Pallavolo
Volley, Mondiali 2018: Ivan Zaytsev e Osmany Juantorena, all’Italia sono mancati i due uomini simbolo. Pantera verso l’addio azzurro?
Ivan Zaytsev e Osmany Juantorena dovevano essere le due stelle dell’Italia ai Mondiali 2018 di volley maschile, gli uomini capaci di trascinarci nel momento più importante, i fari guida di una Nazionale che sognava di compiere l’impresa in casa. Purtroppo i due giocatori simbolo sono mancati sul più bello, si sono eclissati quando dovevano fare la differenza contro Serbia e Polonia, non si sono caricati sulle spalle il gruppo e sono mancati sia tecnicamente che caratterialmente. Senza la grinta, l’ardore e l’incisività offensiva dei nostri due leader era davvero impensabile accedere alle semifinale, il podio si è rivelato più lontano di quanto immaginassimo e non è bastato il sostegno di un pubblico meraviglioso per gettare il cuore oltre l’ostacolo.
Lo Zar e la Pantera erano assenti dalle Olimpiadi di Rio 2016 concluse con la medaglia d’argento, avevano saltato la disastrosa estate 2017 (eliminazione ai quarti di finale degli Europei contro il Belgio e ultimo posto in World League) per il noto caso scarpe e per scelte personali, erano rientrati appositamente per la rassegna iridata ma il loro supporto non è purtroppo bastato. L’Italia ha subito due sonore lezioni di pallavolo impartite dai maestri slavi e dai Campioni del Mondo, non riuscendo mai a fare partita alla pari e crollando sotto ogni punto di vista. Strepitosi fino alla partita contro la Russia, poi quando contava davvero non abbiamo potuto beneficiare del loro talento.
E ora il futuro è davvero grigio. Osmany Juantorena, che ha appena compiuto 33 anni, potrebbe dare addio alla Nazionale: lo ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport subito dopo la sconfitta ma va detto che lo aveva fatto anche dopo le Olimpiadi, magari ci ripenserà verso Tokyo 2020. Ivan Zaytsev, invece, spegnerà 30 candeline tra tre giorni e dunque ha davanti a sé ancora del tempo per potersi togliere delle soddisfazioni dell’Italia, anzi ne dovrà diventare davvero il leader incontrastato sia nella corsa verso la prossima rassegna a cinque cerchi (e bisogna qualificarsi…) che magari per il quadriennio successivo quando da uomo di esperienza potrà certamente contribuire alla causa azzurra. Il Mondiale in casa era davvero l’occasione della vita ma forse questa Italia non era pronta per il podio, semplicemente ci sono formazioni più forti in circolazione e noi abbiamo pagato dazio proprio sul più bello quando ci servivano le nostre stelle, cadenti in una notte di fine estate.
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