Pallavolo
Volley, Mondiali 2018: Italia umiliata dalla Serbia, resa senza lottare. Semifinali appese a un filo
L’Italia è stata letteralmente travolta dalla Serbia per 3-0 (25-15; 25-20; 25-18) all’esordio nella terza fase dei Mondiali 2018 di volley maschile. La nostra Nazionale è stata presa a pallate dai Guerrieri Slavi, demolita tecnicamente e psicologicamente in ogni frangente, surclassata in appena 90 minuti di gioco a senso unico in cui gli azzurri non sono mai riusciti a esprimerci ai livelli esibiti nelle ultime due settimane. I 15000 spettatori del Pala Alpitour non sono bastati per trascinare i ragazzi del CT Chicco Blengini che si sono eclissati sul più bello: ora per volare in semifinale bisognerà battere la Polonia venerdì ma molto dipenderà anche dal risultato dello scontro diretto tra i biancorossi e la Serbia in programma domani sera. Il nostro ingresso tra le quattro grandi del Pianeta è purtroppo appeso a un filo, ora servirà davvero l’impresa.
Oggi semplicemente l’Italia non c’è stata, né tecnicamente né mentalmente, soppiantata dal dinamitardo servizio degli uomini di Nikola Grbic che si sono scatenati anche in difesa. I nostri attacchi hanno fatto il solletico ai nostri rivali che hanno giganteggiato dai nove metri soppiantandoci a suon di ace. I vicecampioni olimpici sono stato purtroppo umiliati, asfaltati senza lottare e senza dare mai l’impressione di potere tenere testa a una Serbia andata ben oltre alle più rosee aspettative.
Ivan Zaytsev aveva chiamato il popolo a raccolta, aveva invocato l’inferno del Pala Alpitour ma lo Zar non è mai riuscito a prenderci per mano, poco preciso in attacco e lontano dalle prestazioni mostruose degli altri giorni (9 punti, 29% in attacco), malissimo anche gli altri attaccanti Osmany Juantorena (4 punti, 36%) e Filippo Lanza (5, 33%) che nel terzo set è stato sostituito da Gabriele Maruotti ma la musica non è cambiata. Difesa impalpabile, ha faticato anche il libero Massimo Colaci e la regia di Simone Giannelli è stata purtroppo lontana dalla precisione. Il migliore è stato il centrale Daniele Mazzone (11 punti, 4 muri) affiancato da Simone Anzani (4). Show assoluto dell’opposto Aleksandar Atanasijevic (19 punti, 3 muri), il martello Marko Ivovic ha tirato fuori la partita della vita (10), doppia cifra anche per il centrale Srecko Lisinac (10) affiancato da Marko Podrascanin (5), 11 marcature per il mancino Uros Kovacevic.
L’Italia viene letteralmente travolta nel primo set, la Serbia domina in lungo e in largo sfruttando un’eccessiva timidezza dei padroni di casa: ci demoliscono in attacco e al servizio, difendono di tutto e non ci lasciano mai un attimo di respiro. Scappano via sull’8-6 quando Juantorena attacca out, poi allungano con gli ace di Ivovic e Lisinac (11-7), Zaytsev non riesce a metterla giù e Mazzone sbaglia un primo tempo prima dell’ennesimo ace (Podrascanin per il 16-10). Gli slavi inscenano una lezione di volley, Juantorena viene murato da Atanasijevic e poi Kovacevic trova il campo in maniera millimetrica (20-12). La chiusura non poteva che essere con un ace, firmato da Kovacevic.
La musica non cambia di molto nel secondo parziale, la Serbia riesce subito a portarsi sul 6-4 grazie a delle difese superlative e soprattutto con un servizio micidiale. Gli slavi continuano a picchiare, l’Italia sembra un pugile all’angolo e va sotto 10-7 e 13-9 con l’ace di Lisinac. Rialziamo un po’ la testa con Mazzone e l’atteso ace di Zaytsev (14-12) ma i nostri avversari ci tengono sempre a un paio di punti di distanza. Una fiammata dello Zar (stampatona su Ivovic dopo un primo tempo di Anzani) ci fa ben sperare ma dal 18-19 non riusciamo ad agganciarli. Ancora Ivovic dai nove metri e un indemoniato Atanasijevic in attacco ci fanno precipitare.
Nella terza frazione entra Maruotti per Lanza ma purtroppo non riusciamo a rialzarci, la Serbia ha in mano stabilmente il pallino del gioco e sale sul 9-7 col primo tempo di Lisinac: tra un servizio pazzesco e delle difese al fulmicotone ci demoliscono tecnicamente e psicologicamente. Gli slavi conservano il break nonostante Zaytsev e Mazzone ci provino, la pipe di Ivovic vale il 15-11 ed è sempre il martello a confermare il +4 al secondo time-out tecnico. Da quel momento non ci sarà più partita, gli azzurri alzano bandiera bianca e la Serbia fa festa.
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