il volume si alza di parecchio nel secondo set, anzi, nell’ultimo punto, lunghissimo, spettacolare, vibrante e alla fine decisivo in favore dell’Italia. Succede ancora quando, nel terzo set, Juantorena mura Ishikawa. Capita di nuovo, ed esplode nel cielo di Roma, quando Zaytsev “appoggia” il secondo ace sul taraflex posto per l’occasione sul Centrale. Il pubblico sente la vittoria vicina, ed accoglie il punto finale dell’italo-cubano con un solo, unico grido che si libera nella notte della Capitale appena cominciata, poco dopo le 21. Poi Mattarella scende dalla tribuna delle autorità per salutare i giocatori delle due squadre, e parte un lunghissimo applauso per sottolineare l’intera scena.
Finisce, ma non finisce, perché lo “Zar” non fa proprio andar via nessuno, catturando con la sua sola voce Roma, poi si ferma tantissimo tempo a firmare autografi, così come fanno diversi altri giocatori inseguiti da bambini in caccia di un ricordo dei loro atleti preferiti. Lentamente, molto lentamente, la gente se ne va, chi rimanendo per un po’ sotto le scale d’accesso all’anello superiore del Centrale, chi passando di nuovo da Viale delle Olimpiadi, chi superando il campo intitolato a Nicola Pietrangeli, misterioso spettatore con le sue statue e la terra rossa utilizzata per gli annuali Internazionali di tennis che qualcuno si ferma a guardare.
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federico.rossini@oasport.it
Credits: FIVB