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Volley, Mondiali 2018: Simone Anzani e Daniele Mazzone, i centrali dell’Italia. Servono stampatone granitiche

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L’Italia si presenta ai Mondiali 2018 di volley maschile con grandi ambizioni, la Nazionale vuole essere protagonista di fronte al proprio pubblico e punterà soprattutto sulle sue stelle per cercare di lottare alla pari con le altre corazzate nella corsa verso il titolo iridato. Uno dei punti deboli del nostro gruppo potrebbe essere il reparto centrale, quello che è stato rivoluzionato rispetto alle Olimpiadi di Rio 2016 (gli altri cinque elementi del sestetto titolare sono rimasti invariati, hanno semplicemente due anni in più sulla carta d’identità) e che alla vigilia del torneo sembra offrire qualche garanzia in meno.

Il CT Chicco Blengini si affiderà a Daniele Mazzone e Simone Anzani, la nostra coppia titolare almeno sulla carta ma con Enrico Cester e Davide Candellaro pronti a subentrare. Un tandem praticamente nuovo, che ha avuto però tutta l’estate per amalgamarsi e per intendersi, per trovare il giusto affiatamento che sarà fondamentale nelle tre settimane di gara. In Nations League si sono accesi soltanto a tratti, il loro tallone d’Achille sembra essere il servizio che stenta a fare la differenza e spesso anche sottorete risultano un po’ contratti al cospetto degli avversari più quotati. L’Italia deve migliorare la propria intensità a muro se vuole cercare di emergere nella competizione e dunque proprio i centrali sono gli indiziati principali ad aumentare la qualità nel fondamentale.

Simone Anzani è il più propenso a ottenere dei punti con le sue stampatone. Il 26enne comasco è reduce da un’eccellente stagione a Perugia culminata con la conquista del triplete e ora vuole essere protagonista anche con la Nazionale dopo aver vinto anche il bronzo agli Europei 2015 e l’argento alla Coppa del Mondo nella stessa stagione. Da ottobre giocherà a Modena proprio insieme a Daniele Mazzone, anch’egli 26enne ma piemontese: il nativo di Chieri fu la grande scommessa della passata stagione quando sorprese tutti durante il collegiale di Cavalese convincendo Blengini a convocarlo per gli Europei accanto a Matteo Piano. Il canarino non ha disputato la sua migliore stagione ma è il classico giocatore che può sorprendere tutti da un momento all’altro sfruttando anche una struttura fisica molto interessante.

Molto dipenderà però anche da Simone Giannelli che dovrà sfruttare al meglio i propri centrali, chiamandoli in causa più del solito con i primi tempi: potrebbero essere una valida alternativa anche perché non saranno molto attesi dagli avversari (e l’intesa con Mazzone c’è visto che hanno giocato insieme a Trento).

 

 





Foto: Valerio Origo

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